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 https://www.lagazzettadilucca.it/cultura/ercolini-ospite-del-pianeta-terra-festival

Ercolini ospite del "Pianeta Terra Festival"

 

 

Sabato 8 ottobre alle ore 19 presso la sala sala convegni di Confindustria toscana nord sita a Lucca in piazza Bernardini, 41 Rossano Ercolini, goldman environmental prize 2013, sarà ospite del Pianeta Terra festival, che vede studiosi nazionali e internazionali confrontarsi per costruire una visione nuova per il futuro del nostro Pianeta.

All’evento, dal titolo “Dall’ego-logia all’eco-logia: quando i cittadini possono fare la differenza”, sarà presente con Ercolini anche Samir de Chadarevian, advisor, storyteller ed editorialista.

Entrambi dialogheranno con Irene Ivoi sull’importanza di ripensare ad un modello economico, antropologico e culturale del tutto ego-logico e inadeguato a risolvere le grandi sfide dei nostri tempi.

Dall’ego-logia all’eco-logia, un gioco di parole che fa appello ad una sfida:  il passaggio dal “modello lineare” (estrazione, produzione, consumo, smaltimento) centrato sullo sfruttamento sconsiderato della natura al “modello circolare” basato sul rispetto dei tempi e dei modi della rigenerazione ambientale.

L’ingresso all’incontro è gratuito fino ad esaurimento posti.

 

 

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Noi oggi siamo le Mamme di Terzigno. PDF Stampa E-mail
Scritto da Redazione   
domenica 24 ottobre 2010

mammeNoi oggi siamo le Mamme di Terzigno.

Giuseppe De Marzo


Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR


 Noi siamo le mamme di Terzigno


Terzigno: 40 blindati e centinaia di agenti assaltano e menano le mamme ed i cittadini che si oppongono all'ennesima discarica dove la camorra, d'accordo con il governo Berlusconi e con gli industriali, sversa merda e veleni distruggendo la salute di un'intera comunità. Noi siamo con i  cittadini e con il diritto alla salute. come si fa a non vedere che abbiamo bisogno di un altro modello di sviluppo? Come si fa a non capire che questo "sistema" è insostenibile, produce miseria, conflittualità ed ingiustizia? come si fa a non rendersi conto che è IMMORALE usare le forze dell'ordine contro una popolazione che sta chiedendo solo di poter vivere in un ambiente sano, non degradato, che non metta a rischio la propria sopravvivenza? Come si fa ad accettare che nel 2010 in un paese "sedicentemente" democratico e del "primo" (?) mondo, valgano di più gli interessi della camorra, i legami con le imprese, il profitto, invece che i diritti di una comunità ed il diritto alla salute? Cosa dovremmo mangiare tra qualche anno secondo chi continua a sostenere questo modello (e sono in tanti anche a centrosinistra...)? E quale aria dovremmo respirare? Ed in quale ospedale dovremmo ricoverare i nostri cari colpiti da tumore, leucemie, e malattie varie provocate dalla degradazione e inquinamento ambientale? Ed ovviamente, lasciatemi scommettere, dovremmo anche cercare una raccomandazione in qualche ospedale privato, perché quelli pubblici non funzioneranno al meglio, perché troppo costosi?

E' inaccettabile, vergognoso ed illegale che il capo della polizia parli di "mano dura" contro chi protesta per affermare i propri diritti violati. Non possiamo più sopportare che della Giustizia sia fatta cenere e che il Diritto venga piegato sotto i colpi delle "esigenze dettate dalle crisi". E non accettiamo che qualcuno ci dica "ma dove li mettiamo i rifiuti?". Sono decenni che esistono progetti ignorati dai politici che potrebbero risolvere questo problema senza farci scegliere se essere sommersi di rifiuti o vivere nel terrore di beccare un tumore!! Basta ipocrisie. Troppi politici collusi, troppa mafia e P2 nello Stato!! Se non si fanno certe scelte è perché la politica ha paura di spezzare definitivamente il suo cordone con la mafia, la camorra e l'ndrangheta. Chi lo fa, viene isolato dal suo stesso partito o addirittura ammazzato! E quei partiti che parlano di lotta alla mafia dovrebbero ricordarsi di combattere anche le aziende costruite o "salvate" dalla liquidità della mafia. Pare ce ne siano tante in confindustria? vero? Vediamo bande di furbetti che ridono dei nostri morti, cricche e P3 pronte a scaricare l'avidità delle loro fauci sulle nostre disgrazie, mentre lo Stato resta immobile a vedere sbranare i figli di questa Patria.

