ISDE Italia su Bersani che si scaglia contro i medici
Scritto da ISDE Italia   
venerd́ 12 ottobre 2007

 10 ottobre 2007

COMUNICATO STAMPA ISDE ITALIA

BERSANI CONTRO GLI ORDINI DEI MEDICI SUGLI INCENERITORI
 

...Ancora una volta il conflitto è tra interessi economici (lo sviluppo economico) da un lato e protezione dell'ambiente e della salute dall'altro; se fino ad ora hanno vinto i primi, non è una buona ragione per rinunciare a difendere i secondi.

10 ottobre 2007

COMUNICATO STAMPA ISDE ITALIA
BERSANI CONTRO GLI ORDINI DEI MEDICI SUGLI INCENERITORI

Il Ministro allo Sviluppo Economico Bersani ha scritto ai colleghi della Salute Turco e della Giustizia Mastella, invitandoli a prendere provvedimenti nei riguardi della Federazione Regionale Emilia Romagna degli Ordini dei Medici che, secondo il Ministro, hanno assunto un'iniziativa che costituisce "un inammissibile sviamento delle finalità istituzionali e, comunque, degli ambiti di attività consentiti dalla legge"; inoltre il Ministro chiede ai colleghi "l'eventuale adozione di tutte le misure ritenute necessarie, anche non soltanto disciplinari, nei confronti dei responsabili". Cosa avranno mai fatto di tanto terribile i medici dell'Emilia Romagna ?
Hanno inviato una lettera alle autorità regionali, provinciali e comunali dell'Emilia Romagna, chiedendo "di non procedere ai nulla osta alla costruzione di nuovi termovalorizzatori (inceneritori di rifiuti), tenendo conto delle forti preoccupazioni insorte, per un eventuale impatto negativo sulla salute, nelle popolazioni residenti esposte alle emissioni prodotte dall'incenerimento dei rifiuti". Una volta tanto che i medici si decidono a prendere in considerazione i fattori nocivi di origine ambientale, a mostrarsi sensibili alla percezione dei rischi da parte delle comunità, a proporre agli organi di governo locale l'attuazione del "principio di precauzione" che l'UE raccomanda allorché alcune relazioni di causa-effetto non sono ancora chiarite scientificamente, insomma nel momento in cui si occupano della salute non solo per curare ma anche per prevenire le malattie, i medici vengono bacchettati e accusati di invasione di campo.
Ancora una volta il conflitto è tra interessi economici (lo sviluppo economico) da un lato e protezione dell'ambiente e della salute dall'altro; se fino ad ora hanno vinto i primi, non è una buona ragione per rinunciare a difendere i secondi.
Ammesso ma non concesso che sia giustificata la non conoscenza da parte del Ministro Bersani dei documenti internazionali che evidenziano i rapporti tra ambiente e salute (Carta Europea Ambiente e Salute, Francoforte 1989), assolutamente inammissibile è l'ignoranza di leggi della Repubblica che disciplinano tale rapporto. La legge 833/1978 (art. 2, comma 5) attribuisce al Servizio Sanitario Nazionale "la promozione e la salvaguardia della salubrità e dell'igiene dell'ambiente naturale di vita e di lavoro". Il decreto 502/1992 in materia sanitaria (art. 7-quinquies, comma 2) prevede "la integrazione fra politiche sanitarie e politiche ambientali" e l'esercizio da parte dei medici della "sorveglianza epidemiologica e della comunicazione del rischio" per la partecipazione delle comunità alla tutela della salute e dell'ambiente.
Infine per tutti i medici vale il nuovo Codice deontologico che, all'art. 5, recita : "Il medico è tenuto a considerare l'ambiente nel quale l'uomo vive e lavora quale fondamentale determinante della salute dei cittadini. Il medico favorisce e partecipa alle iniziative di prevenzione e di tutela della salute nei luoghi di lavoro e di promozione della salute individuale e collettiva".
Come Medici per l'Ambiente - ISDE Italia condividiamo pienamente la presa di posizione degli Ordini dei Medici della Emilia Romagna, che appare tra l'altro oculata e improntata ad intelligente prudenza, richiamandosi infatti al "principio di precauzione". Ci si augura che questa spiacevole vicenda contribuisca a fare prendere ulteriore posizione alla Federazione Nazionale, alle altre Federazioni Regionali e a tutti i medici per rivendicare il pubblico riconoscimento delle loro funzioni in materia di promozione della salute e prevenzione delle malattie. Il nostro impegno a tutela della salute dei nostri pazienti ci vedrà sempre più schierati a tutela dell'ambiente.
Il fatto che un impianto rispetti delle norme o che un progetto abbia superato una qualche valutazione di impatto ambientale è soltanto un approccio formale: un insediamento industriale può essere legittimo ma può essere anche contemporaneamente tossico e nocivo per lavoratori e per abitanti. L'impiego dell'amianto è stato vietato in Italia nella metà degli anni '90, ma le prime pubblicazioni scientifiche sulla sua tossicità risalgono agli anni '30, e da sempre l'amianto è cancerogeno! Siamo preoccupati dello scarso contrasto alle nocività sanitario-ambientali, quando queste siano conseguenti o collegate alla sfera produttiva. Gli esempi sono innumerevoli: si va dal depotenziamento dei sistemi di controllo, alla fissazione di valori limite seguendo i soli criteri dei costi per il sistema produttivo (ultimo il recentissimo d. lvo 3/8/2007 n. 152 su arsenico, cadmio, mercurio, nichel ed IPA, sostanze cancerogene o estremamente tossiche, nell'aria ambiente ).
Roberto Romizi
Presidente Medici per l'Ambiente - ISDE Italia

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