In Sicilia il piano sui rifiuti tutela gli interessi degli industriali e non dei cittadini...
Scritto da Redazione   
marted́ 23 ottobre 2007

(Se CGIL e Legambiente si impegnassero solo un poco, potrebbero dire altrettanto del piano provinciale di Firenze -cambia poco che ci si schermi dietro la partecipazione "pubblica"- ; per fortuna WWF e Italia Nostra anche qui da noi sono più coerenti, ndr)

http://www.e-gazette.it:80/index.asp?npu=128

...Cgil, Legambiente, Wwf e Italia Nostra rilevano nel dossier che, a fronte di una raccolta differenziata ferma al 6,7%, ogni famiglia paga in media in Sicilia 400 euro l'anno di tassa rifiuti, mentre ci sono province, come Treviso, dove la raccolta differenziata è al 77,5% e la spesa annua per famiglia di 160 euro.

La gestione siciliana dei rifiuti tutela gli interessi dell’industria, non dei cittadini. La denuncia arriva da Cgil+Legambiente+Wwf
Palermo, 22 ottobre - “Il sistema siciliano di gestione dei rifiuti è costruito per tutelare gli interessi degli operatori industriali e non dei cittadini, che finiscono invece penalizzati da inefficienze e alti costi”. Lo sostengono Cgil, Legambiente, Wwf e Italia Nostra, che sul piano regionale in questione hanno preparato un dossier che è già stato consegnato alla commissione bicamerale sui rifiuti e sarà adesso inviato anche alla Procura della Repubblica. “Il problema è andare oltre al referendum continuo sugli inceneritori - hanno detto in una conferenza stampa i promotori dell'iniziativa - e verificare che è il piano nella sua interezza ad essere costellato di fallimenti e illegittimità, come del resto ha anche rilevato la Corte di giustizia europea con la condanna per violazione della normativa comunitaria in materia di appalti”. Cgil, Legambiente, Wwf e Italia Nostra rilevano nel dossier che, a fronte di una raccolta differenziata ferma al 6,7%, ogni famiglia paga in media in Sicilia 400 euro l'anno di tassa rifiuti, mentre ci sono province, come Treviso, dove la raccolta differenziata è al 77,5% e la spesa annua per famiglia di 160 euro. Standard analoghi in alcuni comuni virtuosi della Campania “a dimostrazione che la raccolta differenziata costa meno dello smaltimento - ha detto Mimmo Fontana, di Legambiente - e che realizzarla è solo un problema di scelta politica”. Una politica che sembra invece più orientata su altri interessi. Ed ecco allora le “illegittimità e le forzature continue” che fanno sì - ha rilevato Angelo Palmieri, del Wwf - che “siano aperti cantieri di fatto abusivi come quello del termovalorizzatore di Palermo”.
L'area in questione, si rileva dal dossier, era stata infatti ceduta per costruire la quarta vasca della discarica di Bellolampo e non un inceneritore. Il problema, sostengono le quattro sigle, sta nella mancanza di requisiti essenziali come la disponibilità delle aree. Così è anche a Casteltemini, si sostiene nel documento, dove il sito deve essere ancora sdemanializzato e ad Augusta, dove l'Enel non ha rinnovato l'impegno a cedere l'area. A questo si aggiungono l'insufficienza delle autorizzazioni per le emissioni in atmosfera e gli altri “fallimenti” del piano. Quello degli Ato, per esempio, che, oltre alle inefficienze, hanno accumulato debiti per 439 milioni di euro e non pagano i dipendenti; quello dello smaltimento in discarica che, nonostante la drastica riduzione del numero dei siti, è rimasto invariato passando da una quota di rifiuti del 92% nel 2002 a 91% nel 2005; quello delle “non realizzazioni”: un solo impianto di compostaggio costruito a fronte dei 35 previsti. “La sentenza della Corte europea può essere l'occasione per avviare l'iter di un nuovo piano rifiuti - ha detto Enza Albini, della segreteria regionale Cgil - , concepito stavolta pensando all'interesse dei cittadini e nel quadro della normativa europea”. Finché si preferirà alla raccolta differenziata e al riutilizzo dei rifiuti l'incenerimento e gli interessi ad esso collegati, è il parere di Cgil, Legambiente, Wwf e Italia Nostra, “il sistema resterà inefficiente, l'ambiente e la salute dei cittadini a rischio, i costi elevati: occorre dunque riscrivere il piano riordinando l'elenco delle priorità”.
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Ultimo aggiornamento ( marted́ 23 ottobre 2007 )