𝐏𝐄𝐑
𝐔𝐍𝐀 𝐕𝐄𝐑𝐀 𝐂𝐈𝐑𝐂𝐎𝐋𝐀𝐑𝐈𝐓𝐀’ 𝐈𝐍𝐕𝐄𝐂𝐄 𝐃𝐄𝐋
𝐆𝐑𝐄𝐄𝐍𝐖𝐀𝐒𝐇𝐈𝐍𝐆 𝐃𝐈 𝐀𝐙𝐈𝐄𝐍𝐃𝐄, 𝐔𝐍𝐈𝐎𝐍𝐄
𝐄𝐔𝐑𝐎𝐏𝐄𝐀, 𝐒𝐓𝐀𝐓𝐎, 𝐑𝐄𝐆𝐈𝐎𝐍𝐄
Le
politiche sui rifiuti sono ad un punto di svolta. Si “intrecciano”
iniziative istituzionali e strategie economiche a diversi livelli :
Programma Nazionale Gestione Rifiuti, Strategia nazionale per l’
economia circolare, Piano Regionale, Piano industriale ALIA per l’ Ato
Toscana Centro.
L’8
Settembre scade il termine per la presentazione al Garante dell’
informazione e della partecipazione, di contributi per il Piano
Regionale che come comitati di abitanti del Movimento Rifiuti Zero e
associazioni ambientaliste stiamo elaborando, sia per non lasciare nulla
di intentato sia per rilanciare la mobilitazione con proposte in
direzione contraria alle politiche regionali sui rifiuti.
La
regione Toscana, infatti, sta perdendo l' occasione di essere la prima
regione italiana rifiuti zero. Punta invece con ostinazione a “nuovi”
impianti basati sulla ‘gassificazione’ dei rifiuti attraverso sistemi
tecnologici rigidi e non ancora provati.
La Regione propone tra le
altre cose, tre “distretti circolari” (Empoli, Pontedera, Rosignano
marittimo) costituiti unicamente dalla costruzione di impianti di
combustione dei residui e non da positive sinergie tra imprese per il
riutilizzo dei materiali. Dai RIFIUTI la Regione cerca di ottenere
nuovo carburante e combustibile per fornire ENERGIA allo stesso sistema
industriale e gestionale responsabile dell’ aumento della produzione di
rifiuti e della crisi ecologica a scapito della salute delle
popolazioni, dell’ambiente, delle risorse pubbliche.
Questo
ennesimo tentativo di proseguire una crescita economica senza limite
e un “business as usual”, a) attraverso l’ utilizzo a fini di
competitività e concorrenza economica, delle materie prime secondarie e
b) con un sovradimensionamento degli impianti che nei fatti chiude la
porta alla diffusione delle buone pratiche, con la costruzione di un
sistema tecnologico rigido ad alto rischio e con processi inquinanti,
vede protagoniste grandi aziende come ENI, SUEZ, NEXT-CHEM, ALIA a cui
la Regione affida un ruolo decisionale nel Piano dei Rifiuti, anche
istituendo l’ “avviso pubblico” per manifestazione d’interesse, e che,
di fatto, è ben più di un semplice “appalto per la gestione”, ma si
configura come il vero ‘regista’ della pianificazione.
La
filosofia manageriale e di impresa finisce così con caratterizzare l’
insieme della politica pubblica e amplia la dimensione finanziaria dei
processi di gestione con la corsa alla costituzione di Multiutilities,
grandi soggetti gestori di vari servizi (acqua, gas, luce, rifiuti ),
per incrementare la redditività e garantire anche i finanziamenti degli
impianti.
Di
fronte ad una crescita economica senza limiti e alla centralità della
competitività economica dell’ Unione europea, VOGLIAMO porre il
limite al centro delle politiche economiche e insediative come
-elemento base per ambienti di vita di lunga durata;
-per
bloccare la catastrofe naturale e sociale in corso : riscaldamento
globale e cambiamenti climatici conseguenti, riduzione della
disponibilità di acqua dolce, impoverimento della biodiversità,
precarietà dell’ esistenza.
D’ altra parte è falso il mito che la
tecnologia possa indefinitamente rincorrere i propri errori e porvi
"rimedio" (B.Commoner già 40 anni fa). Porci un limite significa dare
priorità alla prevenzione del danno, che è l'unica vera possibilità di
ripristino delle relazioni naturali.
L’
obiettivo condivisibile è IL RECUPERO DEI MATERIALI verso una
CIRCOLARITA’ che tuttavia la stessa Unione Europea rischia di tradire
laddove subordina le politiche sui rifiuti al rilancio della
competitività economica.
