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Ercolini ospite del "Pianeta Terra Festival"

 

 

Sabato 8 ottobre alle ore 19 presso la sala sala convegni di Confindustria toscana nord sita a Lucca in piazza Bernardini, 41 Rossano Ercolini, goldman environmental prize 2013, sarà ospite del Pianeta Terra festival, che vede studiosi nazionali e internazionali confrontarsi per costruire una visione nuova per il futuro del nostro Pianeta.

All’evento, dal titolo “Dall’ego-logia all’eco-logia: quando i cittadini possono fare la differenza”, sarà presente con Ercolini anche Samir de Chadarevian, advisor, storyteller ed editorialista.

Entrambi dialogheranno con Irene Ivoi sull’importanza di ripensare ad un modello economico, antropologico e culturale del tutto ego-logico e inadeguato a risolvere le grandi sfide dei nostri tempi.

Dall’ego-logia all’eco-logia, un gioco di parole che fa appello ad una sfida:  il passaggio dal “modello lineare” (estrazione, produzione, consumo, smaltimento) centrato sullo sfruttamento sconsiderato della natura al “modello circolare” basato sul rispetto dei tempi e dei modi della rigenerazione ambientale.

L’ingresso all’incontro è gratuito fino ad esaurimento posti.

 

 

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Ex ministro Ronchi commentato da Federico Valerio PDF Stampa E-mail
Scritto da msirca   
mercoledì 06 settembre 2006

foto_3428L'ex ministro Ronchi "si risente" delle argomentate preoccupazioni e puntuali appunti dei Medici per l'Ambiente; che abbia la coscenza un pochino sporca?

Federico Valerio puntualizza certe distrazioni di Edo Ronchi (nella foto)

Con inaspettato tempismo l'ex ministro Ronchi risponde al documento dei Medici per l'ambiente inviato ai ministri dell'ambiente e della sanità in occasione della giornata mondiale contro l'incenerimento. In allegato il documento ISDE, l'intervento di Ronchi a greenreport e i miei commenti (in rosso).
Federico Valerio

Medicina, economia e ambiente

L´ex Ministro Ronchi commenta le affermazioni dei medici per l´ambiente sul recupero di energia dai rifiuti. Il presidente dell’Associazione Medici per l’Ambiente Isde Italia, Roberto Romizi, annuncia in una lettera inviata al ministro dell’Ambiente e a quello della Salute, la giornata mondiale contro l’incenerimento dei rifiuti, in programma il 6 settembre. «L´aumento delle patologie cronico-degenerative –sostiene Romizi - da quelle neurologiche, cognitive, autoimmuni, respiratorie, cardiovascolari, neoplastiche (incremento del 30% dei tumori da 0 a 14 anni e del 45% dai 14 ai 19 anni negli ultimi trenta anni!) ai disturbi neuro-comportamentali, riproduttivi ecc. - è in gran parte da ascrivere al degrado sempre più drammatico delle condizioni del nostro ambiente». Tali sostanze sono persistenti, spiega il presidente dell’Isde, «hanno un’emivita dai 7 ai 10 anni, sono liposolubili, bioaccumulabili, e interferiscono con molteplici funzioni cellulari e biologiche, ed esplicano inoltre effetti cancerogeni.

Dati recenti confermano inoltre il sospetto che le alterazioni prodotte vengano trasferite attraverso le cellule germinali con danni pertanto trasmissibili alla specie». Fin qui la parte medica. Poi il presidente dei medici per l’ambiente spiega perché la giornata contro l’incenerimento, «che fra tutte le tecniche è la più costosa ed essendo una fra le fonti più rilevanti di agenti tossici inquinanti è la meno rispettosa dell´ambiente e della salute. Le emissioni degli inceneritori contribuiscono inoltre ad aumentare i gas serra, e incentivarne l´uso contravviene ai dettami internazionali del protocollo di Kyoto e ci esporrebbe a un ulteriore aumento delle sanzioni economiche da parte della CE».

