da "Porta la Sporta" un suggerimento a consiglieri e assessori...
scritto da bolina, giugno 15, 2009
Un fac simile di delibera la quale include un piano di intervento.
Si tratta di un modello modificabile ma racchiude tutti gli aspetti di legislazione ambientale, di informazione e dettagli operativi utili a rendere la comunicazione più mirata e, ci auguriamo, di maggiore efficacia. L'introduzione legislativa è centrata sulla prevenzione e riduzione rifiuti e sulla responsabilità condivisa del produttore verso i prodotti immessi al commercio.
La nostra iniziativa vuole promuovere la corretta gestione del sacchetto in plastica come da direttive espresse dall'art. 4 della nuova direttiva comunitaria 98/2008/CE che impone la gerarchia gestionale dei rifiuti basata su 5 livelli: prevenzione > riuso>riciclaggio>altri recuperi tra cui quello di energia>smaltimento finale. (...)
Silvia Ricci
Referente Campagna Porta la Sporta
Associazione dei Comuni Virtuosi
Cell. 347.9075399
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http://www.portalasporta.it/index.htm
MODELLO di delibera Porta la Sporta con piano operativo e scheda di adesione
VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE
Data Numero
Oggetto: adesione alla campagna nazionale Porta la Sportapromossa dall'associazione dei comuni virtuosi con il patrocinio del WWF
Premesso che la nuova direttiva quadro europea sui rifiuti 2008/98/CE del 19/11/2008 all'interno del VI Programma di azione ambientale europeo obbliga gli Stati membri all'elaborazione di specifici programmi di prevenzione dei rifiuti entro 5 anni e che tali programmi devono essere basati sulla considerazione dell'intero ciclo di vita dei prodotti e dei materiali fissando specifici obiettivi e misure finalizzate a dissociare la crescita economica dagli impatti ambientali connessi alla produzione di rifiuti.
Per rafforzare la prevenzione, nonché il riutilizzo e il recupero dei rifiuti, è previsto infatti che gli Stati membri possano adottare misure, legislative e non, volte ad assicurare che il produttore sia soggetto a una responsabilità estesa, ovvero su tutto il ciclo di vita del bene.
Tali misure hanno lo scopo, fra l’altro, di incentivare una progettazione dei prodotti mirata a ridurre il loro impatto ambientale sia durante la realizzazione sia durante il successivo utilizzo, promuovendo lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti adatti all'uso multiplo e tecnicamente durevoli.
VISTO I' Art. 4 - 2008/98/CE: La seguente gerarchia dei rifiuti si applica quale ordine di priorità della normativa e della politica in materia di prevenzione e gestione dei rifiuti
- prevenzione;
- riuso;
- riciclaggio;
- altri recuperi, tra cui quello di energia;
- smaltimento finale.
C.2 "Nell'applicare la gerarchia dei rifiuti gli Stati membri adottano misure volte a incoraggiare le opzioni che danno il miglior risultato ambientale complessivo... in termini di ciclo di vita e in relazione agli impatti complessivi della produzione e della gestione di tali rifiuti."
VISTO l'Art. 8 – 2008/98/CE: Responsabilità estesa del produttore
Per rafforzare il riutilizzo, la prevenzione, il riciclaggio e il recupero energetico gli Stati membri possono adottare misure legislative o non legislative volte ad assicurare che qualsiasi persona fisica o giuridica che professionalmente sviluppi, fabbrichi, trasformi, tratti, venda o importi prodotti sia soggetto ad una responsabilità estesa.
Tali misure possono includere l’accettazione in restituzione dei prodotti e dei rifiuti residuali dopo l’utilizzo, nonché la successiva gestione dei rifiuti e la responsabilità finanziaria per tali attività. Tali misure possono includere anche l’obbligo di mettere a disposizione del pubblico le informazioni relative alla misura in cui il prodotto è riutilizzabile e riciclabile. (.....)