Come
abitanti che abbiamo pro tempore in cura le materie prime secondarie
da rifiuti quale capitale naturale, che usiamo tempo e creatività per la
raccolta differenziata e il conferimento, che forniamo i materiali per
il business del riutilizzo di materia e del recupero di energia pagando
una bolletta salata (TARI)
RIVENDICHIAMO di potere decidere sul loro
uso, sul Piano Regionale, sull' impiantistica (che è stata proposta da
aziende e imprese private).
Vogliamo
decidere per impedire l’ aumento della quantità di materie prime
secondarie che nei fatti alimentano il circolo vizioso della
produzione di sempre più merci e quindi di sempre più rifiuti. Vogliamo
decidere oltre l' offerta di una partecipazione solo formale e a giochi
fatti, per collegare la salvaguardia dell’ ambiente a nuove forme di
organizzazione del lavoro a tutela della persona umana. Anche per la
circostanza che con il pagamento della TARI supportiamo dal punto di
vista economico le scelte proposte dalla società-gestore.
Vogliamo
decidere dell’ opportunità o meno degli investimenti anche in
considerazione del fatto che siamo noi abitanti a pagarli. Gli
abitanti, in veste di utenti di servizi in regime di monopolio naturale
come il servizio idrico ed il servizio di raccolta e gestione dei
rifiuti urbani, sono ben consapevoli del proprio status di detentori di
diritti ma anche del fatto che il gestore dipende esclusivamente dal
pagamento delle tariffe da parte degli abitanti.
Da ciò ne consegue
che qualsiasi aumento della tariffa deve essere ampiamente
giustificato e rendicontato nonché approvato dai cittadini/utenti pena
la possibilità degli stessi di rifiutarne l’applicazione. Questa
situazione è chiarita, ad esempio, dal recentissimo aumento
ingiustificato della TARI deciso da ALIA.
No Multiutility - SI' Multicivics in ecosistemi ‘costituzionali’.
Multicivics
di comunità, nei quali non sia predominate l’ economia standard e
l’accumulazione di denaro (Multiutility), ma la redditività civica quale
valore generato dalle attività di cura e gestione di beni fondamentali
(materie prime, residui come materie prime seconde, servizi essenziali,
ad esempio); la cooperazione mutualistica in economie rigenerative che
assicurino e mantengano la funzione sociale e generale dei beni
fondamentali e l’ equilibrio ecologico, attraverso la cura e l’
arricchimento della biodiversità ecologica e sociale, il rafforzamento
degli ecosistemi ‘costituzionali’ in quanto l’ art. 9 della Costituzione
repubblicana tutela ora anche gli ecosistemi;
in una dimensione di
co-responsabilità tra abitanti e amministrazioni pubbliche locali per
generare servizi collettivi innovativi (non di combustione, ad esempio).
CHIUDERE
i 4 inceneritori ancora attivi . Montale (Pt) e Picchianti (Li) entro
il 2023, San Zeno (Ar), Poggibonsi (Si) nel 2024.
BLOCCARE l' impiantistica Waste to Methanol e Waste to Ethanol o che usano analoghe tecnologie di combustione.
SI
AD UNA COERENTE GESTIONE DELLA FRAZIONE ORGANICA in relazione con le
ecologie e la storia dei luoghi, senza impoverimento dei suoli; per
bloccare la desertificazione; per una agroecologia che usi ridotte
quantità di acqua.
Movimento Regionale Verso Rifiuti Zero
primi Promotori:
Alterpiana Fi-Po-Pt
Assovaldisieve
Associazione VAS Onlus
Ass.Acqua Bene Comune Pistoia e Valdinievole ODV
Ass.Alleanza Beni Comuni Pistoia odv
Ass. Atto Primo - Salute
Ambiente Cultura
Collesalviamo l'Ambiente
Coordinamento Provinciale Rifiuti Zero Livorno
Comitato Ambientale di Casale
Comitato Rifiuti Zero Cecina
Comitato Obiettivo Periferia
Cub Toscana
Forum Ambientalista
Forum dei Movimenti per l'Acqua
La Libellula
Medicina Democratica Firenze
abc Pistoia
Osservatorio ambientale di Prato
WWF
Presidio No Inc-No Aero
Rete Valdisieve Verso Rifiuti Zero
Rossano Ercolini Zero Waste Italy
TAT Movimento tutela ambiente e territorio Montefoscoli