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 https://www.lagazzettadilucca.it/cultura/ercolini-ospite-del-pianeta-terra-festival

Ercolini ospite del "Pianeta Terra Festival"

 

 

Sabato 8 ottobre alle ore 19 presso la sala sala convegni di Confindustria toscana nord sita a Lucca in piazza Bernardini, 41 Rossano Ercolini, goldman environmental prize 2013, sarà ospite del Pianeta Terra festival, che vede studiosi nazionali e internazionali confrontarsi per costruire una visione nuova per il futuro del nostro Pianeta.

All’evento, dal titolo “Dall’ego-logia all’eco-logia: quando i cittadini possono fare la differenza”, sarà presente con Ercolini anche Samir de Chadarevian, advisor, storyteller ed editorialista.

Entrambi dialogheranno con Irene Ivoi sull’importanza di ripensare ad un modello economico, antropologico e culturale del tutto ego-logico e inadeguato a risolvere le grandi sfide dei nostri tempi.

Dall’ego-logia all’eco-logia, un gioco di parole che fa appello ad una sfida:  il passaggio dal “modello lineare” (estrazione, produzione, consumo, smaltimento) centrato sullo sfruttamento sconsiderato della natura al “modello circolare” basato sul rispetto dei tempi e dei modi della rigenerazione ambientale.

L’ingresso all’incontro è gratuito fino ad esaurimento posti.

 

 

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INVITO: Verso una Costituente della Piana PDF Stampa E-mail
Scritto da Redazione   
martedì 23 giugno 2020
icantbreathe

https://www.perunaltracitta.org/2020/06/23/verso-una-costituente-della-piana-firenze-prato-pistoia/?fbclid=IwAR03Bs6pxGavbVWGZPkTjYx5fvgRwBxteL_

4lYrPsvLXK6cx-Uea3FPYZ2Y

 

Verso una Costituente della Piana Firenze-Prato-Pistoia

di Redazione · 23 Giugno 2020

L’ insostenibiltà del modello economico e politico dominante ci appare oggi in tutta la sua pesantezza.

E’ la crisi ecologica, climatica e sociale che dura da decenni, con le sue nocività, con le nuove malattie indotte dai processi produttivi e di consumo, con l’ impoverimento della biodiversità e delle risposte immunitarie degli organismi.

E’ il debito che il modello economico dominante ha contratto con la natura e le sue riserve geobiochimiche, causa principale del debito economico di un sistema sociale e politico distruttivo e non rinnovabile. E’ l’ effetto sulla salute pubblica e personale dei diffusi inquinamenti del suolo, dell’ aria, delle acque, conclamati dalla crisi climatica e dal Covid-19.

E’ la crisi economica. E’ la mancanza di lavoro e di reddito per milioni di donne e di uomini.

E’ l’ aumento generalizzato della precarietà dell’ esistenza a livello globale, con inquietanti e irricevibili ordinamenti di disciplinamento sociale. 

 

Nella Piana Firenze Prato Pistoia e nella media valle dell’ Arno, come sappiamo tutte/i per farne parte, un ampio movimento popolare attraverso le lotte e la messa in campo di saperi e di pratiche autoprodotte e non subalterne, ha ottenuto in questi anni risultati molto importanti, come la cancellazione dell’inceneritore di Case Passerini e lo stop al nuovo aeroporto di Firenze, sia con la sentenza del TAR Toscana sia con il pronunciamento del Consiglio di Stato.
Come la messa al bando di alcuni pesticidi sia nel territorio del Biodistretto del Montalbano che nel vivaismo pistoiese. Come le iniziative verso molte amministrazioni comunali per indirizzarle a rifiutare sul proprio territorio la tecnologia 5G.
Come la riappropriazione di terre e di spazi rurali per l’ agricoltura contadina, l’agroecologia, il cibo di prossimità e autoprodotto (Mondeggi; Genuino Clandestino; Orto collettivo di Travalle; Valdisieve in transizione e altre esperienze).
Come la messa in discussione della mercificazione delle città e degli spazi pubblici in contrasto al turismo usa e getta e ai cicli produttivi del lusso e della produzione di tecnologie militari.

Tuttavia le nostre lotte e le nostre proposte e pratiche sociali quasi mai riescono a tradursi in politiche pubbliche concrete per la costruzione di processi economici di trasformazione sociale e di uso del territorio fuori dalle nocività sanitarie, sociali e ambientali.
Rischiano di andare a sbattere contro i rinnovati interessi delle imprese, contro il rilancio del modello di sviluppo espansivo e accentrato, tanto vecchio quanto distruttivo:
 nuova grande infrastrutturazione del paese, grandi e meno grandi opere inutili e dannose; predominio della finanza e del libero mercato. Tanto più oggi quando, nonostante la drammatica crisi ecosistemica e climatica della Terra e la ‘pandemia’, viene rilanciato il modello di depredazione e di sfruttamento del pianeta e dell’ uomo.

