"Il giorno del rifiuto" a Napoli 23 febbraio 08, Contributo
Scritto da Redazione   
luned́ 25 febbraio 2008

 Dottoressa Patrizia Gentilini

....Difendiamo non con le parole, ma con i fatti, l’ambiente, rimettiamo la Salute al primo posto, ricordiamo che la salute è un bene che la nostra Costituzione ci riconosce come un diritto. Cambiamo rotta, usiamo prudenza, riscopriamo il principio di precauzione e di responsabilità, imbocchiamo la strada che Lorenzo Tomatis ci ha, per tutta la sua vita, instancabilmente indicato: “adottare il principio di precauzione e quello di responsabilità significa anche accettare il dovere di informare, impedire l’ occultamento di informazioni su possibili rischi, evitare che si consideri l’intera specie umana come un insieme di cavie sulle quali sperimentare tutto quanto è in grado di inventare il progresso tecnologico [………] dando priorità alla qualità della vita e all’equità sociale e ponendo il mantenimento della Salute al di sopra dell’ interesse economico”. ...

Il GIORNO DEL RIFIUTO 

Grazie per questo invito, sono un medico, ho lavorato per più di 30 anni in un reparto di Oncologia. Sono qui avendo nel cuore la sofferenza, la disperazione, le lacrime - quelle versate e quelle nascoste - dei miei pazienti, delle mogli, dei mariti, dei figli e dei genitori, di tutti coloro con i quali la mia vita in questi 30 anni si è intrecciata, tante storie, tanti volti, tante lacrime, qualche sorriso, tanti sguardi abbassati, troppi silenzi…. Perché tanto dolore? Perché tante vite sospese o per sempre spezzate? Davvero tutto quanto ho toccato ogni giorno, per tanti anni e che per sempre mi porterò dentro era ineluttabile? Davvero la ricerca e le terapie sempre più mirate ed “intelligenti” risolveranno il problema del cancro? Od ancora una volta abbiamo imboccato la strada sbagliata e pensando di arrivare alla meta in realtà ce ne allontaniamo sempre più? Ecco, scusatemi, ma io credo che abbiamo sbagliato, non siamo sulla strada giusta e prima lo capiamo ed invertiamo  la rotta, prima faremo a  ritrovare il bandolo della matassa… Ecco io sono qui per dire che rifiuto una “scienza” per la quale un veleno non è mai abbastanza veleno per essere dichiarato tale,  sono qui perché rifiuto una medicina per la quale i morti  che si contano non sono mai abbastanza per decidersi  ad affermare che è il caso di prendere provvedimenti. Sono qui perché rifiuto un mondo accademico che celebra come grande epidemiologo, sir Richard Doll, colui che trenta anni fa attribuì a cause ambientali solo il 2% dei tumori, dimenticando che Doll era sul libro paga della Monsanto, ma non solo, era pagato in percentuale in base alla quantità di sostanze chimiche annualmente prodotte da tutta l’ industria chimica mondiale. Ed oggi, sia chiaro, nulla è cambiato. Ma io sono qui anche perché rifiuto una scienza ed una medicina che non ha celebrato e  ricordato Lorenzo Tomatis, questo sì davvero, grande ricercatore e scienziato. Lorenzo Tomatis è sconosciuto al grande