...Lo studio segnala che “i rifiuti sono un buon affare”, se
è vero che nel 2008 il settore della
gestione dei rifiuti e del riciclaggio nell' UE ha realizzato un fatturato di
145 miliardi di euro per un totale di circa 2 milioni di posti di lavoro. La
piena attuazione della politica comunitaria sui rifiuti “potrebbe creare altri
400mila posti di lavoro nell'Ue, incrementando di 42 miliardi di euro il
fatturato annuo del settore”.
http://www.rifiutilab.it/dettaglio_doc.asp?id=2908&menuindex=
L'USO DI STRUMENTI ECONOMICI E LO SVILUPPO DELLA
RESPONSABILITÀ ESTESA DEL PRODUTTORE PER PREVENIRE I RIFIUTI: LA UE
RILANCIA.
UNA FINESTRA SULLA PREVENZIONE DEI RIFIUTI
Rubrica tenuta da Mario Santi
Da una relazione della Commissione in vista della del
riesame degli obiettivi UE in tema di rifiuti massima priorità all'uso di
strumenti economici e alla EPR.
Per avviare la revisione della “strategia tematica” sulla
prevenzione e il riciclaggio, in vista del riesame degli obiettivi dell'Unione
in materia di rifiuti, previsto per il 2014.
è stata pubblicata il 16 aprile 2012 una Relazione della commissione
(http://reteambiente.it/repository/normativa/16564_relazione_dg_ambiente.pdf ).
Lo studio segnala che “i rifiuti sono un buon affare”, se
è vero che nel 2008 il settore della
gestione dei rifiuti e del riciclaggio nell' UE ha realizzato un fatturato di
145 miliardi di euro per un totale di circa 2 milioni di posti di lavoro. La
piena attuazione della politica comunitaria sui rifiuti “potrebbe creare altri
400mila posti di lavoro nell'Ue, incrementando di 42 miliardi di euro il
fatturato annuo del settore”.
Contemporaneamente ci si interroga sulla grande disparità
di risultati ottenuti dagli Stati membri nell'applicazione della politiche sui
rifiuti definite a livello comunitario, laddove accanto ai 6 casi più virtuosi,
con percentuali di riciclo superiori al 70% e che conferiscono in discarica
meno del 3% dei rifiuti urbani, abbiamo ancora paesi dove la maggior parte dei
rifiuti finisce tuttora in discarica.
“I rifiuti sono troppo preziosi per essere semplicemente
buttati via: con una gestione oculata è possibile reiniettarne il valore
nell'economia - spiega Janez Potocnik, commissario Ue per l' Ambiente. Gli
Stati virtuosi “non soltanto sfruttano il valore dei rifiuti, ma hanno
contestualmente creato anche industrie fiorenti e numerosi posti di lavoro; la
relazione illustra come ci sono riusciti: aumentando l'attrattiva economica
della prevenzione, del riutilizzo e del riciclaggio mediante strumenti
economici selezionati”.
Si può stimare che se l'applicazione di strumenti quali
una tassazione elevata sulle discariche o l'applicazione della tariffa puntuale fosse implementata anche
dagli Stati dove più del 75% dei rifiuti finisce tuttora in discarica, oltre
agli ovvi vantaggi ambientali si potrebbero creare anche 400,000 nuovi posti di
lavoro.
Per questo motivo la Commissione intende utilizzare
i risultati dello studio per promuovere
l'uso di strumenti economici da parte degli Stati membri, in particolare dove
la gerarchia dei rifiuti non è sufficientemente applicata.
In particolare ci si concentrerà su tre tipi fondamentali
di strumenti economici:
(1) oneri per lo smaltimento e trattamento dei rifiuti
(discariche e inceneritori),
(2) sistemi tariffaria puntuali “Pay-as-you-throw” (e qui
sarà necessario che il legislatore nazionale intervenga a correggere orientando in questo senso
quanto previsto per la nuova TARES, che a partire dal 1 gennaio 2013 sostituirà
i precedenti regimi Tarsu e Tia[1]) e
(3) i regimi di responsabilità del produttore.
Al riguardo, un altro studio specifico sui regimi di
responsabilità estesa del produttore sarà lanciato nel 2012, concentrandosi
sulle migliori pratiche per garantire che i sistemi di costo efficienti sono
messo in atto.
Va rilevato, infine,
che la Commissione sta vagliando l'ipotesi di inserire la buona gestione
dei rifiuti fra le condizioni per l'ottenimento di determinati fondi europei.
[1] V. art. 14
del DL Salva Italia il decreto-legge 6
dicembre 2011, n. 201, convertito in legge con legge di conversione 22 dicembre 2011, n. 214.
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