[...siamo tutti coinvolti, anche noi dovremo fare interposizione fisica se i folli e gli interessi dei potenti gruppi di pressione, dovessero prevalere magari aiutati dai corteggiamenti con cui le multinazionali inceneritoriste si presentano ai parlamentari a Strasburgo per far promuovere l'incenerimento al rango di "recupero". Non solo per questo, perchè anche noi avremo bisogno della solidarietà di tutti, eventualmente, ma specialmente per la gravissima offesa alla libertà di tutto il popolo inquinato e vessato da scelte immorali mentre si assolvono in modo bipartisan i responsabili del disastro anzi se ne seguono ancora le micidiali direttive, per il sangue versato di innocenti che pacificamente difendono e rivendicano diritti elementari (ricordate in Val di Susa vecchi e bambini con la testa rotta e i rigagnoli di sangue sul viso, i pianti di dolore ma specialmente la richiesta disperata "perchè?"), perchè tutto questo avviene in spregio a misure più semplici, più immediatamente risolutive e soprattutto rispettose dei cittadini e dell'ambiente, non possiamo tacere e nemmeno solo indignarci. Partecipiamo in massa alla manifestazione in programma per il 2 giugno, intanto (da confermare, teniamoci in contatto)] ndrmsirca
“Datemi voce e spazio perché sui giornali di domani non si leggerà quello che è accaduto. Si leggerà che i manifestanti di Chiaiano sono entrati in contatto con la polizia. Ma io ero lì. E la storia è un’altra”.
NAPOLI - Dalla professoressa Elisa Di Guida, docente di storia e filosofia in un liceo di Napoli, riceviamo questa testimonianza sugliaì scontri di ieri sera a Chiaiano: “Io sono nata in quella zona - ci ha raccontato per telefono - ma non abito più lì da tempo. Però mi sento legata a quella gente e a questa brutta vicenda. Così ieri sera ero lì e ho visto cose terribili. Ho avuto la sensazione che tutto fosse preparato, che la polizia abbia caricato improvvisamente senza una ragione, una scintilla. Perciò ho deciso di provare a scrivere quello che avevo visto”.
Ecco il racconto della professoeressa Di Guida
“Datemi voce e spazio perché sui giornali di domani non si leggerà quello che è accaduto. Si leggerà che i manifestanti di Chiaiano sono entrati in contatto con la polizia. Ma io ero lì. E la storia è un’altra”.
“Alle 20 e 20 almeno 100 uomini, tra poliziotti, carabinieri e guardie di finanza hanno caricato la gente inerme. In prima fila non solo uomini, ma donne di ogni età e persone anziane. Cittadini tenaci ma civili - davanti agli occhi vedo ancora le loro mani alzate - che, nel tratto estremo di via Santa Maria a Cubito, presidiavano un incrocio. Tra le 19,05 e le 20,20 i due schieramenti si sono solo fronteggiati. Poi la polizia, in tenuta antisommossa, ha iniziato a caricare. La scena sembrava surreale: a guardarli dall’alto, i poliziotti sembravano solo procedere in avanti. Ma chi era per strada ne ha apprezzato la tecnica. Calci negli stinchi, colpi alle ginocchia con la parte estrema e bassa del manganello. I migliori strappavano orologi o braccialetti. Così, nel vano tentativo di recuperali, c’era chi abbassava le mani e veniva trascinato a terra per i polsi. La loro avanzata non ha risparmiato nessuno. Mi ha colpito soprattutto la violenza contro le donne: tantissime sono state spinte a terra, graffiate, strattonate. Dietro la plastica dei caschi, mi restano nella memoria gli occhi indifferenti, senza battiti di ciglia dei poliziotti. Quando sono scappata, più per la sorpresa che per la paura, trascinavano via due giovani uomini mentre tante donne erano sull’asfalto, livide di paura e rannicchiate. La gente urlava ma non rispondeva alla violenza, inveiva - invece - contro i giornalisti, al sicuro sul balcone di una pizzeria, impegnati nel fotografare”.
“Chiusa ogni via di accesso, alle 21, le camionette erano già almeno venti. Ma la gente di Chiaiano non se ne era andata. Alle 21.30, oltre 1000 persone erano ancora in strada. La storia è questa. Datemi voce e spazio. Perché si sappia quello che è accaduto. Lo stato di polizia e l’atmosfera violenta di questa sera somigliano troppo a quelli dei regimi totalitaristi. Proprio quelli di cui racconto, con orrore, ai miei studenti durante le lezioni di storia”.
Elisa Di Guida
(docente di Storia e Filosofia - Napoli)
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