 Una prima risposta a queste affermazioni arriva dall’ex ministro dell’ambiente Edo Ronchi (Nella foto): « L’analisi di ciclo ambientale comparata – spiega il senatore dell’Ulivo - che tiene conto in particolare delle emissioni di CO2 evitate, fra smaltimento in discarica con le migliori tecniche disponibili (compreso il parziale recupero di biogas) e incenerimento con recupero di energia con le migliori tecniche disponibili, (quindi meglio con rifiuti pretrattati oppure con gassificazione precedente), evidenzia un minore impatto complessivo per l’incenerimento e il recupero energetico. Quindi non è vero che l’incenerimento è la tecnica meno rispettosa dell’ambiente e della salute».

 **Il confronto non deve essere fatto tra l'incenerimento e la discarica tal quale, destinata in pochi anni a scomparire, in ottemperanza alle normative europee che, ad esempio, vietano la messa a discarica di materiale organico.

 **Il confronto corretto è tra incenerimento, riciclo e sistemi meccanico biologici MBT. Tutte le analisi serie, anche di fonte gestori di inceneritori, confermano che, rispetto all'incenerimento, la scelta migliore, con minore impatto ambientale, maggiore risparmio di gas serra e maggiore risparmio energetico è il riciclo, specialmente se realizzato con materiali separati a domicilio con la raccolta porta a porta. Anche il confronto tra inceneritori e sistemi meccanico biologici MBT (aerobici ed anaerobici) vede questi ultimi sul podio del minor impatto ambientale. Gli impianti MBT sono in grado di inertizzare il 60% dei materiali biodegradabili presenti negli scarti urbani. Il successo dell'approccio biologico a freddo, rispetto all'incenerimento sta nei numeri. Si assiste ad una crescita esponenziale di impianti MBT in tutto il mondo, sia quello sviluppato (Germania, Spagna, Austria, Inghilterra, Irlanda, Canada, Australia ) che quello in via di sviluppo. Anche in Italia una importante quantità di scarti urbani è trattata con metodi MBT , in particolare per produrre compost. Purtroppo, nel nostro paese, la distorsione dei certificati verdi fa preferire impianti MBT che producono CDR, anche se è possibile chiudere il ciclo con la messa a discarica degli scarti inertizzati biologicamente, dopo recupero dei metalli e delle plastiche, anche se queste ultime per la loro bassa qualità sono difficilmente riciclabili.

Nella gestione dei rifiuti – continua Edo Ronchi - è certamente corretto dare priorità alla prevenzione e quindi alla riduzione e al riciclo della materia tramite le raccolte differenziate. Ma il problema sorge per la quota residua dalle differenziate e che non viene inviata al riciclo. Tale quota in Italia continua ad essere consistente e nel frattempo che si fa? O lo smaltimento in discarica o la combustione con recupero energetico».

**A quanto pare l'ex ministro ignora l'esistenza dei sistemi MBT

Ronchi inoltre ci tiene a precisare che non è vero che l’incenerimento è uno dei motivi di richiamo dell’Unione europea: «I richiami UE – spiega - riguardano la definizione e gestione dei rifiuti, l’irregolarità di alcune discariche, ma non il recupero energetico dai rifiuti, che oltretutto in Italia è ancora molto basso, siamo intorno a una percentuale di 7-8%, mentre per esempio in Germania la quota di rifiuti incenerita è intorno al 30%».

**Occorre fare una verifica, ma mi risulta che il richiamo della UE riguarda gli incentivi che solo l'Italia da all'incenerimento dei rifiuti contrabbandandoli come fonte energetica rinnovabile. Inoltre, se saranno realizzati tutti i i progetti di nuovi inceneritori e di ampliamento di quelli già esistenti, l'Italia si avvia ad incenerire oltre il 50% dei propri rifiuti.

L’associazione Medici per l’ambiente parla però di «un proliferare in Italia di impianti di incenerimento», che troverebbe la sua ragione «nell´anomala e fuorviante assimilazione dei rifiuti a fonte rinnovabile di energia. Per questo si chiede che vengano immediatamente tolti «gli incentivi che solo nel nostro paese vengono dati ai gestori per tali impianti evitando in tal modo le sanzioni già comminate al nostro paese da parte della Comunità Europea. Si ricorda come questi incentivi economici, finanziati col 7% delle tariffe elettriche, dovrebbero essere utilizzati unicamente per lo sviluppo delle energie realmente rinnovabili».

