Montale (PT); nessuno puņ dirsi al sicuro
Scritto da msirca   
domenica 22 aprile 2012
...Il Comitato esprimerebbe piena condivisione al sostegno dello sviluppo di una filiera “corta” ma ciò, purtroppo, non è possibile a causa della pesante ipoteca ecologica indotta dall’incenerimento dei rifiuti.
MONTALE-PIANA. Il Comitato registra l’ennesima contraddizione e reticenza propalata sulle autentiche minacce portate dall’impianto di incenerimento di Montale che, in modo silente, espone l’intero territorio della piana a un impercettibile, ma costante inquinamento della catena alimentare.
L’iniziativa della Coldiretti “Campagna Amica” è la dimostrazione della sconsideratezza dell’Amministrazione che, pur di attenuare gli effetti dei processi di biomagnificazione dei microinquinanti sul territorio (POP’s), non esita a promuovere delle iniziative che avrebbero certo altro giudizio di merito, qualora non fossimo in un contesto di conclamata “emergenza sanitaria”.

Il Comitato esprimerebbe piena condivisione al sostegno dello sviluppo di una filiera “corta” ma ciò, purtroppo, non è possibile a causa della pesante ipoteca ecologica indotta dall’incenerimento dei rifiuti.
La denuncia di pericolosità non è un mero e libero parere del Comitato. Essa è stata bene e specificamente argomentata dallo stesso relatore di ASL 3 Dott. Roberto Biagini nella relazione tenuta il 2 Dicembre a Pistoia nel convegno sull’incenerimento dei rifiuti.
Si veda il link, consultando le prime e ultime due slide, con conclusioni ben dirimenti sulla circostanza: http://www.provincia.pistoia.it/AMBIENTE/INIZIATIVE_AMBIENTE/ConvegnoImpantiIncenerimento_2-3dic2011/programma/BIAGINI_slide.pdf
E dunque, dopo aver denunciato la pericolosità delle coltivazioni tenute sul territorio e l’intossicazione dovuta dal consumo degli animali da cortile diffusi tra le nostre comunità, i cittadini restano sbalorditi di fronte a questa ennesima sconsiderata iniziativa, priva di ogni prudenza e cautela. Ricorre altresì l’esigenza opposta di dover limitare, anzi proibire con apposite ordinanze sindacali, il consumo di alimenti dimostratamente intossicati dai cosiddetti POP’s.
È solo con la chiusura dell’impianto di via Tobagi e la bonifica delle aree inquinate che la piana potrà recuperare la tradizionale capacità di coltura di terreni e l’autoconsumo alimentare di ortaggi, prodotti caseari e avicolture indenni da inquinanti.
A distanza di un anno dalla denuncia d’inquinamento delle colture di rape, spinaci e bietole nella prossimità dell’impianto, che sono causa della persistente esposizione dei cittadini all’assunzione di diossine, furani e policlorobifenili, tutto continua.
Il Comitato ricorda infine che i cittadini residenti fuori dalle aree di ricaduta dei POP’s, non potranno ritenersi esclusi dal processo di trasmissione che colpisce la catena alimentare tutta, senza il controllo della qualità dei prodotti alimentari locali, trasportati certamente anche fuori dai Comuni esposti come prodotti derivati.
Comitato per la chiusura
dell’inceneritore
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[Venerdì 20 aprile 2012 - © Quarrata/news 2012]


Postato da e.b. blogger su QUARRATA/news il 4/20/2012 08:01:00 PM
Commenti
ma chi vogliono prendere in giro?
scritto da **, aprile 22, 2012

filiera corta alla diossina e altri tossici

come nel Parco delle Piana
scritto da msirca, aprile 22, 2012

Colture di qualità, biologiche, ma concimate con i fumi dell'inceneritore


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Ultimo aggiornamento ( domenica 22 aprile 2012 )