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Lo strano caso dell'inceneritore di Montale (PT) |
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Scritto da Redazione
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domenica 17 ottobre 2010 |
Comunicato stampa
....Il dott. Coppi afferma in modo chiaro e circostanziato che dalle risultanze delle analisi e delle indagini sulle matrici ambientali e animali nell’ area di ricaduta delle emissioni dell’ inceneritore, emerge “una diffusa contaminazione del territorio della quale una causa rilevante è certamente l’ inceneritore del CIS ubicato in via W. Tobagi a Stazione Montale”.
COMITATO PER LA CHIUSURA DELL’ INCENERITORE DI MONTALE Comunicato stampa del 16 ottobre 2010 In relazione alle dichiarazioni fatte dal dott. Coppi, responsabile del Dipartimento Arpat di Pistoia, in qualità di testimone nel processo a carico del CIS in relazione ai superamenti dei parametri di diossina e furani nell’ inceneritore di Montale durante l’ estate del 2007, il Comitato per la chiusura dell’ inceneritore di Montale osserva quanto segue1) Il dott. Coppi afferma in modo chiaro e circostanziato che dalle risultanze delle analisi e delle indagini sulle matrici ambientali e animali nell’ area di ricaduta delle emissioni dell’ inceneritore, emerge “una diffusa contaminazione del territorio della quale una causa rilevante è certamente l’ inceneritore del CIS ubicato in via W. Tobagi a Stazione Montale”. Un quadro già emerso, anche se in maniera non così netta forse perché non si era in un’ aula di tribunale, sabato 29 maggio nell’ incontro pubblico promosso dalla Provincia di Pistoia al cinema Moderno di Agliana.. Viste le risultanti delle indagini e delle analisi sui polli, sui suoli e delle acque con la presenza di PCB e di altre sostanze nocive e dannose, CI CHIEDIAMO : COME MAI LE AUTORITA’ DI CONTROLLO NON HANNO PRESO IN QUESTI MESI I PROVVEDIMENTI CONSEGUENTI QUALI : IL BLOCCO DELLA VENDITA DI ORTAGGI E ANIMALI DA ALLEVAMENTO, LA BONIFICA DEL TERRITORIO E L’ AVVIO DELLA DISMISSIONE DELL’ INCENERITORE DEL CIS ?2) Questa necessità di dismissione viene rafforzata dal fatto che mentre per il CIS quei ripetuti superamenti dei limiti emissivi per diossine e furani sarebbero da addebitarsi all’ utilizzo di carboni attivi ( materiali filtranti nel processo di depurazione delle sostanze inquinanti nei fumi ) di cattiva qualità e non conformi per un valore di iodio di 303 mg/gr, al contrario le dichiarazioni del dott. Coppi, che riprende la nota Arpat del 2 settembre 2007, mettono in luce che le anomalie rilevate nei carboni attivi si riferiscono ad una fornitura dei primi di Luglio 2007, mentre sulla fornitura di carboni attivi utilizzata nel periodo delle analisi che riscontrano i superamenti (maggio e primi di luglio) non sono state fatte analisi, e ciò comporta la impossibilità di sostenere che anche i carboni attivi della precedente fornitura avessero le stesse caratteristiche della fornitura analizzata. QUESTI RISCONTRI SPINGONO PIU’ COERENTEMENTE A CERCARE LA CAUSA DEI SUPERAMENTI IN UN COMPLESSIVO E STRUTTURALE MAL FUNZIONAMENTO DELL’ INCENERITORE DEL CIS, E PROBABILMENTE ANCHE IN UNA CARATTERISTICA TECNOLOGICA INTRINSECA DEI FORNI INCENERITORI A NON RIUSCIRE A GARANTIRE ABBATTIMENTI SIGNIFICATIVI DELLE SOSTANZE DANNOSE ED INQUINANTI, ANCHE SENZA AGGIUNGERVI LA QUESTIONE PER NIENTE SECONDARIA ANZI DECISIVA, AI FINI DELLA TUTELA DELLA SALUTE E DELLE RELAZIONI ECOLOGICHE, DEGLI ACCUMULI E DEI BIOACCUMULI DI DIOSSINE, FURANI, PCB.3) Per quanto riguarda i clamorosi ritardi nella comunicazione del superamento dei limiti emissivi che vengono riferiti