A Acerra e in Campania: strage in corso (gli assassini sono noti)
Scritto da msirca   
giovedì 26 marzo 2009
..."Si capisca che i miei colleghi medici hanno il dovere di scendere in campo. Così, domani, i loro figli e i loro nipoti non gli diranno: cosa avete fatto. Dobbiamo dire no a questa bomba ecologica. Che va ad aggravare una strage che è già in corso. Tra poche ore si riunisce l'Ordine dei Medici di Napoli per dire la sua. Sono mobilitati alle 16.30 di oggi. Usciremo con il camice bianco e il nastrino nero".

Apre il termovalorizzatore di Acerra


Il Vescovo: "Non lo benedirò"


Inagura domani il primo inceneritore campano. A tagliare il nastro sarà Berlusconi, invitate quattrocento persone. Ma sono previsti due cortei di protesta e il vescovo di Acerra, monsignor Giovanni Rinaldi, fa sapere: "Non benedirò questo inceneritore"


di Conchita Sannino

Una festa, quella della "politica quando sceglie". Una lista di quasi quattrocento persone. Con relativo traffico di poltroncine, sedie, piante, tappeti, velluto, separé e bandierine ad uso scolaresche, trasportate da Napoli fino al "deserto" dell'ex area industriale di Acerra. Mondo politico, imprenditoriale, sindacale. Il premier e il sottosegretario Bertolaso li hanno invitati in pompa magna, a tagliare il nastro del primo inceneritore della Campania, nella regione che moriva di rifiuti e non ne aveva uno. Una festa per l'impianto che Acerra, a torto o a ragione, non vuole (non voleva). Unica grande assente: la Chiesa. Almeno, quella locale. "Non benedirò questo inceneritore", fa sapere ieri il vescovo di Acerra, monsignor Giovanni Rinaldi. Che, tuttavia, ha deciso di non partecipare neanche alle marce contro l'"ecomostro", pur condividendo da sempre le battaglie di chi vi si è opposto. Così, alla vigilia dell'arrivo del presidente Berlusconi, si annunciano due manifestazioni contro il termovalorizzatore che sta per inghiottire tonnellate di rifuti "tritovagliati e selezionati". Le prime emissioni già registrate durante i test "sono al di sotto di tutti gli standard", fanno sapere alla struttura di Bertolaso. Ma c'è chi non ci crede. Da ieri, all'ingresso di Corso della Resistenza, cuore di questo paesone abbandonato e acefalo (dopo le dimissioni di massa dei consiglieri, c'è il commissario prefettizio), ondeggia minaccioso un drappo di Rifiuti Zero: "Berlusconi aiuta le imprese. Quelle funebri". Immagine macabra in primo piano: due piedi che sporgono da tavolo di morgue. È l'altro volto della festa. UN paese rassegnato. Come il barista Vincenzo Esposito di Corso Italia. "Se l'hanno fatto e ce l'hanno pure al nord, ce lo dobbiamo tenere. Ma qui i miei figli non li vorrei far vivere, non mi fido". Oppure una comunità più lucida e ferita di quanto il gioco degli schieramenti lasci intendere, come mostra la riflessione di Gennaro Calligari e Michele Rullo, nel Centro Scommesse di corso della Resistenza. "Acerra non morirà per Berlusconi, o non solo per colpa sua — dicono loro, quasi in coro — Invece di prendersela con lui, andassero a sequestrare le ville, le Ferrari e gli elicotteri a una famiglia di Acerra che smaltendo i rifiuti inquinanti e contaminando i terreni agricoli ha costruito la sua fortuna". Il riferimento è alla famiglia Pellino, i fratelli coinvolti più volte da indagini e che però hanno sempre negato le loro responsabilità nel traffico illecito dei rifiuti. Una cittadina depressa. Come racconta Giuseppe Santoro, titolare del bar di fronte al Municipio, proprio nella strada che si chiama via Democrazia, troppa enfasi per un Palazzo che negli ultimi dieci anni ha sempre visto il consiglio comunale liquefarsi al gioco dei contrapposti veleni e sciogliersi prima della scadenza naturale, con l'arrivo dei commissari. Il popolo del no si è sempre avvalso del sostegno della Chiesa. E neanche oggi la musica cambia. "Mi hanno chiesto di benedirlo questo inceneritore, ma non me la sento", confessa a Il Nolano online il vescovo di Acerra, Giovanni Rinaldi. Che spiega: "La mia scelta è frutto di una decisione presa in accordo con l'intero consiglio episcopale, col quale mi sono confrontato. Non posso condividere qualcosa contro cui ho lottato anche io. E tuttavia, non me la sento di andare alla marcia del no". La presidenza del Consiglio, per non farsi mancare nulla, ha invitato anche il carismatico cardinale di Napoli, Sepe. Gli altri vescovi. Si spaccherà la Chiesa campana? Preparativi che fervono proprio mentre oggi si snoda il giorno della protesta. Intanto il Movimento campano Rifiuti zero si dà appuntamento oggi alle 16.30 per un corteo che parte da piazza Duomo, di Acerra. Mentre domani, dalle 10, comincia un presidio a piazza Castello. In piazza scendono anche gli avvocati, i docenti, i medici. Con un duro documento in cui elencano i motivi del no. Ieri ad Acerra c'era anche Felicetta Parisi, medico, neonatologa all'ospedale San Giovanni Bosco, fronte di lotta vicino a padre Alex Zanotelli: "Si capisca che i miei colleghi medici hanno il dovere di scendere in campo. Così, domani, i loro figli e i loro nipoti non gli diranno: cosa avete fatto. Dobbiamo dire no a questa bomba ecologica. Che va ad aggravare una strage che è già in corso. Tra poche ore si riunisce l'Ordine dei Medici di Napoli per dire la sua. Sono mobilitati alle 16.30 di oggi. Usciremo con il camice bianco e il nastrino nero".
(24 marzo 2009)

