Gli ambientalisti del "si può fare, ... l'affare", a spese dei cittadini e dell'ambiente
Scritto da Redazione   
martedì 04 marzo 2008

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Dimettersi o non dimettersi?

Emma Berti,  03 marzo 2008

..."Bassolino si assuma le sue responsabilità e la smetta di attaccare gli ambientalisti. La colpa è di chi ha combinato i guai e non di chi li ha denunciati". La De Pretis chiede poi a Prodi di ritirare l'ordinanza su Acerra, che considera "un nuovo regalo non solo a chi si aggiudicherà la gara per l'inceneritore, ma anche alla Impregilo che è sotto processo a Napoli anche per la produzione di cdr non a norma", regalo "di quanti nel Pd si dicono ambientalisti del ‘si può fare', si può fare l'affare", ma alle spese dei cittadini e dell'ambiente ....

 Dimettersi o non dimettersi?

Il mondo politico si divide tra chi difende Antonio Bassolino e chi gli chiede di lasciare il posto alla presidenza della Regione Campania. Si parla di responsabilità personale e di responsabilità politiche più generali, di errori compiuti e possibili soluzioni. D'Alema, Mastella, il neo assessore regionale al Turismo Velardi e la Iervolino difendono, Di Pietro e la Sinistra arcobaleno attaccano

