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Toscana, Multiutility: stop a quotazione in borsa è volontà concreta o propaganda?
0.09.23 - Redazione Italia
Dopo il comunicato del PD sullo stop alla quotazione in borsa, molte sono le voci che si susseguono provenienti da diversi partiti e parti sociali, sulle quali si potrebbe discutere a lungo senza arrivare a nient’altro che a delle semplici ipotesi o speculazioni di convenienza.
Invece adesso sono le evidenze ad essere importanti e la più importante è che quella che in apparenza sembrava una certezza ineluttabile, la quotazione, in realtà è sempre stata una scatola piena di molti dubbi e domande senza risposte ma con una certezza e cioè che i proprietari dei beni comuni dicono che questi devono rimanere nelle sole mani dei Comuni.
Se veramente questo stop è dato non da esigenze politiche pre-elettorali, ma da volontà concrete di mettere finalmente in discussione il progetto di gestione dei servizi per il raggiungimento del suo scopo primario, ovvero quello indicato dai cittadini, sancito dalla costituzione e dalle normative sulla gestione dei beni comuni e sulla partecipazione attiva, allora come prospettato dalle ultime dichiarazioni del PD, diventa chiaro che ci debba essere una reale apertura per approfondire e dialogare non solo all’interno dei partiti, ma soprattutto in sedi pubbliche e accessibili a tutti gli abitanti di tutti i territori interessati, e soprattutto che la politica ed i tecnici accettino nell’analisi tutte le posizioni contrarie alla quotazione cancellando tutti i pregiudizi espressi fin qui su questo tema e su quello delle politiche industriali da perseguire.
Infatti per quanto riguarda temi altrettanto importanti ma che non hanno riportato un adeguato rilievo nelle cronache esiste quello della tipologia impiantistica ipotizzata e della sostenibilità degli investimenti necessari alla sua realizzazione, ma per affrontare in modo serio questa importante discussione è imprescindibile che Alia renda pubblici i suoi piani industriali e non una decina di slide che tutto sono tranne che un piano industriale.
Si riporti quindi la discussione su un piano di serietà e correttezza adeguato all’importanza dei beni e servizi trattati, senza che a nessuno sia più permesso di non rispondere del proprio operato nascondendosi dietro a scuse che non hanno fondamento, secondo le quali sui piani industriali dovrebbe essere mantenuto un segreto a tutela della società di gestione per non dare vantaggi alle altre società concorrenti. Questo non ha senso in una società che può e deve essere totalmente pubblica e trasparente verso abitanti e i sindaci per consentire scelte adeguate e condivise senza l’obbligo di andare a bando di gara.
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