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Commenti
la fabbrica della morte
scritto da msirca, marzo 30, 2009

http://www.9online.it/blog_emergenzarifiuti/2009/03/30/la-fabbrica-della-morte/

La fabbrica della morte
Inaugurazione inceneritore Acerra, comunicato della Rete Campana Salute ed Ambiente
LO STATO E’ TORNATO A FARE LO STATO. ANDREMO AVANTI ANCHE CON L’USO DELLA FORZA.
Con queste parole Berlusconi ha inaugurato l’inceneritore di Acerra , questo messaggio è stato trasmesso su tutte le reti nazionali.
I comitati, insieme agli studenti, ai lavoratori erano ad Acerra a manifestare il dissenso, la rabbia, il lutto per un atto brutale che colpisce questa terra massacrata e per ribadire le loro alternative. Un enorme schieramento di forze dell’ordine ha impedito che la nostra protesta arrivasse fin sotto l’inceneritore e si facesse sentire da chi festeggiava i suoi futuri guadagni sulla nostra pelle. Alla fine della manifestazione abbiamo tenuto un’assemblea nella sala del consiglio comunale di Acerra, riprendendo simbolicamente possesso di quello che dovrebbe essere il luogo più vicino ai cittadini.
L’inaugurazione di oggi è un grande atto di violenza contro la democrazia, contro la salute, contro l’immenso valore che noi diamo a questa terra che con tanta tracotanza viene violentata come la nostra libertà.
La “ tragedia della Campania” ha vissuto il grande giorno garantita dalle falsificazioni mediatiche, dall’insopportabile militarizzazione del territorio, dell’uso di leggi speciali, dalla criminalizzazione del dissenso, dal segreto di stato rispetto alle informazioni pubbliche (ordinanze, procedure di gara, ecc…) mentre la continuità della nostra lotta deve costituire una grande opportunità per una svolta radicale a favore dell’assunzione della strategia rifiuti zero.
Oggi Berlusconi e Bassolino hanno portato a termine gli impegni presi con le lobbies industriali e con le lobbies camorristiche sacrificando ad essi la Campania intera. Il capo del governo ha addirittura definito eroi i responsabili di questo disastro (Impregilo e Fibe) tuttora indagati per truffa.
Sarà possibile bruciare nell’inceneritore di Acerra «rifiuti imballati e non imballati» e «ovunque stoccati» e le ecoballe di Tufino recita l’ultima ordinanza del presidente del Consiglio, datata 18 marzo, e pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Ancora un’ordinanza che si succede alle altre, tutte fatte di deroghe, costruite in completo spregio della dignità e della democrazia e in assoluta violazione dei diritti della salute e dell’ambiente.
Napolitano, Giannini, Realacci, Letta, Prestigiacomo, Moratti hanno rilasciato dichiarazioni entusiaste sulla la farsa recitata ad Acerra questa mattina. Una seconda farsa è stata successivamente recitata per gli operai Fiat di Pomigliano D’Arco quando Berlusconi ha incontrato i sindacalisti a Napoli. Di che stupirsi?