La risposta dell’ex ministro anche in questo caso non si fa attendere: Edo Ronchi ricorda che, per quanto riguarda gli incentivi, i famosi certificati verdi, «anche nel rifiuto urbano esiste una quota di rinnovabile costituita dalla biomassa e quindi in base ai criteri comunitari vengono assegnati incentivi in quota parte. Questa quota può e probabilmente deve essere rivista certo, ma non può essere eliminata».

**E' possibile che Ronchi si sia scordato cosa dice la Direttiva 2001/77/CE del 27/9/2001 in merito alla promozione dell'energia elettrica da fonti energetriche rinnovabili. Trascrivo alla lettera l'articolo 8 di questa direttiva: "Allorchè utilizzano i rifiuti come fonti energetiche, gli Stati membri sono tenuti a rispettare la normativa comunitaria vigente in materia di gestione dei rifiuti. L'applicazione della presente direttiva lascia impregiudicata la definizione di cui agli allegati 2a, e 2b della direttiva 75/442/CEE del Consiglio del 15 luglio 1975 sui rifiuti. Il sostegno dato alle fonte energetiche rinnovabili dovrebbe essere compatibile con gli altri obiettivi comunitari, specie per quanto riguarda la gerarchia di trattamento dei rifiuti. Nel contesto di un futuro sistema di sostegno alle fonti energetiche rinnovabili non bisognerebbe pertanto promuovere l'incenerimento dei rifiuti urbani non separati, se tale promozione arrecasse pregiudizio alla gerarchia" In sintesi, bruciare scarti riciclabili e compostabili non rispetta le gerarchie previste dalla UE (privilegiare Riduzione, Riuso, Riciclo) e questa pratica non dovrebbe essere incentivata.

La lettera del presidente dei medici Isde Roberto Romizi si chiude auspicando che «solo con una seria politica di prevenzione primaria che riduca l´esposizione di tutta la popolazione ai rischi derivanti dall´inquinamento ambientale, e abbinata a una migliore educazione sanitaria e ambientale, si potrà ragionevolmente sperare di avere una popolazione più sana, economicamente più produttiva e si potranno arginare questi crescenti insostenibili costi della spesa sanitaria senza tagli impopolari e ricadute negative sui livelli di assistenza attualmente forniti».

Come dire che la prevenzione primaria si attua chiudendo gli inceneritori, e contemporaneamente si spera in una «popolazione economicamente più produttiva», ignorando e/o tralasciando una quisquilia: che ogni prodotto in più significa anche rifiuti in più.* Intanto «il credito al consumo surriscalda l’economia italiana» come esordisce oggi un quotidiano economico: quindi meno soldi ma più acquisti, più consumi e quindi più rifiuti.

**A quanto pare, il giornalista (o l'ex ministro) ignora che da dieci anni gli Stati Uniti hanno bloccato la crescita pro capite di rifiuti grazie a scelte governative a favore dei beni durevoli e del riciclo. E senza andare troppo lontano, tutte le città Italiane che hanno adottato la raccolta porta a porta e la tariffazione personalizzata, testimoniano sostanziali riduzione della produzione procapite di rifiuti.

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(*non è detto! Operando davvero per arrivare alle auspicate da tutti “ produzioni pulite” e il consumo consapevole, gli oggetti possono e devono essere prodotti perché non diventino mai “rifiuti” ma siano disassemblabili, riusabili, riciclabili - ndr aggiunta-). _____________________________________

ISDE Italia News A cura dell'Associazione Medici per l'Ambiente Numero 127 (29 agosto 2006)

Lettera aperta -

IV la giornata mondiale contro l’ incenerimento dei rifiuti

Al Ministro della Salute Lungotevere Ripa, 1 - 00153 Roma

Al Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio Via Cristoforo Colombo 44 – 00147 Roma