Chi sono i violenti dunque? Cos'è la legalità in questo sistema di relazioni? Cosa vuol dire ancora "giustizia" nel nostro paese? Ci stanno ammazzando e stanno distruggendo insieme a noi il nostro territorio, la nostra bellezza, le nostre radici. Vogliono costruire il cittadino perfetto, moderno elettore nel sistema "bipartitico": un cittadino che accetti supinamente, non protesti, non si faccia domande, sia sempre sintonizzato attraverso il tubo catodico, educato con editoriali comprati alla fiera della propaganda di regime. Un cittadino perfetto che si faccia gli affari suoi, giri sempre la testa dall'altro lato, che schifi chi è diverso a prescindere, che deleghe ogni suo diritto alla cricca locale. Ma la storia ci insegna che prima o poi qualsiasi popolo quando non riesce più a vivere le sue aspirazioni si ribella. Ho fiducia che il nostro popolo, presto saprà ribellarsi. Ma noi dobbiamo almeno parlare, urlare e indignarci tutte le volte che la Democrazia viene violentata. Noi dobbiamo raccontare che esiste un altra possibilità, che esistono altre opzioni, che la storia non è finita.

Noi oggi siamo le Mamme di Terzigno.

Giuseppe De Marzo


Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR


Parma, 23 ottobre 2010

Commenti (3) >> feed
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scritto da msirca, ottobre 24, 2010

Solidarietà ai patrioti rifiutati

Quanta strada dovranno ancora percorrere i cittadini italiani, per essere finalmente ascoltati?

Quante botte dovranno ancora prendere i cittadini italiani, per far capire alle autorità che la salute deve venire prima di ogni altro interesse? Non lo sappiamo, ma la speranza non si affievolisce, nonostante il dramma di Terzigno. Siamo lo specchio del Paese e ci meritiamo i governi che abbiamo scelto.
Fino a giungere alla stanchezza definitiva e senza ritorno, dobbiamo
sopportare, subire, cercare di capire cosa ci ha portato a questi punti
estremi. Certamente la situazione dei rifiuti a Napoli rispecchia un modo vecchio di vedere il problema e di sollecitare le risposte. Perché nonostante tutto quello che capita la risposta delle autorità rimane soltanto la scelta della discarica, legata all'incenerimento.
Una strada di distruzione, di affari sporchi, di aria, acqua e suoli
inquinati. Solo la gente ha capito che non si esce da questo cul de sac senza capovolgere la gestione dei rifiuti, che devono essere prima di tutto ridotti alla fonte, per non diventare problema inaffrontabile a valle.
Ancora non sentiamo parlare di riduzione, di riuso, di riciclo, ma solo di
discariche, di inceneritori, di commissariamenti e di interventi cruenti e
impositivi, che ricalcano scelte vecchie e sorpassate.
Non vale nemmeno il richiamo dell'Europa, che lo stesso Bertolaso ha
sbeffeggiato come un intervento fuori luogo, che mette il naso in affari
altrui. E' lo stesso Risolvitutto che dava lezioni ad Haiti e per la
stanchezza accumulata, chiedeva un robusto massaggio al suo ritorno in
patria. Si vive di emergenze, si guadagna di emergenze, non c'è mai fine alle emergenze italiane, che non trovano mai il bandolo della matassa, coprendo le buche con fragili catrami appiccicosi, che saltano al primo mezzo pesante che vi passa sopra.
Terzigno insegna che difendere la salute del proprio territorio non basta.
Anche questo gesto estremo, il bloccare i camion di morte che vogliono
parcheggiare veleni nel tuo giardino, non è più un diritto, non fa più parte degli estremi rimedi, pronto il fronte della legalità apparente a scaricare su di te il dito della colpevolezza, il marchio infame del disordine e della resistenza a pubblico sopruso.
Dalla nostra terra maggiormente consapevole, ma in bilico sul baratro
dell'inceneritore, non può che giungere un segno di speranza. L'associazione che a Parma si batte da 4 anni contro l'inceneritore di casa nostra è vicina ai resistenti di ogni inceneritore che sporca l'aria d'Italia. Sappiamo con certezza che lo sforzo pedagogico che stiamo facendo, gli investimenti enormi di privati cittadini che ci stanno mettendo anima e corpo, alla fine daranno i loro risultati.
Sappiamo che una semina abbondante reca fertilità anche in un terreno arido, siamo convinti che il percorso intrapreso sia a senso unico e non consenta deviazioni verso le posizioni di partenza. Un'intera città sta camminando verso una nuova consapevolezza, distruggendo falsi credi che impedivano il risveglio, la presa di coscienza.
Un nuovo sentiero liberato dalle foglie ci conduce lontano e si fa sempre
più sicuro e luminoso.
Il segreto che non è tale è il non avere altri scopi, nessuna dietrologia o interesse da nascondere e da difendere, aperti a tutti per dialogare e
passare insieme qualche ora sul sentiero, certi che alla fine il segreto
svelato possa sconfiggere ogni altro effimero interesse.
Terzigno, Parma, Pietrasanta, Montale, Trento, Verona, quanti popoli si
ritrovano senza saperlo sulla stessa strada? E' la nostra arma migliore,
ingenua ma inarrestabile.
(...)
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Via Zaniboni 1 - Parma
Tel 331.116.8850
www.gestionecorrettarifiuti.it
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Con la stessa voce contro le nocività
scritto da COMITATO PER LA CHIUSURA DELL'INCENERITORE DI MONTALE (PT), ottobre 30, 2010

