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 https://www.lagazzettadilucca.it/cultura/ercolini-ospite-del-pianeta-terra-festival

Ercolini ospite del "Pianeta Terra Festival"

 

 

Sabato 8 ottobre alle ore 19 presso la sala sala convegni di Confindustria toscana nord sita a Lucca in piazza Bernardini, 41 Rossano Ercolini, goldman environmental prize 2013, sarà ospite del Pianeta Terra festival, che vede studiosi nazionali e internazionali confrontarsi per costruire una visione nuova per il futuro del nostro Pianeta.

All’evento, dal titolo “Dall’ego-logia all’eco-logia: quando i cittadini possono fare la differenza”, sarà presente con Ercolini anche Samir de Chadarevian, advisor, storyteller ed editorialista.

Entrambi dialogheranno con Irene Ivoi sull’importanza di ripensare ad un modello economico, antropologico e culturale del tutto ego-logico e inadeguato a risolvere le grandi sfide dei nostri tempi.

Dall’ego-logia all’eco-logia, un gioco di parole che fa appello ad una sfida:  il passaggio dal “modello lineare” (estrazione, produzione, consumo, smaltimento) centrato sullo sfruttamento sconsiderato della natura al “modello circolare” basato sul rispetto dei tempi e dei modi della rigenerazione ambientale.

L’ingresso all’incontro è gratuito fino ad esaurimento posti.

 

 

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Risposta a ARPAT e Provincia; pompieri a danno dei cittadini? PDF Stampa E-mail
Scritto da msirca   
venerdì 29 gennaio 2010
Coordinamento Comitati della Piana di Firenze-Prato-Pistoia

 

 .. Si apprende sempre dalle dichiarazioni della Fratoni che l'indagine epidemiologica, che sapevamo da dichiarazioni fatte dal Dott. Biagini della ASL in un recente incontro ad Agliana essere appenainiziata, “finora non ha rilevato niente di preoccupante”. Ci chiediamo allora se esiste un'altra indagine epidemiologica in corso da parte della Provincia di cui nessuno sapeva nulla, a parte la presidente Fratoni che rassicura?

Coordinamento Comitati della Piana di Firenze-Prato-PistoiaVia Toscana, 6/B Interno 26/27 59100 Prato (Po)Sito: www.noinceneritori.orgEmails: Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo oppure Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo 11

Comunicato Stampa Urgente - Sulle dichiarazioni rilasciate da ARPAT e Provincia in merito alle diossine trovate nel latte materno in area di ricaduta dell'inceneritore di Montale Nel tentativo di fornire giustificazioni alle loro carenze sui controlli i rappresentanti degli Enti pubblici rischiano di fare un'ennesima brutta figura.Risultano ad esempio sconcertanti le dichiarazioni del responsabile dell'ARPAT Claudio Coppi che immediatamente chiede di poter conoscere il contenuto delle analisi sul latte materno le cui spese si sono accollati singoli Cittadini, mentre non ha ancora reso pubbliche le analisi, eseguite a spese del contribuente toscano, che ARPAT ha effettuato molti mesi fa nelle acque e nei sedimenti dei laghetti della zona.Altrettanto sconcertanti sono le affermazioni della presidente della provincia Federica Fratoni che dice di fare riferimento a “rilievi ufficiali” che però, per sangue e latte materno, non ci sono perchénon si sono voluti fare nonostante le precise richieste di effettuare queste analisi presentate, sempre molti mesi fa, da alcuni partecipanti all'ultima riunione del tavolo istituzionale.Si apprende sempre dalle dichiarazioni della Fratoni che l'indagine epidemiologica, che sapevamo da dichiarazioni fatte dal Dott. Biagini della ASL in un recente incontro ad Agliana essere appenainiziata, “finora non ha rilevato niente di preoccupante”. Ci chiediamo allora se esiste un'altra indagine epidemiologica in corso da parte della Provincia di cui nessuno sapeva nulla, a parte la presidente Fratoni che rassicura?Quello che è davvero drammaticamente preoccupante è che nella zona di ricaduta dell'inceneritore si possano continuare a consumare cibi contaminati da diossine e PCB, anche oltre ai limiti di legge,e che questi stessi contaminanti si ritrovino nel latte delle mamme, e che l'inceneritore possa continuare impunemente ad emettere quantità rilevanti di diossine e PCB.Quegli stessi PCB che si ritrovano nei cibi e nel latte materno, cosi come aveva già denunciato il dirigente medico dell'ASL3 dott. Bolognini in una lettera del 13 novembre 2009 indirizzata alla provincia di Pistoia e che si può leggere sul sito internet della stessa Provincia, dove testualmente silegge “che esiste una significativa corrispondenza tra i congeneri che sono risultati essere maggiormente emessi dall'inceneritore dai dati analitici degli autocontrolli ed i congeneri di PCB risultati essere maggiormente presenti n ei prelievi effettuati sui campioni biologici”.Presidente Fratoni che cosa si aspetta ancora per chiudere l'inceneritore?Firenze-Prato-Pistoia 28 Gennaio 2010Coordinamento Comitati della Piana FI PO PTCoordinamento Comitati della Piana di Firenze-Prato-PistoiaVia Toscana, 6/B Interno 26/27 59100 Prato (Po)Sito: www.noinceneritori.orgEmails: Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo oppure Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo

Commenti (3) >> feed
la affidabilità delle analisi non è in discussione, cari cascatori dalle nuvole, pompieri, e ladri della salute della popolazioni
scritto da msirca, gennaio 29, 2010

(il titolo è mio msirca)
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"Diossina nel latte materno a Montale"

Comitato anti inceneritore: ecco le analisi su due donne che abitano vicino all’impianto

Montale (Pistoia), 28 gennaio 2010 - Diossine e Pcb (policlorobifenili) sono stati riscontrati in due campioni di latte materno fatti esaminare a proprie spese dal Comitato contro l’Inceneritore di Montale. I campioni sono stati prelevati a due mamme residenti nella zona dell’impianto che dal luglio di tre anni fa restò chiuso per circa quattro mesi per emissioni di diossina in quantità sei volte superiori alle soglie consentite per legge. In base alle
analisi effettuate, la somma di diossine e Pcb è risultata in entrambi i campioni superiore al limite di legge previsto per il latte bovino: 10 picogrammi per grammo di grasso in un campione: 9 picogrammi nell’altro contro un limite di 6 previsto per il latte delle mucche.

«Per il latte materno non c’è un limite di legge – dice la dottoressa
Patrizia Genitilini, esperta consulente del Comitato – dunque non esiste nessun rischio che possa indurre le mamme a cessare l’allattamento. Resta però il fatto che il latte delle due mamme sarebbe stato respinto dalla
Centrale del Latte che mai e poi mai lo avrebbe avviato alle nostre tavole».

Per il comitato il dato più significativo è che la composizione del Pcb
rilevato nel latte materno è identica a quella del Pcb riscontrato da Arpat nei polli allevati nella zona (e a suo tempo risultati contaminati) e riscontrato nelle emissioni dell’inceneritore. I dodici sottotipi di Pcb rilevati sono presenti nella stessa proporzione. «Dunque – ne conclude Luigi
Colangelo, presidente del Comitato – c’è una evidente correlazione tra le emissioni dell’inceneritore e la notevole quantità di Pcb rilevata negli animali e ora nel latte materno, al contrario di quanto asserito finora dalla Provincia».

Il comitato ha promosso le analisi al fine di mettere in luce le lacune
negli esami condotti periodicamente da Arpat e Asl da quando, nel novembre 2007 l’impianto venne riaperto dopo la chiusura per diossina oltre i limiti di legge. Dalla riapertura scattarono da parte dell’Arpat complesse analisi
sull’inquinamento del terreno e sugli organissmi degli animali, mentre l’Asl avviò un’indagine epidemiologica. Il tutto, sotto il monitoraggio del Tavolo Provinciale composto da amministratori e tecnici. Le analisi di Arpat rilevarono, tra l’altro, diossine oltre i limiti in 5 polli su 8 campioni
esaminati e su un pesce gatto. Ma il grosso dell’inquinamento dipendeva
dalla quantità considerevole di Pcb. Ciò indusse la Provincia ad escludere che l’inceneritore fosse il principale responsabile dell’inquinamento in quanto, come si legge in una relazione del giugno 2008, «i Pcb sono estranei ai processi di combustione e quindi non direttamente relazionabili alla
presenza dell’impianto».