Illustrissimi Ministri,

il giorno 6 settembre 2006 si celebrerà la IV la giornata mondiale contro l’incenerimento dei rifiuti. Tale data ci fornisce l’occasione per alcune riflessioni che ci permettiamo di sottoporre alla Vostra Attenzione, nella certezza che Salute ed Ambiente rappresentino beni inscindibili, e che la loro tutela costituisca il fine assoluto del vostro, come del nostro, impegno. L’ aumento delle patologie cronico-degenerative da quelle neurologiche, cognitive, autoimmuni, respiratorie, cardiovascolari, neoplastiche (incremento del 30% dei tumori da 0 a 14 anni e del 45% dai 14 ai 19 anni negli ultimi trenta anni!) ai disturbi neuro - comportamentali, riproduttivi ecc.- è in gran parte da ascrivere al degrado sempre più drammatico delle condizioni del nostro ambiente. Si pensi ad esempio alle conoscenze che si stanno sempre più accumulando sugli effetti di numerosi agenti chimici clorurati sia di sintesi sia generati da processi di combustione (noti generalmente con l’acronimo POPs). Tali sostanze sono persistenti (emivita dai 7 ai10 anni), liposolubili, bioaccumulabili, e interferiscono con molteplici funzioni cellulari e biologiche, in particolare con: Sistema Endocrino, Sistema Nervoso, (in particolare degli organismi in via di sviluppo), Sistema Immunitario e Riproduttivo ed esplicano inoltre effetti cancerogeni. Dati recenti confermano inoltre il sospetto che le alterazioni prodotte vengano trasferite attraverso le cellule germinali con danni pertanto trasmissibili alla specie! L’ Associazione Medici per l’Ambiente - ISDE Italia ha già chiaramente espressa col documento del 5 gennaio 2006 - che ci permettiamo di allegare integralmente - tutta la propria contrarietà e preoccupazione in relazione all’incenerimento dei Rifiuti. che, fra tutte le tecniche è la più costosa ed essendo una fra le fonti più rilevanti di agenti tossici inquinanti e’ la meno rispettosa dell’ambiente e della salute. Il proliferare in Italia di impianti di incenerimento trova la propria ragione nell’anomala e fuorviante assimilazione dei rifiuti a fonte rinnovabile di energia. Si chiede che vengano immediatamente tolti gli incentivi che solo nel nostro paese vengono dati ai gestori per tali impianti e che venga attuata seriamente la Politica delle "R" (Riduzione, Riuso, Recupero, Raccolta Differenziata), evitando in tal modo le sanzioni già comminate al nostro paese da parte della Comunità Europea. Si ricorda come questi incentivi economici, finanziati col 7% delle tariffe elettriche, dovrebbero essere utilizzati unicamente per lo sviluppo delle energie realmente rinnovabili, quali il solare, che sono senz’altro meno impattanti per la salute umana rispetto a quelle derivate da tutti i processi di combustione, a partire dalla combustione dei rifiuti. Le emissioni degli inceneritori contribuiscono inoltre ad aumentare i gas serra, e incentivarne l'uso contravviene ai dettami internazionali del protocollo di Kyoto e ci esporrebbe a un ulteriore aumento delle sanzioni economiche da parte della CE. Chiediamo inoltre che la recente legge delega in tema ambientale n 152 03/04/2006 venga immediatamente revocata: riteniamo che la sua attuazione rappresenti un danno incalcolabile per la tutela di settori strategici quale quello che disciplina i rifiuti tossici e nocivi, le bonifiche, i bacini idrici, le emissioni di gas serra e che possa pertanto arrecare danni molto gravi per alla salute dell' intera nazione. Riteniamo doveroso riaffermare con forza che solo con una seria politica di Prevenzione Primaria che riduca l’esposizione di tutta la popolazione ai rischi derivanti dall’ inquinamento ambientale, e abbinata a una migliore educazione sanitaria e ambientale, si potrà ragionevolmente sperare di avere una popolazione più sana, economicamente più produttiva e si potranno arginare questi crescenti insostenibili costi della spesa sanitaria senza tagli impopolari e ricadute negative sui livelli di assistenza attualmente forniti, perchè - ricordiamo - “curando l’ambiente eviteremo di curare noi stessi”!

 Grati per l' attenzione Vogliate accettare i sentimenti della più profonda stima.