a cittadini e organi preposti tra il 16 e il 18 luglio 2007 – come ricorda il dott. Coppi che ne viene a conoscenza da Arpat di Firenze nella giornata del 16 - le indagini della Polizia Giudiziaria fanno emergere con chiarezza che la ditta “IDRO CONSULT” - che per conto del CIS e in contemporanea con Arpat il 3 maggio 2007 aveva fatto i prelievi delle emissioni al camino dell’ inceneritore di Montale - informa verbalmente il giorno 6 giugno del superamento dei limiti previsti dalla legge il geometra Capocci del CIS. Viene deciso di fare altri prelievi in data 22 e 27 giugno che confermano il superamento dei limiti verificatosi il 3 maggio, e ne viene data comunicazione verbale nuovamente al geometra Capocci. Il 5 luglio la ditta “ Idro Consult” redige il certificato di analisi e lo porta alla sede del Cis presso l’ impianto di incenerimento di Montale in data 12 luglio, consegnandolo al geometra Capocci. In data 11 luglio Arpat di Firenze redige il rapporto sulle analisi dei medesimi prelievi effettuati il 3 maggio che rilevano anch’ esse il superamento dei limiti per diossine e furani. Tale rapporto viene trasmesso il 16 luglio ad Arpat di Pistoia, e precisamente al dott. Coppi. Il dott. Coppi ha dichiarato di aver avvisato telefonicamente il comune di Montale e l’ assessore all’ ambiente della provincia di Pistoia lo stesso 16 luglio; e di aver comunicato il giorno seguente 17 luglio con fax il rapporto Arpat a Provincia di pistoia, Asl pistoia e comune di Montale. Il 18 luglio il sindaco di Montale ordinava al Cis di provvedere a spegnere l’ inceneritore non oltre le 36 ore, dopo aver fatto ulteriori prelievi sulle emissioni in data 19 luglio che vengono fatte in contemporanea da Arpat Firenze e Idro Consult , e che confermano il superamento dei limiti. AI SENSI DEL D.LGS 133/05 (ART. 9 ) UN IMPIANTO DI INCENERIMENTO NON PUO’ PER NESSUN MOTIVO IN CASO DI SUPERAMENTO DI VALORI LIMITE, CONTINUARE AD INCENERIRE RIFIUTI PER PIU’ DI 4 ORE CONSECUTIVE, NE’ PUO’ CONTINUARE A INCENERIRE IN TALI CONDIZIONI PER PIU’ DI SESSANTA ORE IN UN ANNO.NEL CASO DELL’ INCENERITORE DI MONTALE, L’ IMPIANTO DOVEVA ESSERE SPENTO 4 ORE DOPO L’ AVVENUTA INFORMAZIONE DI ARPAT FIRENZE AD ARPAT PISTOIA, TANTO PIU’ CHE DAL 3 MAGGIO AL 16 LUGLIO SIAMO BEN OLTRE LE SESSANTA ORE CUMULATIVE IN UN ANNO. INOLTRE IL CIS ERA PERFETTAMENTE AL CORRENTE DI QUESTA SITUAZIONE FIN DAL 6 GIUGNO, ED INCREDIBILMENTE HA CONTINUATO A INCENERIRE RIFIUTI PER 40 GIORNI IMMETTENDO DIOSSINE, FURANI ED ALTRE SOSTANZE PERICOLOSE CON DANNO CERTO PER LA SAlUTE DEGLI ABITANTI. Ci sono tutte le ragioni per chiudere e dismettere l’ inceneritore di Montale, anche considerando i risultati delle analisi su polli, acque e suoli. Non ci fidiamo più di amministratori e tecnici degli organi preposti alla gestione al controllo (Arpat, Asl, CIS, Province e Comuni). CHIEDIAMO PERTANTO LA CHIUSURA IMMEDIATA DELL’ INCENERITORE E L’ AVVIO DELLA BONIFICA TERRITORIALE PREVISTA NEI PIANI REGIONALI. INVECE DELL’ INCENERIMENTO SI DEVE IMBOCCARE LA STRADA PREVISTA ANCHE DALLE NORMATIVE NAZIONALI E REGIONALI DEL CICLO VIRTUOSO DELLA RIDUZIONE, DEL RIUTILIZZO E DEL RICICLAGGIO DELLA MATERIA E DEI MATERIALI, INCENTIVANDO CICLI PRODUTTIVI ED ECONOMICI CHE PORTANO LAVORO E REDDITO E LASCIANO LE RISORSE MONETARIE SUL TERRITORIO. INVITIAMO GLI ABITANTI E LE PERSONE A PRENDERE COSCIENZA E A IMPEGNARSI PER CHIUDERE UN IMPIANTO DANNOSO PER LA SALUTE, COSTOSO E CHE CONSUMA MATERIA E ACQUA PER IL RAFFREDDAMENTO DEI FORNI. NOI CI VEDIAMO TUTTI I GIOVEDI’ ALLE 21.15 PRESSO I LOCALI DELLA CHIESA DI STAZIONE MONTALE.
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