Secondo questi signori siamo tutti noi a dover pagare la loro crisi economica accettando licenziamenti, tagli alla scuola, alla sanità, a rimanere precari o disoccupati, a vedere privatizzata l’acqua e devastato il territorio. Noi siamo definiti “ i falsi ambientalisti che hanno bloccato il nostro Paese” negli ultimi anni opponendosi alla Tav, agli inceneritori, alle discariche, alle basi militari. Quindi, chi lotta deve tornare al silenzio con le buone o le cattive, chi perde il lavoro “deve darsi da fare”. A destra come a sinistra questa è soluzione.
I movimenti ed i lavoratori portano avanti le battaglie politiche sapendo di non avere sponde nemmeno nella cosiddetta sinistra radicale. Nella manifestazione di oggi abbiamo rivisto la faccia dell’ex senatore Sodano. Non abbiamo gradito, così come non gradiamo il riapparire di quanti in questi anni ci hanno lasciati soli e che oggi tornano a guardare ai movimenti solo come bacino elettorale. Grazie alle denunce di Sodano si era arrivati al maxiprocesso contro Bassolino e Impregilo, tuttora in corso a Napoli, ma, negli ultimi anni il suo comportamento e quello del partito di appartenenza è stato connotato da una grande ambiguità. L’inceneritore di Acerra è stato volutamente e ripetutamente dato per scontato interrompendo la lotta contro la sua apertura, le discariche sono state dichiarate necessarie, molto stiamo pagando per i suoi silenzi nelle audizioni di quando era Presidente della commissione Ambiente al Senato. Il suo partito, con il sostegno e la presenza in giunta Bassolino mai interrotta , nemmeno quando la sfiducia si è resa davvero necessaria e immediata, ha continuato a legittimare e difendere il Governatore. Le posizioni ambigue su inceneritori, dissociatori e discariche di tutto il partito della Rifondazione non stanno affatto dalla parte dei comitati. Lo abbiamo denunciato da sempre ed oggi più che mai, a ridosso di una campagna elettorale, diciamo con molta chiarezza che i movimenti non hanno nulla da spartire con chi, preferendo le stanze del potere, ci ha venduti a questo nuovo fascismo.
Noi non ci fermeremo. Noi ci battiamo contro inceneritori, discariche, impianti nucleari.
Quando essi vengono inaugurati allora noi ci battiamo per farli chiudere.
Il nostro è un percorso lungo, siamo ancora delle minoranze ma lavoriamo duramente per far emergere il sentimento della resistenza contro questo potere arrogante e prepotente.
Sui rifiuti pretendiamo la strategia rifiuti zero e le “migliori pratiche” di riduzione, di riuso, di riciclo e recupero di materiali.
Da Acerra adesso riparte la lotta per la gestione partecipata e democratica dei beni comuni. Il cambiamento è davanti a noi, è un cambiamento importante per una società in crisi che deve ripensare e riscrivere i suoi valori, la sua economia, il suo ambiente. Questa gestione dei rifiuti è il prodotto di errate scelte politiche legate agli interessi di gruppi di potere economico che non ha a cuore il benessere collettivo.
Lottiamo per cambiarlo, lottiamo per chiudere l’inceneritore di Acerra e per cambiare questo sistema fatto di valori, stili di vita, economia in cui non ci riconosciamo, privilegiando, al contrario, il benessere della collettività, più opportunità occupazionali, maggiore equità sociale e il rispetto per l’ecosistema che ci ospita.

RETE CAMPANA SALUTE E AMBIENTE



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