VISTO l'Art. 9- 2008/98/CE: Prevenzione dei rifiuti
Previa consultazione dei soggetti interessati,la Commissione presenta al Parlamento europeo e al Consiglio le seguenti relazioni corredate, se del caso, di proposte concernenti le misure necessarie a sostegno delle attività di prevenzione e dell’attuazione dei programmi di prevenzione dei rifiuti di cui all’articolo 29 comprendenti:
a) entro la fine del 2011, una relazione intermedia sull’evoluzione della produzione dei rifiuti e l’ambito di applicazione della prevenzione dei medesimi, che comprende la definizione di una politica di progettazione ecologica dei prodotti che riduca al contempo la produzione di rifiuti e la presenza di sostanze nocive in essi, favorendo tecnologie incentrate su prodotti sostenibili, riutilizzabili e riciclabili;
b) entro la fine del 2011, la formulazione di un piano d’azione per ulteriori misure di sostegno a livello europeo volte, in particolare, a modificare gli attuali modelli di consumo;
c) entro la fine del 2014 la definizione di obiettivi in materia di prevenzione dei rifiuti e di dissociazione per il 2020, basati sulle migliori prassi disponibili (.....).
VISTO il D.Lgs n. 152 del 3 aprile 2006, Parte Quarta Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati ed in particolare
- l’art. 179 che dispone che le Pubbliche Amministrazioni debbano perseguire in via prioritaria iniziative dirette a favorire la riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti,
- art. 180 che, al fine di promuovere in via prioritaria la prevenzione e la riduzione della produzione di rifiuti, dispone che le iniziative di cui all’art. 179 riguardino in particolare:
a) la promozione di strumenti economici, eco-bilanci, sistemi di certificazione ambientale, analisi del ciclo di vita dei prodotti, azioni di informazione e sensibilizzazione dei consumatori, l’uso di sistemi di qualità, nonché lo sviluppo del sistema di marchio ecologico ai fini della corretta valutazione dell’impatto di uno specifico prodotto sull’ambiente durante l’intero ciclo di vita del prodotto; (...)
c) la promozione di accordi e contratti di programma o protocolli d’intesa, anche sperimentali, finalizzati con effetti migliorativi alla prevenzione e alla riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti.
VISTO il Piano provinciale/regionale....... che prevede la realizzazione di azioni volte alla riduzione della produzione di rifiuti, .....
CONSIDERATO
- che un’attenta politica di gestione dei rifiuti che punti alla loro prevenzione, al riuso, al massimo recupero di beni e materiali si pone in linea anche con gli obiettivi di generalizzare la diminuzione dei gas serra resa necessaria e stringente da accordi internazionali che puntano ed obbligano i governi a tagliare le emissioni di CO2 legate anche alla produzione dei beni di consumo, a partire dagli imballaggi.
- che in riferimento alla gerarchia dei rifiuti comunitaria e quadro normativo nazionale il sacchetto in plastica andrebbe in primo luogo evitato (prevenzione), in secondo luogo sostituito con materiale durevole e riutilizzabile (riuso) e solamente in terzo luogo riciclato.
-che in riferimento agli stessi quadri normativi sopra enunciati anche il sacchetto biodegradabile, in quanto imballaggio monouso risulta evitabile poiché sostituibile con un'alternativa riutilizzabile che rappresenta il miglior risultato ambientale complessivo... in termini di ciclo di vita e in relazione agli impatti complessivi della produzione e della gestione di tali rifiuti." (vedi art.4 C.2). La bioplastica è una risorsa preziosa a cui attingere per la produzione di infiniti articoli per cui non sia presente una soluzione migliore in termini di impatto ambientale ma, se trasformata in uno shopper, va considerata come una scelta di emergenza.
- che se fosse possibile utilizzare, per riporre la spazzatura, solamente gli appositi sacchetti a rotolo si ridurrebbe drasticamente l'impatto ambientale causato dai sacchetti che deturpano il pianeta, (formano il 50% della plastica contenuta nell’isola di spazzatura del nord pacifico grande quanto due volte il Texas).
- che la plastica è nociva per la salute umana: quando è smaltita nell'ambiente gli additivi chimici in essa contenuta si disperdono nel suolo. Ma è ancora più nociva se dispersa in acqua per la sua caratteristica di assorbire e concentrare in sé le sostanze contaminanti lì presenti. Non essendo biodegradabile la plastica si frantuma lentamente in centinaia di anni. (i suoi frammenti contaminati vengono scambiati per plancton e ingeriti dai pesci. Nel nord Pacifico la quantità di plastica supera il plancton in un rapporto di 6 a 1, passando da 30 a 1 nelle zone più compromesse).
