(Gino Carpentiero, Angelo Baracca e Gianluca Garetti
per la sezione Pietro Mirabelli di Medicina Democratica di Firenze)
“... il nostro ecosistema
è ormai un esperimento chimico-biologico su larga scala, in cui siamo
contemporaneamente coloro che sperimentano e coloro che lo subiscono.."
La
difesa della salute: un obiettivo da
rilanciare e da praticare
È per lo meno singolare che dal linguaggio, dagli obiettivi politici e
dal dibattito politico attuale, in tutte le sue forme ed espressioni, sia
scomparso il concetto di salute. Salute intesa non come
servizio sanitario, efficacia (o peggio economicità) delle cure, farmaci, e
così via: ma invece come Benessere Fisico Psichico e Sociale della popolazione. Tale concetto fu
divulgato dall’OMS fin dal 1948, ed è alternativo alla logica, ed ai mostruosi
profitti, del sistema sanitario e farmaceutico, che hanno tutto l’interesse che
le persone si ammalino ed abbiano bisogno di cure! Il tema della Difesa
della Salute, vale la pena ricordarlo, fu il movente fondamentale
mobilitante ed unificante dell’«autunno caldo» del 1969 e di tutti gli anni ’70
(La Salute non si paga, la Nocività si elimina), che partendo allora dalla
fabbrica si proiettò all’intera società.
A quel tempo esistevano le espressioni di base come i Consigli operai,
che erano l’espressione diretta di condizioni lavorative omogenee: oggi viviamo
una situazione sociale e lavorativa molto più frammentata, individualizzata e
precaria, ma proprio per questo ci sembra opportuno rilanciare un tema
unificante come quello della salute, considerando anche che una delle
principali cause di “perdita di salute” è costituita dallo stress e dal
disagio lavorativo.
Vi è a tal proposito, un dato eclatante, che
la maggior parte dei cittadini purtroppo non conosce: è vero che la speranza di
vita si è allungata nel dopoguerra, ma l’aspettativa di vita in salute (cioè
senza malattie invalidanti) è diminuita di dieci anni a partire dal 2003, gli
uomini sono passati dai 72 ai 62 anni e le donne a circa 61 anni! [Patrizia
Gentilini Il Picco della Salute 4 aprile 2011 ] Il che vuol dire che
con il progresso tecnico, con la tanto
decantata prevenzione secondaria, si guarisce di più dalle malattie, ma è tutto
da vedere come si guarisce, perché per molte infermità le terapie
mediche e chirurgiche raramente portano a recuperare lo stato di salute
precedente.
Per alcune categorie di lavoratori
in particolare quelli impegnati nelle grandi opere infrastrutturali [Claudia Capanni, Giovanni Costa, Luigi Carpentiero – ottobre 2004], la speranza
di vita in salute è ancor più ridotta.
Ci si ammala in realtà in età sempre più precoce, a questo riguardo
l’Oms denuncia l’aumento allarmante dei tumori, in particolare dei tumori
infantili, e l’abbassamento dell’età di insorgenza: in Italia sono 4 volte più
frequenti che negli altri paesi occidentali per l'inquinamento atmosferico. [Valentina
Cervelli, dicembre 2010].
Vi è un ulteriore aspetto che è
ignoto alla gente: la maggior parte delle malattie ha un’origine ambientale.
Sono le condizioni dell’ambiente in cui viviamo, in tutti i loro aspetti e
valenze, che innescano i complessi processi e le modificazioni che
nell’organismo umano inducono poi gli stati patologici: “... il nostro ecosistema
è ormai un esperimento chimico-biologico su larga scala, in cui siamo
contemporaneamente coloro che sperimentano e coloro che lo subiscono, solo il
tempo dirà se questo esperimento è ben condotto, come noi
speriamo”(Nature,J,V,Harper, 29-446-2007). Essere sottoposti ad inquinamento
durante la vita embrio fetale porta interferenza sulla programmazione
epigenetica (l'epigenetica è una nuova scienza che spiega come fattori ambientali come inquinamento, stress,
alimentazione possono influenzare l'ereditarietà) di organi e tessuti ed apre
la strada a patologie endocrine
metaboliche, come obesità-diabete 2, cardiovascolari, allergiche, autoimmuni,
neurodegenerative, del neurosviluppo,
riproduttive e tumorali che si possono manifestare anche dopo decenni. Quindi
non sono solo l'origine genetica o gli stili di vita sbagliati ad indurre le
malattie. Ovviamente tutto questo viene sottaciuto dalla cultura medica e
sanitaria dominante, tutta volta alla prevenzione secondaria, in parte per il
tipo di formazione funzionale ai colossali interessi economici e per la
mentalità che questa induce, in parte forse anche per ignoranza della classe
medica, che non viene in alcun modo preparata a far fronte a questi problemi,
ma a ricettare medicine ed analisi mediche: per gran parte delle quali è
provata l’inutilità, quando addirittura non risultano dannose per la salute!