Da allora i Comitati sostengono che anche i Pcb derivano dall’inceneritore e con l’esame sul latte materno, sono convinti di averlo provato. Le analisi
del Comitato sono state eseguite a spese dei cittadini (mille euro a
campione) presso il «Consorzio Interuniversitario Nazionale la Chimica per l’Ambiente di Venezia». «I risultati non devono spaventare – spiega la dottoressa Gentilini– ed erano anche prevedibili dato che si sa che il latte materno contiene sostanze nocive. Qui però il profilo dei Pcb riscontrati nei campioni di latte è identico a quello emesso dall’inceneritore. Bisogna
prender coscienza che sostanze inquinanti finiscono nel nostro corpo -
compreso il latte delle mamme - ma nessun rischio è accettabile quando lo si può evitare».

Giacomo Bini



Regione toscana: consigliera Sgherri chiede inchiesta e chiusura cautelativa Ince Montale
scritto da msirca, gennaio 29, 2010

Dopo la protesta dei comitati la consigliere regionale Sgherri (Rifondazione) chiede però maggiore chiarezza e la chiusura temporanea dell'impianto
Di "situazione gravissima" parla, in una nota, il capogruppo Prc in Consiglio regionale Monica Sgherri secondo cui "di fronte a questo stato di cose è evidente l'insufficienza dei controlli e delle iniziative che dovevano essere assunte in base al principio di precauzione". Per Sgherri "é necessario mettere in campo una commissione d'inchiesta regionale ad hoc e l'intervento immediato delle pubbliche autorità per chiudere cautelativamente l'inceneritore di Montale fino a quando non verrà fatta definitiva chiarezza sulla vicenda". Critico anche il Coordinamento dei comitati della piana secondo cui "nel tentativo di fornire giustificazioni alle loro carenze sui controlli i rappresentanti degli Enti pubblici rischiano di fare un'ennesima brutta figura". Il coordinamento chiede al presidente della Provincia di Pistoia Federica Fratoni "che cosa si aspetta ancora per chiudere l'inceneritore?".

Fonte: ANSA

Comunicato di perUnaltracittà su latte alla diossina
scritto da msirca, gennaio 29, 2010

perUnaltracittà - Gruppo Consiliare Comune di Firenze
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Comunicato stampa

Inceneritori, De Zordo: "Istituzioni cieche sui danni provocati sul territorio"
La capogruppo di perUnaltracittà interviene dopo il rilevamento delle diossine nel latte materno a Montale



“Il rilevamento di diossine nel latte materno di donne abitanti a Montale è l'ennesima manifestazione di un danno provocato sul territorio dagli inceneritori. Nonostante le denunce e le innumerevoli richieste di cittadini dell'area e di comitati, che più volte hanno reclamato l'intervento delle istituzioni, la politica continua a mostrarsi totalmente cieca rispetto alla pericolosità che costituiscono questi impianti”. E' il commento della capogruppo di perUnaltracittà Ornella De Zordo riguardo all'episodio verificatosi all'inceneritore Montale.

“Ci preoccupa molto in questo contesto la posizione manifestata dal candidato Pd alla presidenza della Regione Enrico Rossi – ha proseguito De Zordo – che addirittura sbandiera sui manifesti per la campagna elettorale la volontà di realizzare i termovalorizzatori. Questi impianti “di nuova generazione” non sono affatto sicuri, e le loro polveri rischiano di provocare conseguenze per la salute delle popolazione. Il loro unico scopo sembra essere quello di garantire gli interessi di grandi o piccole lobby”.

“Già nella scorsa primavera avevamo sostenuto la protesta dei cittadini di Montale – ha aggiunto De Zordo – dove dagli esami eseguiti su latte, uova, carne di manzo, pollo, nelle aree circostanti ai due inceneritori, risultava che i livelli di diossine e PCB arrivassero fino a oltre dieci volte oltre il limite ammesso. E' assolutamente inconcepibile – ha concluso De Zordo – che le istituzioni locali e nazionali, nel frattempo, non abbiano emesso alcuna ordinanza di divieto per il consumo dei prodotti inquinati, negando la correlazione con le emissioni dell’inceneritore”.

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Ultimo aggiornamento ( venerdì 29 gennaio 2010 )
 
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