Mammelle erogatori di diossina e l'aumento dei tumori nei bambini
Scritto da msirca   
marted́ 16 dicembre 2008

[Ma...l'illustre cancrista sa che almeno il 56% delle diossine è prodotta dagli inceneritori che di solito egli asserisce essere innocui tanto che continuamente avalla la loro costruzione?ndrmsirca]

 

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Salviamoli con un mondo pulito

di Umberto Veronesi

.....Ma i fattori ambientali sono ugualmente in causa, che si tratti di esposizione della donna incinta o del bambino stesso. L'avere ritrovato allarmanti percentuali di diossina nel latte materno non è una notizia di poco peso, e deve farci riflettere sulle implicazioni della cosiddetta catena alimentare...

Salviamoli con un mondo pulito

di Umberto Veronesi Agli inizi del XX secolo, i tumori erano relativamente rari: solo 3 persone su 100 morivano di cancro. Ora sono 35 su 100. È vero che essendo il tumore una malattia degenerativa esso è diventato più frequente con il prolungarsi della vita media. Ma perché si ammalano i bambini, i ragazzi? E perché i tumori in età pediatrica sono in aumento? Responsabilmente, dobbiamo chiederci se ci sono collegamenti tra la malattia e l'ambiente. Penso che nell'era del genoma dobbiamo assolutamente cercare di capire, senza angoscia e senza allarmismi, in che modo l'ambiente esterno agisce sul nostro patrimonio genetico, e quali rischi ci sono. Occorre studiare e approfondire, perché i fattori che possono essere all'origine di un tumore che colpisce un bambino sono ancora poco conosciuti, e probabilmente sono multipli. Sono sospettate delle cause genetiche o biologiche, in particolare per i tumori che sopravvengono prima dei cinque anni di età, e le cui cause risalgono spesso a un difetto di sviluppo già nello stato di embrione.

Ma i fattori ambientali sono ugualmente in causa, che si tratti di esposizione della donna incinta o del bambino stesso. L'avere ritrovato allarmanti percentuali di diossina nel latte materno non è una notizia di poco peso, e deve farci riflettere sulle implicazioni della cosiddetta catena alimentare. In quanto ai bambini, sappiamo che sono più vulnerabili degli adulti agli effetti nefasti dei fattori ambientali. Letteralmente, essi succhiano la vita con forza. Il loro metabolismo e i loro bisogni energetici fanno sì che, proporzionalmente al loro peso, essi inalino più aria e assorbano più liquidi e più nutrimento degli adulti.

Ma c'è dell'altro. Una sostanza tossica viene assorbita diversamente dall'organismo di un bambino, così come differiscono da quelli di un adulto i meccanismi di riproduzione cellulare e di sviluppo dei tessuti, nonché quello importantissimo della riparazione del Dna, l'indispensabile reazione salvavita contro le lesioni cellulari. Probabilmente, in età infantile, tutto ciò gioca un ruolo nella suscettibilità fisiologica a certi agenti nocivi, a partire dal periodo in cui il bambino può essere danneggiato ancora in utero, per via transplacentare.

Perciò è un dovere sociale e scientifico condurre ricerche su fattori nocivi di cui sappiamo ancora troppo poco. Il rischio più studiato e che sembra ormai accertato è l'esposizione della donna incinta o del bambino alle radiazioni ionizzanti. Sono fortemente indiziati, poi, la polluzione dell'aria (il benzene, ma anche il fumo di sigarette dei genitori) e la polluzione del suolo, con insetticidi agricoli che finiscono nei foraggi degli animali da carne, e di qui nella catena alimentare. Sono rischi da accertare con rigore e onestà intellettuale, chiedendo poi alla ricerca scientifica un aiuto per un diverso modello di sviluppo.
(11 dicembre 2008)

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Lasciate che si ammalino. Qualcuno ci guadagnerà

Il governo ha tolto la prevenzione dalla sua agenda. E le lobby trionfano   Donato Greco fino a qualche settimana fa era il direttore del Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie del ministero della Salute. Sostituito dal governo (sulla sua poltrona si è seduto Fabrizio Oleari), in un'intervista a 'Epidemiologia & Prevenzione', che 'L'espresso' anticipa, spara a zero sulle nuove politiche dell'esecutivo. "Si sta delineando un cambiamento nella visione stessa della prevenzione. L'obiettivo per cui il Centro ha sempre lavorato è stata l'estensione, su tutto il territorio nazionale, di misure di prevenzione primaria. Oggi invece i rappresentanti del ministero preferiscono parlare di 'predizione clinica'. Il che, tradotto, significa privilegiare la diagnosi precoce da attuarsi mediante ricorso a tecnologie avanzata". In pratica, più che prevenire l'insorgenza stessa della malattia, la nuova filosofia sarebbe quella di ampliare al massimo la popolazione che ha accesso alla diagnosi precoce, per intervenire il prima possibile, ma solo quando il paziente è già malato.

La diagnosi precoce, fatta di mammografie, test clinici, colonscopie e molto altro, è un'ottima cosa e ha salvato molte vite, ma ha anche costi elevatissimi che, per come è congegnato oggi il Ssn, entrano ampiamente nelle casse dei mille laboratori privati e convenzionati che forniscono questo tipo di prestazioni.

Greco chiama in causa le lobby: "Basta vedere come sono stati organizzati i comitati consultivi del ministero: c'è una presenza determinante dei poteri forti (industrie farmaceutiche, aziende biotecnologiche, cliniche private) mentre c'è pochissimo spazio per i rappresentanti della sanità pubblica e delle Regioni. Credo che il diritto alla salute oggi sia a rischio".
(11 dicembre 2008) 
Commenti
erogatori e erogatrici
scritto da msirca, dicembre 17, 2008

So bene che "mammelle" è sostantivo femminile quindi l'atributo dovrebbe essere "erogatrici". Suggerisco volutamente la similitudine con l'erogatore tipo quelli del puro e crudo latte alla spina, filiera corta, diretta e controllata dal produttore (sperando che non sia sottovento a un inceneritore), che fanno risparmiare soldi e "rifiuti" e che quasi si voleva far chiudere nei giorni passati per fare un favore alle centrali, nascondendosi dietro evidentemente farsesche "preoccupazioni per la salute dei consumatori". Il latte di mamma non viene controllato se sporadicamente in campagne che sono infatti state scoop clamorosi benchè ignorati dalla stampa; questo latte spesso contiene più diossina di quanta ne potrebbe contenere se dovesse essere venduto.
Le uniche mamme che possono (o potevano fino a poco tempo fa) allattare i propri figli senza avvelenarli di diossina, sono le mamme irlandesi che infatti non hanno inceneritori sul loro territorio. Peccato che non abbiano capito prima che devono autoprodursi anche il foraggio per gli allevamenti e non comprarlo da venditori senza scrupoli o disinformati o non controllati e comunque sicuramente autorizzati che fanno la raccolta in zone dove si accumula diossina (inceneritori in primis e di seguito fonderie, cementifici alimentati a CDR etc.)


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Ultimo aggiornamento ( luned́ 05 gennaio 2009 )