- che la plastica, tra i materiali per imballaggio, rappresenta il materiale a più alto impatto ambientale per le problematiche connesse al suo smaltimento. Non essendo biodegradabile infatti permane nell'ambiente per centinaia di anni e quando bruciata produce diossine.
- che nel 2006 in Italia sono state immesse sul mercato 12 milioni di tonnellate di imballaggi e che l'andamento è in continua crescita.
- che in Italia vengono consumati circa un quarto dei sacchetti in plastica utilizzati nell’intera Unione europea, (uso pro capite 420 sacchetti), pari a un volume di circa 260 mila tonnellate annue di materiale plastico, di cui quasi un terzo finisce in discarica.
- che la percentuale di riciclo dei sacchetti è assolutamente irrilevante (inferiore al 10%).
- che grande parte dei sacchetti prima o poi finisce in mare dove causa la morte di 100000 animali marini.
- che i nostri fiumi, coste, e mari stanno presentando accumuli impressionanti di inquinamento plastico.
- che il sacchetto è facilmente sostituibile con borse riutilizzabili come dimostrato dagli abitanti di 120 cittadine inglesi e di altre nazioni o città estere dove sono entrati in vigore, anche recentemente, divieti totali o parziali di utilizzo dello shopper o l'applicazione di una tassa d'uso.
DELIBERA
1. di aderire alla campagna nazionale Porta la Sporta promossa dall'Associazione dei comuni virtuosi con il patrocinio del WWF, di diverse Regioni e Province italiane perché:
a)non si limita a proporre un semplice cambio di materiale monouso che non andrebbe a modificare un comportamento usa e getta nei consumatori che non è più sostenibile. Oltre all'impatto ambientale la gestione dei rifiuti e dei costi di pulizia ambientale assorbe grande parte delle risorse finanziarie, sempre più esigue, dei bilanci comunali.
In un passaggio a pari consumo di quantità, da un prodotto che comporta un consumo ingiustificato di risorse non rinnovabili alla fonte e un pesante impatto ambientale a fine ciclo di vita, a un prodotto più innocuo, soprattutto nella fase di smaltimento, si perderebbe un'importante occasione di educazione ambientale che partendo dal sacchetto favorirebbe un ripensamento di singoli e collettività verso stili di vita e consumi che stanno mettendo in crisi l'ecosistema.
b)riteniamo valido il supporto che l'iniziativa offre, a titolo gratuito, a cittadini e amministrazioni nell'affrontare e contrastare i livelli di consumo degli shopper nel nostro paese. Dal sito che supporta l'iniziativa di cui sopra è possibile attingere a tutte le informazioni e i documenti utili a questa Amministrazione per preparare gli operatori volontari della cui collaborazione intendiamo avvalerci per la sensibilizzazione di commercianti, scuole e cittadini e per le altre iniziative che si andranno a organizzare.
2. di approvare l’allegato documento Piano Riduzione Porta la Sporta che costituisce parte integrante della presente delibera e che individua gli interventi che si andranno ad effettuare e i soggetti coinvolti.
3. di stabilire come obiettivo della campagna il conseguimento progressivo di una riduzione nella distribuzione dei sacchetti nel settore alimentare, pari al 25% entro i primi tre mesi dalla partenza dell'iniziativa, al 50% in sei mesi e al 75% entro un anno.
4. ai fini del raggiungimento di tale obiettivo la giunta comunale nella persona di ..... si occuperà di verificare quali associazioni di categoria (commercianti, artigiani, ecc.) e quali altre associazioni volontarie presenti sul territorio possano essere coinvolte nell'iniziativa.
5. di individuare come strumenti principali necessari per il raggiungimento degli obiettivi:
a)la promozione di un’adesione volontaria di imprese e commercianti per effettuare analisi relative agli impatti ambientali della propria attività produttiva per individuare alternative meno impattanti,
b)la promozione nei cittadini di una coscienza e consapevolezza ambientale che concorra a individuare e successivamente a modificare stili di consumo non ecosostenibili,
vedi seguito:
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