Comunicato stampa, Firenze 13 giugno 2016
272 medici,
ospedalieri, universitari, specialisti, medici di base [qui i nomi], hanno
sottoscritto un documento per fermare la costruzione dell’inceneritore di
Firenze, una scelta reputata pericolosa per la salute dei cittadini.
Il codice deontologico
dei medici, all’art 5 li impegna a collaborare con le politiche di prevenzione,
a informare sui fattori di rischio ed a “favorire un utilizzo appropriato delle
risorse naturali per un ecosistema equilibrato e vivibile anche per le future
generazioni”.
Nella Piana, una
piccola pianura padana, in cui non mancano le fonti di inquinamento e le
criticità ambientali (vi sono già presenti fra l’altro 3 inceneritori),
bisognerebbe puntare decisamente verso il miglioramento della qualità dell’aria
e verso la riduzione della pressione ambientale, invece coi nuovi insediamenti
in progetto, in primis soprattutto l’inceneritore di Firenze autorizzato ad
emettere ogni ora 170.000 N/m3 di fumi tossici, e la nuova pista dell’aeroporto
di Peretola , questa non potrà che peggiorare ulteriormente, con conseguente
aumento dei rischi per la salute.
L’inceneritore, una
scelta calata dall’alto e poi blindata politicamente, senza aver nemmeno
previsto l’opzione zero, è’ autorizzato ad emettere annualmente i seguenti
cancerogeni: 6,7 tonnellate di particolato totale sospeso PTS (per oltre l’80%
costituito da PM2,5, in cui è compreso il particolato ultrafine); 134,6 kg. di
mercurio, 134,6 kg di cadmio e tallio, 13,5 kg di IPA, nonché 135 mg di
diossine.
Ma l’unica dose
scientificamente accettabile di un cancerogeno è lo zero.
Inoltre potrà emettere
annualmente anche 94,2 ton di NO2, 67,3 ton di CO, ma queste emissioni sono
solo una minima parte delle migliaia di sostanze che si formano durante i
processi di combustione, che il più delle volte non sono neppure identificate.
In più ogni sostanza conosciuta emessa è stata valutata solo singolarmente: non
si è calcolato l’effetto complessivo che le varie sostanze emesse
dall’inceneritore avranno sulla salute umana, non si è calcolato il potenziale
sinergismo degli inquinanti dell’inceneritore con quelli delle altre fonti. Non
si è tenuto conto della mancata reversibilità degli inquinanti emessi, dato che
la maggior parte di questi sono persistenti, non biodegradabili,
bioaccumulabili (come le diossine, furani, PCB, metalli pesanti) e si
biomagnificano nelle catene alimentari. Non si è calcolata la pressione
ambientale cumulativa del nuovo aeroporto e dell’inceneritore.
Non si è calcolato del
tutto il particolato secondario, molto importante anche per la diffusione
dell’inquinamento. Il rispetto dei limiti di legge delle emissioni degli
inquinanti considerati, non garantisce la salute delle popolazioni, vedi i
limiti della UE, rispetto a quelli dell’OMS, vedi numerosi lavori scientifici
(Escape per esempio). C’è necessità di discariche per rifiuti solidi. Ceneri e
scorie che ammontano a circa un terzo del rifiuto bruciato, circa 55.000 t/a,
che contengono metalli, diossine, IPA, non possono essere irresponsabilmente
fatte sparire nei manufatti, nel cemento e diffuse in ambiente, creando
ulteriori rischi per la salute umana, ma devono essere smaltite in discariche
speciali.
La negatività degli
impatti sanitari che possono essere sia neoplastici che non neoplastici, degli
impianti di incenerimento anche di ultima generazione, è confermata, oltre che
da una letteratura internazionale in continua crescita, anche da autorevoli
studi nazionali, per citarne solo alcuni: Moniter, ERAS Lazio, studi ARPA
Piemonte sull’inceneritore di Vercelli, Cosmari nelle Marche e un recentissimo
studio sull’inceneritore di San Zeno, a Arezzo.
Inoltre
incidenti/malfunzionamenti e criticità gestionali sono pur sempre possibili
come l’esempio dell’impianto di Montale ha dimostrato a più riprese, tanto da
indurre l’Ordine dei Medici di Pistoia ad una chiara presa di posizione contro
l’incenerimento.
La consapevolezza del
rischio cui saranno sottoposti i cittadini, esposti alle ricadute
dell’inceneritore, emerge dall’enfasi riposta nel progetto di sorveglianza
epidemiologica dell’ASL10. Una indagine epidemiologica, a posteriori,
eticamente inaccettabile dal momento che deve essere attivata la Prevenzione
primaria, non costruendo l’inceneritore di Firenze.
Firenze 13 giugno 2016
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