CON LA STESSA VOCE CONTRO LE NOCIVITA’
Ancora una volta la volontà degli abitanti di riappropriarsi delle decisioni che riguardano il proprio territorio di vita e la resistenza delle popolazioni colpite da diffuse nocività, sono trattate alla stregua di azioni delittuose, mentre polizia e carabinieri vengono mandati a esercitare l’ antico mestiere della repressione dei diritti e a militarizzare il territorio.
Uno spiegamento di forze che, invece, dovrebbe essere indirizzato a interrompere i perversi e inaccettabili legami tra gli interessi delle lobbies dei servizi, della finanza, delle imprese impiantistiche, e una classe amministrativa sempre più incapace e corrotta.
Accade oggi a Terzigno, come ieri ad Acerra, a Serre, a Pietrasanta (lu), a Chiaiano, in Val di Susa, a Vicenza e in cento altri luoghi di resistenza e di comune progettualità alternativa; e domani accadrà sempre più spesso e sempre più insensatamente.
Tuttavia, nonostante nocività e attacchi alla convivenza civile, una nuova e diversa potenza si è costituita da tempo ed è cresciuta nelle tante resistenze, nella elaborazione di proposte innovative, di nuovi progetti di vita, di nuove comunità umane che difendono la propria salute, la natura, il creato, le riserve e i flussi di materia, energia, biodiversità.
Una potenza che prende sempre più coscienza delle proprie sacrosante ragioni, della propria capacità di connessione, della necessaria messa in comune dei beni e dei luoghi fondamentali per vivere; che si oppone alle tante espropriazioni, alle privatizzazioni dei beni e dei servizi e inizia il cammino di riappropriazioni non più rinviabili.

Il “Comitato per la chiusura dell’ inceneritore di Montale (Pt)” è idealmente al fianco della lotta delle popolazioni di Terzigno e della Campania.
LA VOSTRA RESISTENZA E’ LA STESSA NOSTRA RESISTENZA. IL NOSTRO CUORE BATTE INSIEME AL VOSTRO.
Da anni siamo intossicati - e molte/i di noi uccise/i - dalle emissioni di un inceneritore e – qui nella troppo spesso a torto decantata Toscana felix - dal vizio assurdo dei nostri governanti di continuare con l’ imbroglio ecoenergetico e economico più colossale : l’ incenerimento come sistema inutile e sempre nocivo, che si mantiene solo grazie a bugie e corruzioni.
Dalla nostra resistenza e dalla nostra esperienza, vi vogliamo mandare la voce di un NO deciso agli inceneritori e alle discariche - che è un NO deciso al sistema integrato : raccolte differenziate-riciclaggio con incenerimento/discariche - perché essa si mescoli alla vostra e a tante altre, per creare una VOCE COMUNE E PIÙ FORTE.
COMBUSTIONE ZERO, RIDUZIONE DELLA PRODUZIONE DEI RIFIUTI E RICICLO COMPLESSIVO DELLA MATERIA : QUESTA E’ LA STRADA CHE CI PUO’ FAR USCIRE DALL’ INACCETTABILE E DISASTRATO PRESENTE, NEL CONTEMPO AUMENTANDO BENESSERE E POSTI DI LAVORO.
RIAPPROPRIAMOCI DEI SERVIZI. BLOCCHIAMO LE PRIVATIZZAZIONI. DIFENDIAMO SENZA SE E SENZA MA LA NOSTRA SALUTE E QUELLA DEI NOSTRI TERRITORI.
NO ALLA DISCARICA DI TERZIGNO, DI CHIAIANO, NO ALL’ INCENERITORE DI ACERRA. NO A TUTTE LE DISCARICHE E A TUTTI GLI INCENERITORI.

Intanto vi mandiamo un grosso abbraccio PER DIRE NO ALLE VIOLENZE DI POLIZIA E CARABINIERI E ALLE SCELLERATE E NOCIVE SCELTE NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI.

