Interrogazione in Regione sui polli alla diossina (Montale) |
Scritto da bolina | |
sabato 06 giugno 2009 | |
...E´ stato già perso troppo tempo, la tutela della salute dei cittadini e dell´ambiente non possono più aspettare, anche alla luce del fatto che la commercializzazione di "polli alla diossina" - e tanto più una sua prosecuzione - amplierebbe l´incidenza delle patologie, sia a livello di pesantezza delle medesime che di ampiezza di persone interessate. PRC Gruppo Toscana "Polli alla diossina" nell´area degli inceneritori di Montale (PT) e Baciacavallo (PO). Interrogazione di Sgherri. Sgherri: "la regione intervenga per evitare commercializzazione e consumo. Asl e Arpat compiano un indagine approfondita sugli inquinamenti. Si è già perso troppo tempo". E´ stato già perso troppo tempo, la tutela della salute dei cittadini e dell´ambiente non possono più aspettare, anche alla luce del fatto che la commercializzazione di "polli alla diossina" - e tanto più una sua prosecuzione - amplierebbe l´incidenza delle patologie, sia a livello di pesantezza delle medesime che di ampiezza di persone interessate. Alla luce della gravità di quanto emerso la Regione - nell´ambito delle proprie competenze dirette ed indirette - intervenga per impedire la commercializzazione e l´autoconsumo di capi alimentari (in particolare pollame) contaminato dalla diossina nell´area dell´inceneritore di Montale. Verifichi inoltre quanti capi ne siano stati contaminati e avvi controlli e indagini l´entità e l´estensione della contaminazione dei terreni da diossine e da eventuali ed ulteriori microinquinanti, al fine di predisporre le necessarie bonifiche. Sono queste alcune delle richieste che pone Monica Sgherri - Capogruppo di Rifondazione Comunista Sinistra Europea - in un interrogazione urgente presentata oggi alla Giunta Regionale in merito agli inquinamenti del suolo e dei capi alimentari emersi a seguito della campagna di prelievi su matrici alimentari effettuata dalle ASL di Pistoia e Prato alcune settimane orsono, allo scopo di verificare gli effetti sulla catena alimentare di inquinanti provenienti dagli inceneritori di Montale (Pistoia) e di Baciacavallo (Prato). Prelievi che hanno portato al rinvenimento di altissime concentrazioni di diossine in particolare nelle carni di pollo, ben superiori ai limiti massimi stabiliti dalle norme nazionali ed europee. Si tratta - prosegue Sgherri - di dati pesantissimi, in aree dove già si riscontrano concentrazioni di patologie tumorali ben superiori alla media. Di fronte a tutto ciò la Regione - coinvolgendo gli enti locali interessati, che a quanto ci consta non hanno emesso nessuna ordinanza che vieti la commercializzazione e il consumo delle carni inquinate - faccia quindi le opportune verifiche - anche attivando ASL e Arpat per un indagine approfondita della situazione di inquinamento da diossine e altri inquinanti della zona, e compia ogni azione per evitare commercializzazione e consumo di capi alimentari inquinati. Una vicenda che - al di là della specificità - se ce ne fosse stato bisogno, ci dimostra una volta di più la pericolosità degli impianti di incenerimento. Di seguito l'interrogazione presentata. Firenze, 5 giugno 2009 Al Presidente del Consiglio Regionale On. Riccardo Nencini SEDE Oggetto: Interrogazione Orale urgente “in merito all’inquinamento nella catena alimentare causato dalle emissioni provenienti dall’inceneritore di Montale” Ricordato che sul territorio della Provincia di Prato, in particolare nei Comuni di Montemurlo e a Prato, a seguito della campagna di prelievi su matrici alimentari effettuata dalle ASL di Pistoia e Prato alcune settimane orsono, allo scopo di verificare gli effetti sulla catena alimentare delle ricadute di inquinanti dall’inceneritore di Montale, sono stati trovati altissime concentrazioni di diossine in particolare nelle carni di pollo. Considerato Che i campioni in questione provengono per la maggior parte da polli allevati sotto l’ombrello di ricaduta dell’inceneritore di Montale, ma che il dato peggiore di tutti i campionamenti proviene da un allevamento di Prato posto in località Fontanelle e a circa 600/700 metri dall’inceneritore di fanghi di Baciacavallo e che proprio su questo campione sono stati registrati 46,2 ng/kg di diossine a fronte di un limite di 4 ng/Kg ammesso per la commercializzazione, quindi quasi 11 volte superiore al limite previsto dalla normativa (Regolamento CE N. 1881/2006 della Commissione del 19 dicembre 2006 . Considerato altresì Che le notizie di stampa – apparse alcune settimane fa - hanno comprensibilmente creato allarme ed apprensione nella cittadinanza anche in considerazione del fatto che da diverse indagine epidemiologiche svolte nel corso degli ultimi anni proprio nell’area di ricaduta dell’inceneritore di fanghi di Baciacavallo, è costantemente emerso che esiste una maggiore incidenza di patologie tumorali nella popolazione che risiede in quelle aree; Ricordato inoltre Che in più occasioni sia il Comune che Gida S.p.a. (società a capitale pubblico gestrice dell’impianto) hanno espresso una valutazione di criticità della localizzazione dell’impianto vista l’alta densità di popolazione dell’area circostante; Preso atto Che ad oggi nessuna Ordinanza è stata emessa dai Sindaci di Prato e Montemurlo per vietare il consumo e la commercializzazione dei capi di bestiame allevati nei siti contaminati; Sono ad Interrogare la Giunta Regionale Per sapere se la medesima abbia intrapreso azioni - nei limiti delle proprie competenze dirette e indirette - : - atte ad incaricare agli organi di controllo competenti in materia (ASL e ARPAT) di attivarsi con opportuni controlli e indagini per verificare l’entità e l’estensione della contaminazione dei terreni da diossine e da eventuali ed ulteriori microinquinanti, al fine di predisporre le necessarie bonifiche; nonché quali siano i risultati di tali controlli ed indagini qualora siano stati effettuati. - atte ad impedire – di concerto con i Comuni interessati i quali, come ricordato in narrativa, a quanto ci consta non hanno prodotto nessun ordinanza in tal senso - l’autoconsumo e la commercializzazione, anche al dettaglio, dei capi contaminati così come previsto dal Decreto Legislativo 16 marzo 2006 n° 158 in particolare agli articoli 22, 23 e 25; - atte a produrre l’abbattimento dei capi contaminati al fine di non far sì che essi siano commercializzati - atte a verificare la consistenza quantitativa dei capi contaminati La Consigliera Monica Sgherri Commenti
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Ultimo aggiornamento ( domenica 07 giugno 2009 ) |