Anzichè farle ponti d'oro, viene osteggiata...
Scritto da redazione   
venerdì 02 novembre 2007
Manifesto del Riuso  

...In realtà la microimpresa dell’usato già garantisce un notevole sgravio ambientale ed economico alla città, recuperando sistematicamente migliaia e migliaia di tonnellate di “rifiuti” o potenziali “rifiuti”.

A Roma si producono ogni anno quasi due milioni di tonnellate di Rifiuti Solidi Urbani. Una massa di scarti che per la stragrande maggioranza continua a finire in discarica, la quale incrementa l’effetto serra con l’emissione di metano, inquina le falde acquifere con la percolazione, ed esala odori e tossine che rendono indegna la vita di chi ha la sfortuna di abitare nei quartieri limitrofi all’impianto. All’obbrobrio della discarica viene spesso proposta l’alternativa dell’incenerimento: un sistema economicamente sconveniente che libera diossine nell’aria (anche gli impianti più moderni ne producono quantità ridotte) e produce fanghi tossici per i quali occorrono discariche speciali. Per non continuare a imboccare percorsi dannosi e insostenibili da ogni punto di vista occorre sviluppare alternative di sistema, e occorre farlo secondo le priorità stabilite dall’Europa per la destinazione de i rifiuti: Riuso e Riciclaggio. Mentre l’offerta di materiali riciclabili è assorbita (nel caso romano ancora troppo poco) dagli industriali riuniti nei consorzi, l’offerta di materiali riusabili può essere facilmente recepita dal grande arcipelago degli operatori dell’usato.
In realtà la microimpresa dell’usato già garantisce un notevole sgravio ambientale ed economico alla città, recuperando sistematicamente migliaia e migliaia di tonnellate di “rifiuti” o potenziali “rifiuti”. Gli operatori dell’usato romani, sommati tra loro, realizzano un fatturato annuo di quasi 50 milioni di euro e spendono ogni anno circa 17 milioni di euro per approvvigionarsi delle loro merci. Denaro che sarebbero felici di destinare all’acquisto delle merci riusabili che impropriamente vengono conferite tra i rifiuti, e che rappresentano il 34% del totale di quelle consegnate ai centri di smistamento intermedi. Il riuso potrebbe agevolmente garantire alla cittadinanza l’impiego di importanti risorse a favore della raccolta differenziata. Ma a Roma l’usato anziché essere incentivato, come dovrebbe, è penalizzato: la mancanza di regolamentazione del settore rende la vita di migliaia di operatori dell’usato drammatica e precaria. L’abusivismo cui sono costretti rende il loro mestiere privo delle garanzie necessarie a farne un progetto di vita, danneggiando non solo una filiera storica e consolidata che dà reddito a tantissime famiglie dalle città, ma anche le prospettive di sviluppo di un enorme potenziale ambientale ed economico a servizio del benessere dell’intera cittadinanza.

Crediamo quindi siano necessarie le seguenti misure:

1) Un coinvolgimento strutturale e sistemico del settore dell’usato nella gestione dei rifiuti. Gli scarti riusabili devono essere venduti all’ingrosso ai rigattieri che poi si occuperanno di distribuirli al dettaglio nel territorio romano. (Attuando l’ODG 45 del 12-5-2005 del Cons. comunale di Roma).
2) Politiche sui rifiuti realmente fondate sulla riduzione, sulla raccolta differenziata, sul riuso e sul riciclaggio. Incrementare esponenzialmente la differenziata applicando il “porta a porta spinto” e pianificando a medio-lungo termine la totale scomparsa dei residui attraverso politiche di riduzione.
3) La regolamentazione e la qualificazione del settore dell’usato attraverso l’assegnazione di posteggi e mercati specifici per i mercati dell’usato. A partire dall’esemplarità di Porta Portese (che dal 1959 permane in una situazione di abusivismo che penalizza operatori e residenti) fino ad arrivare ai mercatini di periferia e agli operatori che lavorano a fianco dei mercati rionali, occorre dare opportuna regolarizzazione agli operatori dell’usato attualmente in attività.
4) La salvaguardia e la valorizzazione, attraverso politiche di incentivo, delle culture urbane che contrastano il feticismo del nuovo, attraverso differenti forme di riuso. Ne sono un esempio la produzione artigianale e artistica fondata sul recupero di elementi inutilizzati, chi ripara e ricrea partendo da elementi di scarto, chi salva la memoria attribuendo valore a oggetti che creano legame tra le generazioni attraverso l’attività del collezionismo amatoriale.

Primi firmatari:
Singoli
Serge Latouche (Economista)
Guido Viale (Economista)
Marinella Correggia (Giornalista e scrittrice)
Roberto Mastroianni (Presidente Altera)
Ivana Della Portella (Partito Democratico)
Peppe Mariani (Presidente Commissione Lavoro della Regione Lazio)
Gianluca Peciola (Assessore al Lavoro del Municipio Roma XI)
Dario Esposito (Assessore all’Ambiente del Comune di Roma)
Franco Figurelli (Consigliere del Comune di Roma)
Paolo Carrazza (Sinistra Europea)
Pietro Folena (Presidente Commissione Cultura della Camera dei Deputati)
Paolo Cacciari (Parlamentare)
Anna Pizzo (Consigliera Regione Lazio indipendente Prc)
Enrico Fontana (Capogruppo Verdi al Consiglio Regionale del Lazio)
Paolo Cento (Sottosegretario all’Economia)

Organizzazioni
WWF Lazio
Forum Ambientalista
Carta-Cantieri Sociali
Rete Romana Consumo Critico
Associazione Italiana Esposti Amianto
Comitato Malagrotta
Associazione onlus Amici dell’Inviolata
PRC-Lazio
Federazione Romana Prc

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Ultimo aggiornamento ( venerdì 02 novembre 2007 )