Dr. Roberto Romizi Presidente -

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ASSOCIAZIONE MEDICI PER L' AMBIENTE – ISDE ITALIA

RISOLUZIONE ISDE SULL'INCENERIMENTO DEI RIFIUTI

L’Associazione dei Medici Per l'Ambiente (ISDE Italia) è fortemente preoccupata in merito all’ incremento dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani (RSU) tramite incenerimento, che si sta proponendo nel nostro paese, sia con la costruzione di nuovi impianti, sia con l’ ampliamento di quelli esistenti. Lo smaltimento dei rifiuti esige, innanzi tutto, una seria politica delle “R” come Razionalizzazione, Riduzione della produzione, Raccolta differenziata, Riciclaggio, Riuso, Riparazione, Recupero. Solo dopo aver attuato tutti i punti precedenti, si potrà eventualmente valutare correttamente la migliore tecnica impiantistica per lo smaltimento della frazione residua scelta tra i sistemi che garantiscono meglio salute umana ed ambiente (pensare al trattamento con recupero energetico dell’'esigua frazione residua). Solo con questa politica, oltre a ridurre i costi economici, si possono ottenere impatti ambientali e sanitari inferiori a quelli prodotti dagli inceneritori e dalle discariche. L' incenerimento degli RSU è, fra tutte le tecnologie, la meno rispettosa dell' ambiente e della salute. E’ inevitabile la produzione di ceneri (che rappresentano circa 1/3 in peso dei rifiuti in ingresso e devono essere smaltite in discariche speciali) e l'immissione sistematica e continua nell’atmosfera per ogni inceneritore (di milioni di metri cubi al giorno) di fumi inquinanti contenenti polveri grossolane (PM10) e fini (PM2.5 , ovvero con diametri inferiori a 2.5 micron) costituite da nanoparticelle di sostanze chimiche (metalli pesanti, idrocarburi policiclici, policlorobifenili, benzene, diossine e furani, ecc.) estremamente pericolose, perché persistenti ed accumulabili negli organismi viventi. Senza contare del contributo all’effetto serra. La combustione trasforma infatti anche i rifiuti relativamente innocui quali imballaggi e scarti di cibo in composti tossici e pericolosi sotto forma di emissioni gassose, polveri fini, ceneri volatili e ceneri residue che richiedono costosi sistemi per la neutralizzazione e lo stoccaggio. Per noi, Medici per l’Ambiente, è prioritario pensare agli effetti sugli esseri umani più fragili, perché già malati, o più suscettibili come bambini, donne in gravidanza, anziani. Il rischio non è solo riferibile ad una maggiore incidenza di tumori (già segnalata), ma anche ad altre problematiche quali: incremento dei ricoveri e della mortalità per cause respiratorie e cardiocircolatorie, alterazioni endocrine, immunitarie e neurologiche. Si ribadisce che in problematiche così importanti e complesse devono sempre essere privilegiate le scelte che si ispirano al principio di “precauzione”, alla tutela e salvaguardia dell'ambiente, consci che la nostra salute e quella delle future generazioni è ad esso indissolubilmente legata (come le drammatiche esperienze su amianto, benzene, piombo e polveri fini dovrebbero averci insegnato). L’Associazione Medici per l’Ambiente chiede che: 1. Venga istituita immediatamente una moratoria sui progetti di termodistruzione (o termovalorizzazione) in corso; 2. Venga incentivata economicamente la politica delle “R”; 3. A cura delle Autorità competenti, vi sia una efficiente ed efficace azione di verifica e controllo, in continuo, dei possibili inquinanti (al camino, aria, terra e falde acquifere) per gli impianti già in funzione e che questi controlli siano simultaneamente affiancate da rigorosi monitoraggi sanitari delle popolazioni già potenzialmente esposte; 4. Siano istituzionalizzati i Garanti delle popolazioni che dovranno conoscere in tempo reale i risultati delle campagne ambientali, sanitarie e l’andamento delle misurazioni di tutte le possibili emissioni causate dal sistema di smaltimento operante, al fine di proporre tempestive soluzioni.

TUTTI GLI ESSERI UMANI SONO RESPONSABILI DELL’ AMBIENTE, I MEDICI LO SONO DUE VOLTE!

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Ultimo aggiornamento ( lunedì 31 marzo 2008 )
 
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