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Ercolini ospite del "Pianeta Terra Festival"

 

 

Sabato 8 ottobre alle ore 19 presso la sala sala convegni di Confindustria toscana nord sita a Lucca in piazza Bernardini, 41 Rossano Ercolini, goldman environmental prize 2013, sarà ospite del Pianeta Terra festival, che vede studiosi nazionali e internazionali confrontarsi per costruire una visione nuova per il futuro del nostro Pianeta.

All’evento, dal titolo “Dall’ego-logia all’eco-logia: quando i cittadini possono fare la differenza”, sarà presente con Ercolini anche Samir de Chadarevian, advisor, storyteller ed editorialista.

Entrambi dialogheranno con Irene Ivoi sull’importanza di ripensare ad un modello economico, antropologico e culturale del tutto ego-logico e inadeguato a risolvere le grandi sfide dei nostri tempi.

Dall’ego-logia all’eco-logia, un gioco di parole che fa appello ad una sfida:  il passaggio dal “modello lineare” (estrazione, produzione, consumo, smaltimento) centrato sullo sfruttamento sconsiderato della natura al “modello circolare” basato sul rispetto dei tempi e dei modi della rigenerazione ambientale.

L’ingresso all’incontro è gratuito fino ad esaurimento posti.

 

 

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Un altro inceneritore che "non inquina" PDF Stampa E-mail
Scritto da msirca   
venerdì 29 maggio 2009
... La zona intorno all’impianto del Pollino è da tempo tenuta costantemente sotto controllo. Dalla Provincia, innanzitutto. E poi dall’Arpat, dall’Asl. E dalla Magistratura che, dall’anno scorso sul caso-Falascaia ha un’indagine aperta che parte dal presunto “taroccamento” dei dati sulle emissioni.

27/5/09
Riporto l'articolo pubblicato oggi su "Il Tirreno". A proposito degli inceneritori che non inquinano...
Vi saluto,
Stefania Brandinelli (dell'Associazione per la tutela ambientale della Versilia)


Diossine nei sedimenti del torrente
Prelievi Arpat vicino all’inceneritore. La Provincia interviene
LUCA CINOTTI
PIETRASANTA. L’ordinanza porta la data dell’8 maggio e la firma del dirigente del servizio ambiente. Il documento, che proviene dalla Provincia di Lucca, “ordina” a Veolia, società che gestisce l’inceneritore di Falascaia, di mettere in sicurezza il tratto del torrente Baccatoio che scorre accanto all’impianto. Nei sedimenti di quel torrente le analisi dell’Arpat hanno trovato tracce, oltre i limiti, di sostanze potenzialmente nocive, come le diossine e alcuni metalli pesanti.
La zona intorno all’impianto del Pollino è da tempo tenuta costantemente sotto controllo. Dalla Provincia, innanzitutto. E poi dall’Arpat, dall’Asl. E dalla Magistratura che, dall’anno scorso sul caso-Falascaia ha un’indagine aperta che parte dal presunto “taroccamento” dei dati sulle emissioni.
Le analisi a base dell’ordinanza sono state effettuate dall’Arpat. Che ha preso in considerazione cinque punti di prelievo sul Baccatoio: 300 metri a monte rispetto allo scarico dell’impianto, 130 metri a monte dello scarico in corrispondenza di due condotte provenienti dall’area dell’inceneritore, 100 metri a monte dello scarico, in corrispondenza dello scarico e 100 metri a valle.
I rilevamenti hanno ritrovato «livelli di contaminazione superiori alle concentrazioni soglia di contaminazione [...] per quanto riguarda i parametri policlorodibenzodiossine + policlorodibenzofurani, cromo, arsenico, cadmio, piombo, mercurio e zinco».
Termini scientifici che però, negli ultimi anni, sono diventati di pubblico dominio, “pietre dello scandalo” dei presunti inquinamenti dovuti all’inceneritore.
Il caso in questione, tuttavia, è assai particolare. I prelievi dell’Arpat, infatti, sono stati effettuati sui sedimenti del torrente. Questo significa che la contaminazione può risalire indietro nel tempo. Al punto che - proprio nell’ordinanza - si fa cenno ad ulteriori analisi tese «a definire il quadro ambientale residuo del tratto di torrente più a monte dell’area già indagata»: insomma, bisogna capire se ci sono altre cause dell’inquinamento, soprattutto per i punti più lontani dall’impianto.
Per quanto riguarda, invece, il tratto del Baccatoio che scorre lungo l’inceneritore e che è compreso fra i suoi due scarichi, il discorso è diverso: «è quello - spiega l’ordinanza - in cui i risultati analitici trasmessi dal dipartimento Arpat evidenziano la maggiore contaminazione» e questo fa ritenere che «il soggetto responsabile dell’evento di superamento e/o della potenziale contaminazione sia da individuare nel soggetto titolare dello scarico», ovvero la Tev controllata dalla multinazionale francese.
Sulla base di questi risultati la Provincia di Lucca (secondo quanto previsto dalle norme del testo unico ambientale) ha ordinato a Tev di provvedere alla “bonifica dei siti inquinati” per il tratto del torrente Baccatoio che scorre a fianco dell’impianto di termovalorizzazione. Il tutto in attesa di altre, più approfondite analisi.

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Ultimo aggiornamento ( lunedì 15 giugno 2009 )
 
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