pubblico, non ha avuto gli onori dei media, ma ha posto le basi scientifiche e metodologiche della cancerogenesi, identificando e classificando gli agenti inquinanti e le loro conseguenze per la salute umana; egli rappresenta la vera faccia della Scienza e della Medicina, schierata, senza ambiguità alcuna, a difesa della salute e della dignità dell’uomo. Tomatis si è sempre strenuamente battuto per la Prevenzione Primaria, ovvero per la tutela della Salute Pubblica attraverso la riduzione dell’esposizione (ambientale, professionale ed in qualsivoglia altra  forma) a sostanze  tossiche cancerogene o comunque nocive per la salute umana che - come lui diceva - non smettono di essere tali una volta che escono dalle fabbriche. Tomatis incontrò nel suo lavoro di ricercatore inaudite difficoltà e definì la Prevenzione Primaria del cancro come una “corsa ad ostacoli, in cui l’identificazione di un agente fisico o chimico come cancerogeno viene troppo spesso visto con scetticismo se non con aperta ostilità; alcune sostanze sono ritenute cancerogene in alcuni paesi e non in altri e quando riconosciute i limiti consentiti variano da paese a paese, come se il loro effetto cancerogeno potesse modificarsi passando i confini”. Tomatis, invitato in audizione  sul problema dell’incenerimento dei rifiuti in Comune a Forlì il 24 novembre 2005, esordì dicendo: “le generazioni a venire non ci perdoneranno i danni che noi stiamo loro facendo”…e spiegò che centinaia e centinaia di sostanze chimiche tossiche e pericolose, molte fra quelle emesse anche da inceneritori, si ritrovano nel cordone ombelicale.  Tutto ciò compromette non solo lo sviluppo fetale, ma comporta un crescente, inesorabile aumento nell’incidenza del cancro nell’infanzia nonché  disturbi  neuropsichici e cognitivi e condiziona quello che sarà lo stato complessivo di salute anche da adulti, creando danni che addirittura possono trasmettersi, attraverso le cellule germinali, nelle generazioni successive. Oggi la nostra medicina quasi neanche più parla di Prevenzione Primaria, anzi, si confondono le parole e col termine prevenzione si intende la diagnosi precoce! E pensare che solo la Prevenzione Primaria sarebbe in grado di difendere tutti: ricchi e poveri, giovani ed anziani! Lorenzo Tomatis purtroppo non è stato ascoltato: certamente oggi, anche per questo, il mondo è più iniquo, sofferente, avvelenato.  Quanti dolori, quante tragedie, quante lacrime sarebbero state risparmiate se fosse stata seguita la strada della prudenza e della precauzione, quella da lui indicata! Tutto sembra ormai ineluttabile, così Tomatis chiamava quella sorta di oblio, quella  rassegnazione, quello stringersi nelle spalle che sembra avere contagiato tutti, che ci porta ad accettare ogni compromesso, ogni sopruso, che ci porta a pensare che niente e nessuno possa ormai arrestare la deriva del nostro mondo,  come se non fossimo più capaci di progettare il nostro destino, di pensare, di sognare, di ricercare salute, equità, pace. …. 

