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Ercolini ospite del "Pianeta Terra Festival"

 

 

Sabato 8 ottobre alle ore 19 presso la sala sala convegni di Confindustria toscana nord sita a Lucca in piazza Bernardini, 41 Rossano Ercolini, goldman environmental prize 2013, sarà ospite del Pianeta Terra festival, che vede studiosi nazionali e internazionali confrontarsi per costruire una visione nuova per il futuro del nostro Pianeta.

All’evento, dal titolo “Dall’ego-logia all’eco-logia: quando i cittadini possono fare la differenza”, sarà presente con Ercolini anche Samir de Chadarevian, advisor, storyteller ed editorialista.

Entrambi dialogheranno con Irene Ivoi sull’importanza di ripensare ad un modello economico, antropologico e culturale del tutto ego-logico e inadeguato a risolvere le grandi sfide dei nostri tempi.

Dall’ego-logia all’eco-logia, un gioco di parole che fa appello ad una sfida:  il passaggio dal “modello lineare” (estrazione, produzione, consumo, smaltimento) centrato sullo sfruttamento sconsiderato della natura al “modello circolare” basato sul rispetto dei tempi e dei modi della rigenerazione ambientale.

L’ingresso all’incontro è gratuito fino ad esaurimento posti.

 

 

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Scritto da Redazione   
sabato 11 giugno 2011
(da Il Tirreno Pistoia)
Parla il medico del dipartimento di prevenzione «Avevamo perplessità sul potenziamento»

Inceneritore, i dubbi di Arpat e Asl

Bolognini: già nel 2005 emerse che era ilpeggiore della Toscana
Acquisiti dal giudice Selvarolo i verbali della commissione di indagine costituita subito dopo l'incidente del 2007

Data:
martedì, 7 giugno 2011
Testata:
TIRRENO PISTOIA
Estratto da pagina:
IX
Titolo: Inceneritore, i dubbi di Arpat e Asl

Parla il medico del dipartimento di prevenzione «Avevamo perplessità sul potenziamento»

Inceneritore, i dubbi di Arpat e Asl

Bolognini: già nel 2005 emerse che era ilpeggiore della Toscana
Acquisiti dal giudice Selvarolo i verbali della commissione di indagine costituita subito dopo l'incidente del 2007


MONTALE. Nuova udienza del processo per gli sforamenti di diossine e furani nelle emissioni dell'inceneritore di Montale avvenuti nell'estate 2007, per i quali sono a giudizio l'allora presidente del consiglio di amministrazione del Cis (società di gestione del termovalorizzatore) Giorgio Tibo e il responsabile del funzionamento dell'impianto Maurizio Capocci.

Ieri è toccato a Michelangelo Bolognini, medico del dipartimento prevenzione Asl 3 e teste di parte civile, salire sul banco dei testimoni. Insieme a lui, in tribunale, anche tre testi della difesa. Bolognini, in veste di membro della commissione d'inchiesta (che aveva il compito di individuare le cause e la responsabilità di quanto accaduto) e del tavolo tecnico istituiti a pochi giorni dagli "sforamenti" ha ripercorso i mesi sia precedenti che successivi al fatto. «Come Asl - ha spiegato di fronte al giudice - avevamo espresso delle perplessità sull'impianto in fase di rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale (funzionale all'aumento di potenzialità del termovalorizzatore dalle 120 alle 150 tonnellate, ndr) già a fine 2006». In quell'anno infatti, racconta il dottore dell'Azienda sanitaria, un controllo Arpat - fatto nel 2005 - bollò l'inceneritore di Montale come il peggiore tra le strutture, «più di una decina», presenti in Toscana.

Secondo quanto riportato da Bolognini, l'analisi dell'Agenzia regionale per la tutela ambientale in quell'occasione registrò valori superiori ai 100 picogrammi nelle emissioni; il limite, tuttavia, entrato in vigore solo sul finire del 2005, all'epoca non era rilevante per legge. «Nel 2007 l'impianto ha precisato però Bolognini aveva questo tipo di configurazione e questa autorizzazione data col parere negativo dell'Asl». Proprio in vista dell'Aia (autorizzazione integrata ambientale) «facemmo (Asl, Arpat e Provincia, ndr) un sopralluogo all'inceneritore il 20 maggio 2007», controllo che non interessò la funzionalità del sistema di abbattimento.

Secondo l'ultimo verbale della commissione d'indagine, quello datato 16 ottobre 2007 e citato anche nell'ordinanza di riapertura dell'impianto, sarebbe verosimilmente proprio la cattiva qualità dei carboni attivi - utilizzati per abbattere diossine e furani - la causa degli sforamenti. A ipotizzarlo è stato lo stesso Gabriele Marchiani, ingegnere responsabile del Cis, con una relazione consegnata in commissione all'inizio del settembre 2007. «Siamo arrivati a quella causa proprio per le ipotesi di Marchiani e per l'impegno a fornire ulteriori dati sulla questione. Chiesi di averli questi dati, visto che l'impianto sarebbe ripartito ha spiegato Bolognini - ma non li ho mai avuti».

Lo stesso gruppo d'indagine, proprio sulla scia dell' ipotesi "carboni attivi" (basata su analisi fatte dal Cis il 3 settembre 2007 «in cui emergevano delle inadeguatezze analitiche»), intervenne con un ulteriore prelievo. «Ho assistito visivamente a quel momento. Io pensavo di prendere i carboni dal silos ma era stato svuotato. Lo facemmo quindi da due sacchi che erano in magazzino». Nella relazione di Marchiani inoltre era contenuto l'elenco degli interventi fatti dal Cis sull'impianto. I verbali citati dallo stesso Bolognini nel corso del l'udienza sono stati acquisiti dal giudice.

Ieri, infine, è arrivata anche la presa di distanza di Bolognini da alcuni risultati emersi nella relazione intermedia dell'indagine ambientale e sanitaria nelle aree di ricaduta dell'impianto resa nota nel2010.11 quadro definitivo delle analisi fatte sulla popolazione, sui terreni, sugli alimenti e sulle matrici biologiche negli ultimi tre anni tuttavia saranno definitive solo nel settembre 2011.

Prossima udienza il 4 luglio. Saranno sentiti i consulenti tecnici delle parti e altri testimoni di parte civile e difesa. 113 ottobre dovrebbe essere il giorno delle conclusioni.

Beatrice Faragli

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