La comune responsabilità collettiva ci invita a costruire, anche nella Toscana centrale, percorsi comuni nella direzione di un’altra forma di società basata sulla cura dell’ ambiente, degli altri esseri viventi animali e vegetali. Al centro la vita, logiche ecosistemiche e relazionali dei progetti e delle azioni, democrazia effettiva, salute e prevenzione, riappropriazione di luoghi urbani e rurali anche attraverso la predisposizione di strumenti di uso e di gestione specifici ad hoc.

Se questo è lo stato delle cose, dell’ambiente, della nostra vita quotidiana

P R O P O N I A M O

di aprire un nuovo dialogo tra le tantissime esperienze di lotta, di resistenza e di esperienze alternative che si stanno portando avanti nel segno di coerenti scambi con la natura e con i sistemi insediativi, a partire dalla specificità di ogni realtà;

di dare avvio ad un confronto operativo per una COSTITUENTE DELLA PIANA FIRENZE PRATO PISTOIA a partire dall’esistente patrimonio di pratiche sociali, di saperi in comune, quale luogo di sperimentazione e di riconnessione ecosistemica.

Su questo sentiero in comune si potrebbero mettere alcuni segnavia, rimandando nel dettaglio all’allegato documento di impostazioni e di proposte. Leggi qui: Dalla Piana delle Nocività alla EcoPiana delle Qualità.

A) Non ci possiamo permettere di abbassare la guardia: la lotta continua contro tutti i tentativi di riproporre e utilizzare l’incenerimento dei rifiuti e contro la riproposizione della nuova pista aeroportuale nella piana fiorentina. Così come delle altre opere inutili e dannose di trasformazioni distruttive delle città e del territorio, dell’ ambiente naturale, seminaturale e antropico – da parte di un potente schieramento politico ed economico (PD, destre, Confindustria, commercio, turismo…) che fa leva sul ricatto del lavoro. Tutto ciò non sminuisce l’importanza dei risultati raggiunti che hanno comunque indebolito le certezze e l’arroganza delle nostre controparti, anche nel senso comune di molte persone, di fronte alle emergenze che stiamo vivendo.

B) Dovremmo insieme

* costituire la ‘massa critica‘ in grado di avviare un reale cambiamento nella direzione di una conversione ecologica mutualistica dell’ uso del territorio, della produzione e del consumo;

* costruire dal basso strumenti specifici per rendere concrete ed operative le trasformazioni auspicabili e non più rinviabili, attraverso percorsi di condivisione e di reciproco apprendimento, bloccando le economie di sfruttamento di uomo e natura e di morte – produzioni nocive, produzioni di armamenti, allevamenti intensivi di animali e loro sfruttamento, utilizzo di boschi, di biomasse vegetali anche agricole per produrre energia – verso economie basate sulla vita, sui suoi cicli e sulle sue relazioni.

* attivare strumenti di uso civico e di gestione in comune dei beni e degli spazi urbani e rurali ( anche in riferimento ad esperienze locali e di altre regioni) : presìdi, nuove cascine di riappropriazione e sperimentazione. Consigli consultivi e decisionali di abitanti e lavoratori.

* lanciare localmente alcune campagne/vertenze; a titolo di esempio: per una nuova struttura e un diverso ruolo della Cassa Depositi e Prestiti indirizzata non al finanziamento dell’ economia privata come è attualmente, ma alla soddisfazione delle esigenze e dei bisogni degli abitanti che possano partecipare realmente alla decisione su cosa e come fare. Azzeramento / riduzione del debito pubblico.

* il ‘picco di petrolio’ e di molti materiali, le cui riserve in tempi brevi non potranno più essere utilizzate a costi economici e ambientali accettabili, IMPONE la scelta non più rinviabile di bloccare progetti di costruzione di nuovi aeroporti, nuove autostrade, sottoattraversamento TAV e ferrovie veloci, nuovi impianti di combustione dei materiali residui. Grandi e meno grandi opere, nuove infrastrutture puntuali e lineari, nuove edificazioni e consumo di suolo, hanno bisogno di energia e di materiali per costruirle, farne manutenzione e dismetterle a fine vita.
Questa è una delle sfide prioritarie cui ci ‘costringono’ le leggi ineludibili della termodinamica con le quali non si può venire a patti.
Si tratta di pretendere da subito il passaggio alle energie rinnovabili, utilizzandole tuttavia per bisogni basici degli abitanti, servizi compresi (sanitari, urbanistici, alla persona), e non per i profitti del libero mercato e dei grandi gruppi economici e finanziari.

Per questo vi invitiamo a questa discussione verso una “costituente della piana” sabato 4 Luglio ore 16.00-20.00 al Presidio-No Inceneritori No Aeroporto Firenze (via dell’Osmannoro) – QUI la mappa del luogo.

*Alterpiana
Ortocollettivo
Natura è – San Donato
Presidio No Inceneritori – No Aeroporto
Un’Altra Sesto è Possibile

https://www.google.com/maps/place/Presidio+Noinc-Noaero/@43.816836,11.1861896,15z/data=!4m5!3m4!1s0x0:0x2c1bc2c279f51173!8m2!3d43.816836!4d11.1861896

(mappa per il presidio)

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Ultimo aggiornamento ( martedì 23 giugno 2020 )
 
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