Dopo il rinvio a giudizio del presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, per presunte irregolarità nel ciclo dello smaltimento dei rifiuti, si alza il tono della debacle tra chi chiede le sue dimissioni e chi lo difende, mentre il diretto interessato persevera nella sua decisione di non lasciare il proprio posto.
In un'intervista a ‘La Repubblica', Giandomenico Lepore, il procuratore di Napoli che ha avviato il procedimento contro Bassolino e altri 27 imputati coinvolti nell'inchiesta sull'emergenza rifiuti campana, ha dato un taglio alle polemiche e alle strumentalizzazioni sull'inchiesta. Lepore ha specificato che le accuse portate avanti dalla procura sono "tutt'altro che infondate" e che di "processo politico" non si può e non si deve parlare: "una cosa sono le responsabilità di carattere politico, che non spetta a me giudicare, altro discorso è il risvolto penale sul quale è compito nostro indagare". Nessuno stop all'azione della Procura riguardante i rifiuti: "Noi non ci fermiamo, anzi andiamo avanti: c'è ancora molto da fare", conclude Lepore.
Il mondo politico si divide tra i banchi dell'accusa e della difesa, e le prove a carico delle due parti vanno oltre la questione della ‘munnezza': si parla di responsabilità politiche ben più estese dei confini regionali e di possibili mine pronte ad esplodere in piena campagna elettorale.
A fianco del governatore della Campania troviamo al primo posto Clemente Mastella, che considera "ingiusto tutto questo fuoco" nei confronti di Bassolino e di "quelli che ora appartengono al male in genere, dimenticando che sono stati partecipi di questo male tutti gli altri". L'ex guardasigilli è d'accordo con Veltroni nel sostenere che "c'è un senso di responsabilità che lo tocca direttamente", ma precisa che "nelle gestioni commissariali ognuno assume le proprie responsabilità".
Ad allargare il campo delle responsabilità è anche il ministro degli Esteri Massimo D'Alema, che considera "eticamente inaccettabile questo scarico di responsabilità su una sola persona" e spiega che "la gestione del commissariamento fa capo alla responsabilità del governo nazionale"e quanto è accaduto è una "sconfitta di una intera classe dirigente.
Il neo assessore regionale al turismo della Campania, amico di lunga data del governatore ed esperto di comunicazione, Claudio Velardi, in un'intervista al Corriere, si allaccia a Veltroni, dicendo che il segretario "ha ragione a temere che Bassolino posso appannare l'immagine del Pd". E' convinto delle "mani pulite" di Bassolino, sostiene che le sue dimissioni sarebbero state un "grave errore politico", e per tutto il Pd. "Ciò che sta accadendo in Campania è frutto tardivo del comunismo". Insomma, a fregare Bassolino è stato il suo rimanere, in fondo, comunista, il non essersi staccato dal suo patrimonio genetico che, inevitabilmente, l'ha portato a commettere "i soliti due errori della sinistra italiana". Errore numero uno: "incapacità di far crescere una nuova classe dirigente". Errore numero due: "scarsa considerazione per i meccanismi di governo. D'altronde -specifica Velardi- chi è stato allevato nel mito della rivoluzione finisce per considerare le leggi e gli ingranaggi burocratici al pari d'intralci". Soluzione: "sottoscrivere una tregua di tre mesi" sulla questione rifiuti, che permetterà di far capire che lo scenario campano, "da anni discarica in cui si sversavano i problemi del governo centrale", è ora cambiato.
D'accordo con la linea seguita da Bassolino è Rosa Russo Iervolino, sindaco di Napoli: "abbandonare il posto di lavoro in un periodo di emergenza è una cosa comoda ma non utile ai cittadini. Chiedere le dimissioni di Bassolino è come chiedere quelle del ministro dei Lavori Pubblici, perché lui non ha alcun potere, è tutto nelle mani del commissario".
Banco d'accusa. Antonio Di Pietro è irremovibile, la sua idea non è cambiata da quattro mesi a questa parte: "le dimissioni di Bassolino sono necessarie così come è opportuno l'azzeramento di tutta la classe politica regionale". Il leader dell'Italia dei valori è convinto che, se Bassolino è innocente sul piano personale, su quello delle responsabilità politiche è senza dubbio colpevole: dopo anni e anni come sindaco di Napoli e poi come Governatore della regione, dato che non è riuscito a liberarsi dell'immondizia si deve fare da parte, lo deve "alla dignità della politica e degli elettori". Certo è che Bassolino non è l'unico responsabile della situazione, ma "la sua mancanza di decisione ed essersi affidato a una marea di consulenti e amministratori incapaci di risolvere i problemi" lo condannano. Fermi nel chiedere le dimissioni sono poi gli esponenti della Sinistra arcobaleno, soprattutto i napoletani, che non risparmiano critiche all'azione di Prodi relativa all'ordinanza sull'inceneritore di Acerra, in cui potranno essere bruciate le ecoballe prodotte negli impianti Cdr. Il presidente della commissione ambiente, il senatore Tommaso Sodano, considera l'ordinanza un errore gravissimo: così "tutti i composti nocivi aumenteranno compromettendo le acque, il suolo, l'aria che la gente respira. Tutto ciò viene contrabbandato come misura per risolvere l'emergenza".
Giovanni Russo Spena parla della "faccia tosta di Bassolino", che in un'intervista avrebbe puntato il dito contro Sodano, accusandolo di essere il responsabile dell'emergenza rifiuti in Campania. Mossa che l'esponente di Rifondazione spiega come una sorta di vendetta, dal momento in cui proprio il presidente della commissione ambiente firmò l'esposto da cui poi nacque l'inchiesta che ha portato al rinvio a giudizio del governatore. La conclusione di Russo Spena è che "l'intero Pd cerca di scaricare sugli ambientalisti l'emergenza"
Sulla stessa onda le dichiarazioni di Loredana De Pretis, capogruppo dei Verdi in Commissione ambiente e senatrice della Sinistra arcobaleno: "Bassolino si assuma le sue responsabilità e la smetta di attaccare gli ambientalisti. La colpa è di chi ha combinato i guai e non di chi li ha denunciati". La De Pretis chiede poi a Prodi di ritirare l'ordinanza su Acerra, che considera "un nuovo regalo non solo a chi si aggiudicherà la gara per l'inceneritore, ma anche alla Impregilo che è sotto processo a Napoli anche per la produzione di cdr non a norma", regalo "di quanti nel Pd si dicono ambientalisti del ‘si può fare', si può fare l'affare", ma alle spese dei cittadini e dell'ambiente

E mentre il dibattito continua, il vicecommissario per l'emergenza rifiuti in Campania, generale Franco Giannini, pronostica che "in otto giorni la città di Napoli sarà liberata dalle giacenze di rifiuti che sono lungo le strade", che ammontano ancora a 4000 tonnellate.
 
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Ultimo aggiornamento ( martedì 04 marzo 2008 )