(in occasione della "fumata" rosa dell'inceneritore zuzzerellone di Ospedaletto (PI), è stata fatta anche l'ipotesi che si potesse trattare di formaldeide... naturalmente le analisi sarebbero state poi tranquillizzanti, come rassicuranti sono state le risultanze rispetto alla nube nera dell'incendio alla De Longhi: in questo caso la diossina, c'è, anzi no scusate... non c'è, e invece c'è come qualcuno ha dovuto ammettere nelle ultima analisi....ndr)
http://www.greenreport.it:80/contenuti/leggi.php?id_cont=7041
Formaldeide, una quasi innocua sostanza pericolosa
LIVORNO. L’associazione consumatori Aduc – in occasione della 46ma edizione del mobile alla Fiera di Milano (Rho) – ha messo in rete un decalogo con alcuni consigli per gli acquisti. In particolare ha segnalato il problema della formaldeide, una sostanza usata nella produzione delle resine e che trova impiego nelle schiume isolanti, negli adesivi, nel tessile. «In pratica – scrive l’Aduc - la formaldeide è presente nei materiali di costruzione, nell´arredamento domestico, nei vestiti e nei cosmetici. La maggior parte degli agglomerati o compensati di legno contiene formaldeide, che viene rilasciata nel corso degli anni. Una indagine, condotta dalla rivista di consumatori francese Que Choisir, ha evidenziato livelli inquietanti di formaldeide nelle abitazioni suscettibili di provocare irritazione degli occhi, della pelle, delle vie respiratorie e crisi di asma. Il Centro internazionale di ricerca sul cancro (F) ha definitivamente classificato la formaldeide come cancerogeno certo per l´uomo».
«L´attività cancerogena – aggiunge - riguarda in particolare le prime vie aeree (rino-faringe, fosse nasali, seni paranasali). Cosa fare? Per coloro che già hanno acquistato mobili il consiglio è quello di aerare il più possibile, tenendo aperte le ante o i cassetti dei mobili. Per i cittadini che non vogliono correre rischi consigliamo l´acquisto di mobili senza formaldeide. Esistono e sono certificati, ed è bene che i consumatori, che vogliono tutelare la propria salute, inizino a indirizzare il mercato».
Abbiamo approfondito l’argomento con Elio Cocchi, chimico libero professionista consigliere dell’ordine dei chimici della Toscana ed esperto nel settore del tessile.
Cocchi, la formaldeide è davvero così pericolosa?
«Diciamo che, pur con qualche posizione contraria, è ritenuta da una larga maggioranza di esperti cancerogena».
Perché allora non è vietata?
«Guardi, oggi praticamente non si usa più. Almeno in Europa, perché in Cina se ne fregano abbastanza. Ben difficilmente infatti, troverà scritto che un prodotto contiene formaldeide. Piuttosto viene usata abbastanza spesso nei processi produttivi ad esempio nelle resine per i tessuti e quindi si può liberare quando il prodotto è finito. E qui è difficile stabilire quanta ce ne sia, e quanto una persona rischia di respirarne. Sono moltissimi i prodotti che hanno quindi la formaldeide come sottoprodotto, ma è una quantità che dovrebbe essere contenuta. Se il processo è condotto bene – ma purtroppo spesso non lo è – questo rilascio non dovrebbe proprio esserci».
Quindi le persone non possono difendersi?
«Onestamente credo che non ci siano in realtà grossi rischi per le persone, perché la formaldeide viene rilasciata quasi subito dai prodotti, quindi semmai il problema è per chi lavora nel tessile ad esempio e nel legno. Gli esercenti che magari aprono per primi una confezione. A questi, se c’è, gli arriva subito in faccia. Basterebbe che quei prodotti restassero per qualche tempo a stagionare e il problema non sussisterebbe. Invece, appena finiti, vengono impacchettati col cellophane e quindi se c’è rilascio resta dentro la confezione. Una volta anch´io ho comprato una cameretta per mia figlia e mi accorsi a casa che si stava liberando formaldeide, quindi tenni aperte le finestre per qualche tempo. E´ l´unica cosa che si può fare in questo caso».
Controllare questa cosa, quindi, è difficile. Ma il Reach può essere utile?
«E’ un problema controllare questi prodotti e anche il Reach credo che ci possa fare poco. Le ripeto, nessuno scrive più che la formaldeide è presente nel prodotto. Però va detto che i rischi sono contenuti. I giapponesi hanno le norme più severe e ci stanno attentissimi, mentre in Cina non si pongono credo neppure il problema. Comunque penso che si possa fare ancora qualcosa per migliorare questa situazione, migliorando il processo e riducendo ogni liberazione di formaldeide».
Dunque quando questi prodotti, siano essi legno siano tessuti o altro, finiscono nella spazzatura non hanno più la formaldeide.
«Esatto, una volta liberata nell’aria non c’è più e questo avviene abbastanza in fretta».
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