Il sistema economico e sociale in cui viviamo
continua ad immettere nell’ambiente e nelle catene alimentari ulteriori agenti
nocivi e sempre più invasivi, pretendendo che essi siano privi di effetti
nocivi: campi elettromagnetici, radiazioni ionizzanti e non, polveri sottili e
ultrasottili, molecole artificiali, interferenti endocrini( come ad es. le
diossine) , metalli pesanti, con l’imperativo di fare profitti. Tutto ciò sta
provocando oltre all’aumento di patologie tumorali e non, anche nuove patologie spesso gravemente invalidanti
come la Sindrome da Sensibilità Chimica Multipla (MCS) e la sindrome da Elettrosensibilità.
E la grande maggioranza della
gente accetta passivamente tutto questo, “resistibilmente” soggiogata dai
pretesi vantaggi e comodità che il “progresso” ci offre, e di cui non è più
disposta a rinunciare. Anche le condizioni sociali ed economiche, sempre più
artificiose, disagiate, convulse e frenetiche,con orari e ritmi di lavoro
sempre più insostenibili influiscono ovviamente sullo stato di salute,
inducendo stati di stress, insonnia, turbe psichiche, disadattamento, disagio
psichico e sociale. Il lavoro, sia quando c’è , che quando non c’è, oggi
è sempre più spesso causa diretta
di gravi danni psicofisici: il lavoro
precario “a vita”, lo stato di disoccupazione “cronica, la perdita del lavoro in età avanzata, quando
ancora non si sono raggiunti i requisiti minimi per il pensionamento, il
mobbing utilizzato da tante aziende per
liberarsi di lavoratori “scomodi”, di disabili considerati improduttivi, di
donne sempre più spesso espulse dal lavoro rappresentano tutti fattori di
perdita di salute. Il mobbing è anche uno dei principali strumenti
utilizzati per bypassare l’art.18 dello Statuto dei Lavoratori, che
peraltro sarà ulteriormente depotenziato dalla imminente (contro)riforma
Monti-Fornero; molto spesso il lavoratore malato per le vessazioni subite
supera infatti il cosiddetto periodo di comporto e viene licenziato per “giusta
causa”.
È necessario e urgente pertanto rovesciare l’organizzazione e la logica
medica-sanitaria-farmaceutica dominanti (curare i danni alla salute)
diffondendo anche nella mentalità comune il principio della prevenzione
primaria (Giulio Maccacaro- Per una Medicina da rinnovare 1979),
cioè della difesa preventiva dello stato di salute di tutta la
popolazione, pretendendo l’eliminazione di tutti i fattori ambientali sociali, lavorativi, psicofisici, economici
che lo possono compromettere e nel contempo “curare” la crescente disumanizzazione della medicina,
passando dalla medicina-azienda, alla medicina dell'empatia. Indispensabile è
altresì battersi contro il precariato, per un lavoro dignitoso, secondo il
principio oggi dimenticato lavorare meno lavorare tutti, e organizzato a misura
d’uomo secondo il principio dell’ergonomia per cui è il lavoro che deve essere
adattato all’uomo e non viceversa.
Questi obiettivi rovesciano
radicalmente tutte le logiche e le pratiche legate al profitto, e portano ad
unità politica tutte le queste tematiche e problematiche, in modi molto diretti
che possono venire direttamente percepiti dalle persone
Ecco perché riteniamo necessario riprendere e rilanciare nel modo più
deciso il tema della difesa della salute nei luoghi di vita e di lavoro.
Per questo è necessaria e fondamentale una ripresa della partecipazione
dal basso che consideri la Salute un Bene Comune irrinunciabile: a tal
proposito riteniamo che anche un nuovo soggetto politico, come ad es. “Alba”,
che vuole fare proprio della partecipazione il pilastro del suo agire politico
in difesa del lavoro, dei beni comuni e dell’ambiente non possa prescindere da
un rapporto stretto e sinergico, con tutti i movimenti di cittadini e
lavoratori che si battono su questi temi, nonché con quelle associazioni, come
MEDICINA DEMOCRATICA che da oltre 30 anni si batte per la salute dei lavoratori
e del popolo inquinato.
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