Gli ignavi, i conformisti, la carne da voto e da tasse...
Scritto da Redazione   
luned́ 22 dicembre 2008

(I moderni Attila padroni di città fotocopia...ndr) 

Scritto da Stefano Montanari

lunedì 22 dicembre 2008

...Padana com’è, la nebbia la incarta per giorni, a volte per settimane, e questa nebbia, dice la leggenda, la salvò dall’incursione di Attila che le passò accanto senza accorgersene. San Geminiano, l’allora vescovo, fu accreditato del merito. 

Modena non è strettamente la mia città, ma a Modena abito da una vita. 

Padana com’è, la nebbia la incarta per giorni, a volte per settimane, e questa nebbia, dice la leggenda, la salvò dall’incursione di Attila che le passò accanto senza accorgersene. San Geminiano, l’allora vescovo, fu accreditato del merito. 

Oggi la nebbia resta e San Geminiano pare non sappia più usarla a vantaggio del suo gregge, forse perché dall’atmosfera questa si è insinuata nei cervelli e nei cuori senza possibilità di essere in qualche modo metabolizzata o nemmeno esorcizzata fosse pure da un santo. 

Modena è ricca o, almeno, si trastulla nell’illusione di esserlo e, chissà, forse ricca lo sarà ancora per qualche tempo sull’abbrivo di decenni germogliati da un dopoguerra a maniche rimboccate e da un’attitudine al lavoro a testa bassa. Ma basta sollevarsi un palmo sopra la nebbia, e leggere l’orizzonte futuro è esercizio alla portata di tutti. 

Essere ricchi ha tanti vantaggi, su questo non c’è dubbio, ma uno svantaggio ce l’ha: ti restringe il campo visivo e ti fa estrapolare in territori che con il denaro poco o nulla hanno a che vedere. Di questo posso portare un cumulo di esperienze personali vissute nell’incrocio con chi aveva voluto credere che, se disponi di quattrini e da questi ne vuoi far nascere altri, e se questa operazione prevede l’avvelenamento dell’ambiente in cui chiunque, senza eccezione possibile, è costretto a vivere, sei in qualche modo esente da guai.  

Modena non è diversa dal resto della Penisola e, forse, dal resto del mondo. 

Come si fa ormai dappertutto, qualche giorno fa, contro ogni logica di qualsiasi genere, l’inceneritore locale - “termovalorizzatore” per gl’imbecilli - è stato ampliato ed è stato trionfalmente inaugurato nell’indifferenza dei modenesi. Ora qui si potranno bruciare 240.000 tonnellate di porcherie ogni anno, magari fatte venire da chissà dove, visto che noi, da soli, non ce la facciamo ad accontentare la bulimia coprofila di chi abbiamo voluto ad amministrarci. Naturalmente la nostra versione dialettale di ARPA ha dato il suo entusiastico consenso all’operazione, pur avendo dovuto ammettere, in una grottesca seduta ormai lontana presso la sede del Comune, che l’inceneritore, allora meno mostruosamente grande, era la prima fonte inquinante della città.  

Lasciamo che la reazione dell’università locale cada nell’oblio, e questo per la vergogna che io non posso che provare, essendomi laureato proprio lì, anche se il fatto risale al 1972, quando di queste follie non si parlava di certo. E lasciamo che pure che l’AUSL modenese resti pietosamente avvolta nella nebbia, incapace com’è, insieme con l’immancabile ARPA, di risolvere i “misteri” sanitari che contornano l’inceneritore (vedi il problema della confinante Nonatola) ed incapace di prendere una posizione che sia coerente con la missione del medico. 

Sempre senza che qui la gente muova un dito, l’ARPA ha sottoscritto l’idea di mescolare all’asfalto cittadino le ceneri tossiche (ufficialmente “inerti”) che escono dai falò. Ignoranza  e basta? Incompetenza? C’è altro? Chissà. Certo questi curiosi “addetti ai lavori” paiono ignorare che l’asfalto si usura e invecchia, mandando in atmosfera tutte le sozzerie che sono state “smaltite” nella sua miscela. Modena è una città diventata obesa e, dunque, pigra. Raccolta differenziata? Porta a porta? Riduzione dei rifiuti? Una cultura migliore per sapere che cosa comprare e che cosa non comprare? Ma per carità! Noi abbiamo una splendida amministrazione, abbiamo Hera, abbiamo ARPA, abbiamo l’università, l’AUSL… Loro ci conducono. 

Modena non è una città combattiva. Qui ognuno si fa gli affari propri, compresa la Chiesa che ben si guarda dall’alzare la voce contro chi vandalizza quel creato che resta meraviglioso solo nelle letture domenicali. Chissà che cosa ne dirà chi di quel creato aveva fatto il progetto. 

Modena non è una città informata. Basta aprire uno qualunque dei giornali locali o accendere la TV. 

A questo punto, se c’è ancora tempo, dobbiamo correre ai ripari, a Modena come dovunque la situazione sia in fotocopia. Dobbiamo farlo prima che la nebbia abbia annichilito il cervello proprio di tutti. Non è più possibile restare inerti, rincretiniti dagli sproloqui degl’imbonitori locali, furbescamente rassicurati da chi non ha la minima cultura per poterlo fare, carne da voto e da tasse. Se non per noi, è indispensabile farlo per i nostri figli che, come ci ricordava Lorenzo Tomatis, non ci perdoneranno per quello che stiamo facendo contro di loro. 

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Ultimo aggiornamento ( venerd́ 02 gennaio 2009 )