https://abclarete.altervista.org/perche-linquinamento-da-pm10-puo-agevolare-la-diffusione-del-virus-molto-interessante-per-chi-vive-in-pianura-padana-poco-o-niente-per-chi-la-governa/?fbclid=IwAR0cmxOczvUynFlS6rkcJJF_MGPCGFF-zjOGzJVPlvv_sV-rqjACJV82mfc
Perché l’inquinamento da Pm10
può agevolare la diffusione del virus ...
(considerazioni su una "fotografia" plausibile che probabilmente verranno confermate, oppure no, oppure trascurate, come altre considerazioni su correlazioni, evidenze rilevabili.... -ndr msirca-)
Perché l’inquinamento da Pm10
può agevolare la diffusione del virus (molto interessante per chi vive in
pianura padana, poco o niente per chi la governa)
Pubblicato
da abclareteil 18 Marzo 2020
La correlazione evidenziata dall’analisi dei dati
delle Arpa congiunta ai numero dei contagiati: il PM10 agirebbe da vettore
del virus
di
M.Cristina Ceresa
Le
correlazioni vengono al pettine: l’inquinamento, soprattutto quello
atmosferico, potrebbe aver preparato il terreno al Coronavirus e alla sua
diffusione. Quantomeno i dati evidenziano una relazione tra i superamenti dei
limiti di legge per il Pm10 e il numero di casi infetti da Covid-19.
Lo dimostra
uno studio curato da una dozzina di ricercatori italiani e medici della Società
italiana di Medicina Ambientale (Sima). Leonardo Setti dell’Università di
Bologna e Gianluigi de Gennaro dell’Università di Bari hanno passato gli ultimi
venti giorni sui dati registrati nel periodo tra il 10 e il 29 febbraio e li
hanno incrociati: da una parte quelli provenienti dalle centraline di
rilevamento delle Arpa, le agenzie regionali per la protezione ambientale,
dall’altra i dati del contagio da Covid19 riportati dalla Protezione Civile,
aggiornati al 3 marzo, lasso temporale necessario considerando il ritardo
temporale intermedio di 14 giorni pari al tempo di incubazione del virus. La
conclusione è che si evidenzia una relazione tra i superamenti dei limiti di
legge delle concentrazioni di Pm10 e PM2,5 e il numero di casi infetti da
Covid-19.
La Pianura
padana è in codice rosso anche nello studio: qui si sono osservate le curve di
espansione dell’infezione che hanno mostrato accelerazioni anomale, in evidente
coincidenza, a distanza di due settimane, con le più elevate concentrazioni di
particolato atmosferico.
Il Pm10
avrebbe, secondo la ricerca, esercitato un’azione di boost, cioè di
impulso alla diffusione virulenta dell’epidemia. Leonardo Setti lo mette in
luce: «Le alte concentrazioni di polveri registrate nel mese di febbraio in
Pianura padana hanno prodotto un’accelerazione alla diffusione del Covid19.
L’effetto è più evidente in quelle province dove ci sono stati i primi
focolai».
Potrebbe
quindi essere questo uno dei motivi per cui la Pianura padana, rispetto alle
altre zone d’Italia, ha cullato il virus in maniera più concentrata. A
questo proposito è emblematico il caso di Roma, in cui la presenza di contagi
era già manifesta negli stessi giorni delle regioni padane senza però innescare
un fenomeno così virulento. Brescia è tra le città più colpite per
inquinamento e caso di focolai di Coronavirus.
L’idea che
l’inquinamento da Pm10 sia facilitatore delle infezioni non è nuova, a partire
da polmonite e morbillo. La letteratura è lì a dimostrarlo e a suggerire norme
importanti per ridurre l’inquinamento.
Il
presupposto con il Coronavirus è lo stesso: il particolato funge da carrier per
il trasporto del virus. Anche nell’etere. Forse tanto quanto una
stretta di mano: «Più ci sono polveri sottili – afferma Gianluigi de Gennaro,
dell’Università di Bari – più si creano autostrade per i contagi. È
necessario ridurre al minimo le emissioni».
È noto che
il particolato atmosferico funziona da vettore di trasporto per molti
contaminanti chimici e biologici, inclusi i virus che si “attaccano” (con un
processo di coagulazione) anche per ore, giorni o settimane. Inoltre, sarebbero
lunghe le distanze che il virus potrebbe percorrere così trasportato.
Lo studio
mette in luce un altro fattore: «L’attuale distanza considerata di sicurezza –
fa notare Alessandro Miani, Presidente della Società Italiana di Medicina
Ambientale (Sima) riferendosi allo spazio di un metro – potrebbe non essere
sufficiente». Così come evidentemente non sono sufficienti le misure finora
adottate per contenere l’inquinamento atmosferico. https://www.ilsole24ore.com/art/l-inquinamento-particolato-ha-agevolato-diffusione-coronavirus-ADCbb0D?utm_medium=FBSole24Ore&utm_source=Facebook&fbclid=IwAR0–0TtnAl-HHP552aNZPQL-UK39hayMKj9epYoZk-eTCIIldOv3FW4NEk#Echobox=1584477853
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