In questo mondo malato, Tomatis vedeva una medicina parimenti malata, sempre più tecnologica ed orientata esclusivamente alla cura, ma sempre più lontana dalla ricerca delle vere cause delle malattie, quando non addirittura piegata al profitto di pochi. Tomatis ha denunciato con coraggio l’acquiescenza di ricercatori e scienziati che, condizionati sempre più dagli interessi economici delle grandi corporation, producono risultati ambigui e confondenti in modo da rimandare ogni misura di prevenzione, molto più attenti a non ridurre i profitti di chi comanda piuttosto che a proteggere la salute pubblica. “Quando mi sono lasciato comprare? Quando ho capito che la ricerca è al servizio del potere e che il ricercatore è un’oca che produce uova d’oro e che quell’oro andava tutto sulla tavola di chi comanda”: queste sono le parole di un collega riportate nell’ultimo libro autobiografico di Lorenzo, Il Fuoriuscito, in cui già il titolo bene esprime la sua volontà di porsi fuori da questo sistema malato, un sistema in cui non è stato per lui più possibile riconoscersi, che anche Tomatis ha rifiutato. Invertiamo la rotta, cominciando dall’ultimo anello di una catena malata, il problema dei rifiuti che solo la nostra folle società può pensare di risolvere con l’incenerimento. In questo caso la cura è peggiore del male: gli inceneritori sono impianti inutili ed altamente nocivi e oltretutto – questa è la madre di tutte le follie - con i vergognosi CIP6, ci fanno pagare di tasca nostra chi ci avvelena avendo equiparato i rifiuti a fonte rinnovabile di energia!  Dopo tanto studiare sono arrivata alla conclusione che il problema dei rifiuti è in assoluto il più semplice da risolvere; non sembri una provocazione, ma davvero i rifiuti NON  esistono!
I rifiuti sono risorse che possono e devono rientrare nel ciclo produttivo, altro che incenerire!   La "cura" è: raccolta differenziata "porta a porta" e per il 20-25% di residuo "non riciclabile" non c'è che l'imbarazzo della scelta fra metodi a basso impatto ambientale tipo meccanico biologico o sistemi di estrusione che permettono di ottenere anche da pannoloni e simili una "sabbia sintetica" ampiamente richiesta dal mercato (brevetto italiano già copiato da svizzeri, cinesi, indiani). Negare questa "ricetta" è come negare gli  antibiotici a chi ha una setticemia , chi lo fa non potrà più dire di non sapere: migliaia di medici e non solo nel nostro paese lo vanno dicendo! Gli amministratori che pervicacemente persistono nell’incenerimento sappiano che se ne assumono le conseguenze, anche davanti alle generazioni future a cui lasceranno un mondo certamente più avvelenato e poco importa se l’ avvelenamento era consentito dai limiti di legge….Difendiamo non con le parole, ma con i fatti, l’ambiente, rimettiamo la Salute al primo posto, ricordiamo che la salute è un bene che la nostra Costituzione ci riconosce come un diritto. Cambiamo rotta, usiamo prudenza, riscopriamo il principio di precauzione e di responsabilità, imbocchiamo la strada che Lorenzo Tomatis ci ha, per tutta la sua vita, instancabilmente indicato: “adottare il principio di precauzione e quello di responsabilità significa anche accettare il dovere di informare, impedire l’ occultamento di informazioni su possibili rischi, evitare che si consideri l’intera specie umana come un insieme di cavie sulle quali sperimentare tutto quanto è in grado di inventare il progresso tecnologico [………] dando priorità alla qualità della vita e all’equità sociale e ponendo il mantenimento della Salute al di sopra dell’ interesse economico”. Il dovere di informare….impedire l’occultamento delle prove….ma quanto è difficile! Ancora una volta lasciatemi concludere con le parole di Lorenzo tratte dal suo libro “La rielezione” scritto oltre 20 anni fa ma profetiche come non mai: “Chi comanda l’ informazione è lontano, e protetto , così lontano che la maggioranza di noi non riesce ad immaginarlo e non si accorge di essere condizionato ed asservito. L’asservimento potrà cominciare a durare, tanto a lungo da far temere che possa divenire permanente. Il piano prevede l’asservimento e un reclutamento progressivo, totale e irreversibile, con la facile eliminazione delle frange recalcitranti all’interno di una stragrande maggioranza  consenziente. Ma soltanto una miopia avida può fare credere ai padroni dell’informazione di avere completamente asservito a loro esclusivo vantaggio la capacità creativa dell’uomo.  La resistenza si rafforzerà e il piano per un dominio planetario dell’informazione si sfascerà. Resistere ha quindi un senso. La rivolta sarà il culmine di un atteggiamento che sta maturando per vie segrete e sotterranee, che affonda le sue radici nel senso della dignità e della giustizia, nella melanconia e nell’ entusiasmo, nella compassione e nella solidarietà, negli slanci di altruismo che ancora alcuni coltivano in sé .[….] La rivolta è ancora acefala, appena a livello di coscienza, si esprime come un disagio, non ò strutturata. Contribuirà a salvarci la grossolanità ingorda di chi vuol dominare il mondo”….Siamo qui, siamo tanti ed ancora di più sono quelli che sono nei nostri cuori e nei nostri ricordi e che tanto hanno patito, vittime innocenti di una miopia che ha anteposto il profitto alla salute  ed è anche in loro nome che noi, finalmente risvegliati da un sonno durato anche troppo a lungo, rifiutiamo i veleni, e non solo quelli che avvelenano l’ ambiente ed il corpo, ma anche quelli che ci avvelenano l’ anima e ci fanno essere rassegnati e passivi, sopraffatti dall’ immensità dei problemi a pensare che nulla mai cambierà. “Anche un grande incendio nasce da una piccola scintilla, ed oggi io ho visto a Forlì la scintilla del cambiamento”… Così Tomatis ci disse il 24 novembre 2005 e se io ora sono qui è per testimoniare che, ancora una volta, Lorenzo aveva visto giusto.  Patrizia Gentilini                                                                                                            Napoli 23 febbraio 2008 
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