COMITATO PER LA CHIUSURA DELL’ INCENERITORE DI MONTALE (PT)
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Presidio a Terzigno da Radiosonar
scritto da msirca, dicembre 15, 2010

Occupazione di suolo pubblico? No, lo spazio in cui da settembre si riunisce il presidio che chiede la chiusura di cava Sari, al confine tra i comuni di Boscoreale e Terzigno, è privato. Utilizzo improprio di strutture appartenenti alla comunità? No, i gazebo sotto cui ogni notte cercano riparo i manifestanti sono privati, acquistati dagli stessi comitati dei cittadini, dopo una prima fase in cui erano stati dati in prestito un tendone del Comune e uno della Protezione civile. Intralcio alla circolazione nella rotonda di via Panoramica? No, i gazebo non sono montati in mezzo alla strada ma in uno spazio adiacente. Non si capisce quindi quale sia l’infrazione che ha portato ieri notte alla distruzione dei gazebo e del loro contenuto – sedie, poster, vettovaglie – da parte delle forze dell’ordine. L’unico reato da ipotizzare rimane quello di rimanere a contestare con ostinazione, per mesi, un sistema di smaltimento dei rifiuti dichiaratamente irresponsabile.

In serata si era sparsa la voce che qualcosa stava per succedere. La polizia era andata dalla proprietaria del terreno che ospita i gazebo, per verificare se l’occupazione fosse abusiva, ma pare che la signora avesse confermato che il presidio non le procurava alcun fastidio e che aveva dato il suo consenso all’utilizzo del terreno. Poco dopo le due di questa notte però sono arrivate tre camionette di carabinieri in tenuta antisommossa, con il supporto questa volta dei vigili del fuoco. «Sapevamo che sarebbero arrivati – racconta Patrizia – ma non potevamo immaginare la violenza e l’arroganza con cui si è svolta l’intera operazione. Un gruppo di ragazzi del presidio si è raggruppato sotto il gazebo, per scongiurare lo smantellamento, ma è stato caricato e dopo hanno cominciato a fare letteralmente a pezzi le strutture. I pompieri hanno segato i pali di ferro e tagliato accuratamente i teli, per evitare che qualcosa potesse essere utilizzato. Le sedie di plastica sono state buttate nel fuoco, quel piccolo fuoco che ci ha riscaldato in tutte queste notti e che è stato spento addirittura con un idrante, quando sarebbe bastata una bottiglia d’acqua. Chi fotografava o riprendeva è stato spinto e allontanato».

Volendo citare i soli danni materiali, oltre ai gazebo distrutti – che «erano costati mille euro in due, usati, e non è poco», dice Patrizia – c’è da mettere in conto anche un generatore, prestato al presidio dai proprietari dell’adiacente negozio “Ideal Casa”, e arbitrariamente sequestrato dalle forze dell’ordine. Nel buio della rotonda, che tolto il generatore rimane illuminata debolmente dai soli lampioni, con l’esasperazione e la rabbia che accompagnano l’intervento degli uomini in divisa, molte domande rimangono ancora una volta irrisolte. “Ma quale norma abbiamo violato?” urlano in molti. “Abbiamo avuto l’ordine”, è la sola risposta, “vi era stato detto di smobilitare la rotonda”. Intanto hanno via libera i camion che come ogni notte continuano a sversare a cava Sari; questa volta il loro passaggio non può essere impedito dai cittadini, impegnati ad assistere alla distruzione delle tende che da tre mesi simboleggiano il tentativo tenace quanto paradossale di tutelarsi da soli la salute e l’ambiente, laddove lo Stato si tira indietro. Tende che hanno offerto un rifugio temporaneo a chi si è alternato tutte le notti nella caccia agli autocompattatori, per fermarli e controllarne il contenuto, e scoprire puntualmente che trasportano rifiuti tutt’altro che secchi e inodori, come continuano ad affermare le autorità, sufficientemente smentite dalla puzza, che tranne che per brevi intervalli non ha mai smesso di attanagliare Boscoreale, Terzigno e i paesi vicini.

Il presidio è rimasto comunque in piedi alla rotonda fino alle sei di stamattina, allo scoperto e senza fuoco. Stamattina una delegazione è partita per Roma. Anche a causa degli avvenimenti di oggi forse non si è parlato molto di quello che è successo ieri notte. «Sono andata a casa sconvolta ieri notte, e pensavo che stamattina tutti ne avrebbero parlato. Ci vietano di protestare, distruggono oggetti privati su suolo privato. Ma è uscito ben poco sui giornali, e anche in paese nessuno mi sembrava scandalizzato», aggiunge Patrizia. La divisione tra i cittadini antidiscarica e il resto della popolazione, che sostiene gli inviti alla “responsabilità” lanciati dai sindaci, sui manifesti per strada, sembra ormai insanabile. Stasera, al ritorno dalla trasferta, si riuniranno di nuovo i comitati dei diversi comuni vesuviani. “Un gazebo distrutto non fermerà la protesta”, assicurano. (viola sarnelli)


http://napolimonitor.wordpress.com/2010/12/14/terzigno-divieto-di-presenza/



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